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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Orsi, Paolo: Megara Hyblaea: 1917-1921; villaggio neolitico e tempio greco arcaico, e di taluni singolarissimi vasi di Paternò
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0092

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L75

MM.ARA HTfBLAEA

L76

il dire se fosse venerata in Metani Hyblaea n nella
vicina Siracusa.

Ili bronzetti si ebbero poche quisquiglie di anelli,
ed altre eosuceie frammentarie. Degne di ricordo sol-
tanto due fibule a navicella, una intera meno l'ago,
lungamm. 47, decorata di graffiti (flg. 17), e l'altra spez-
zata a mela. Codeste fibule sono estremamente rare
nei sepolcri megaresi ed in altri greco-arcaici dell'Isola,
laddove appariscono con una certa frequenza in quelli
siculi del III periodo, e sono certamente dovute all'in-
dustria greca. A Megara, a Siracusa ed in altre città
siceliote, invece della fibula, e colla stessa destinazione
sono in gran voga spilloni a globuli ed a disco ; e Me-

Fia. 17,

gara ne ha, fornito un numero veramente grande tanto
di argento quanto di bronzo (*).

Da tutti codesti sia pur esigui avanzi architettonici
dal modulo delle colonne dei capitelli e dei triglifi, che
Yintrawede attraverso i miseri brani delle forme
originali, dalle risultanze planimetriche dello scavo,
per quanto ancora imprecise, dalle tracce di una stipe,
insomma dal complesso di dati emergenti più che da
uno scavo definito e radicale, da una serie di assaggi
condotti in quest'area, chiara emerge l'esistenza in
questo punto di un dorico edifìcio di mole tutt'altro
che piccola, al quale meglio conviene il nome di tempio
anziché di edicola.

Nè vale la pregiudiziale che taluno potrebbe ap-
porre, della prescnza'cioè di due templi siffattamente
attigui. Pur ricordando l'addensarsi di templi sull'acro-
poli di Atene, meglio conviene al caso nostro l'acro-
poli di Selinunte, che ne racchiudeva quattro tutti
grandi : di essi A ed 0 sono così addossati, che appena
li separa una distanza di meno di 10 m. Non cade dub-

bio pertanto che in quest'area della città vi era un
grande temenos coi santuari urbani, disgraziatamente
distrutti nella loro parte emergente nei sec. XIII e se-
guenti per fornir pietra alla città di Augusta, e poco
prima del 1890 fin nelle ultime loro fondazioni. E suffraga
questa mia affermazione che proprio nell'area dell'at-
tuale mandorleto venne raccolto or sono circa 30 a.
anche il mutilo xoanon arcaicissimo, che rappresenta
forse il più antico documento della scoltura siceliota (l).

III.

La casa arcaica.

Di Megara Hybl. noi conosciamo un bel partito delle
fortificazioni, le tracce di un tempio ed un migliaio di
sepolcri, ma pressoché nulla dell'interno della città.
.Un 28 anni addietro io vidi con vero dolore distrug-
gere, nella parte meridionale di essa, un piccolo quar-
tiere ili case arcaiche, allineate lungo una stradetta.
La furia con cui si procedeva all'impianto di un agru-
meto mi tolsero di compiere le esplorazioni desiderate.
.Ma quel terreno è tenuto d'occhio per il momento in
cui gli agrumi uià deperiti saranno sostituiti con altre
colture : allora sarà il caso di tentare una metodica
ricerca. Nel settore orientale della città, al di là della
ferrovia, in terreni disalberati, mossi alternativamente
a seminerio o ad erbatico, affiorano qua e là piccoli
ruderi di case, e vi ho più volte eseguito assaggi, ma
sempre con scarso successo, attesa la poca profondità
dell'humus ed il conseguente strappamento dei massi
emergenti.

Nella campagna del L918 tentai con più profitto
un rudero piuttosto vasto, che affiorava a, mene di
200 ni. a sud del tempio. Quanto mi fu dato ricercalo
di esso vedesi alla lig. 18. È un edificio rettangolare
di ni. 7,80 X 11,75, probabilmente una, casa, di ri-
guardo, dei cui muri perimetrali due sono per intero
conservati. Del muro orientalo, il miglioro, restano in
piedi due assiso, quella di fondazione di grandi o bene
riquadrati massi in arenaria, piantati sull'alluvione

I1) T.a questione è' stata ampiamente svolta nel mio scritto,
Contributi aUa stona della fibula tjrern. negli Opusculù itrchuroìn-
giea Ose. Montclio dicata. Stockholm, 1913, 4°, fig., pp. 18U-2U3.

l'i Esso è stato da me pubblicato, in Bull. Corr. Hellenique,
1896, pp. 307-317, fi poscia nei Monumenti Piot., toni. XXII.
pp. 146-147.
 
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