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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Galli, Edoardo: Fidia in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0132

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FIDIA IN F.TRURIA

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che in esso perduri un motivo d'origine megaiografìca,
assai vicino alla quadriga del cratere di Bo'ogna ed alla
rappresentazione plastica di Ilel'os ascendente sul
frontone fidiaco.

Le rappresentazioni vascolari riportate avanti of-
frono - parallelamente - quel tanto che fu consentito
a Fidia di tradurre nel marmo dalla sua complessa e
perfetta idea. Noi dunque abbiamo bisogno di ricorrere
ad altri monumenti, se vogliamo acquistare maggior
conoscenza dello sfondo del suo pensiero.

Il cratere attico, ima volta nella Collezione Blacas
ed ora nel British Museum (1), con la rappresenta-
zione ideale sopra uno sfondo naturalistico del sorgere
dell'alba, si può qui richiamare, per avvicinarci al con-
cetto dello scultore. Questo vaso di Londra è impor-
tante per la vastità complessiva della scena rappre-
sentata, e per alcuni particolari che dovremo in seguito
di nuovo ricordare a riscontro di altri monumenti,
greci ed etruschi. Poche parole bastano a mettere in
rilievo, per il nostro scopo, il carattere di tale pittura
vascolare (fig. 7).

È il crepuscolo dell'alba. Da destra, cioè da oriente
per chi guarda, s'alza trionfante la luce del giorno,
nel simbolo dell'alata quadriga di Helios. Il cocchio
divino pare che si distacchi or ora dalla superficie del
mare per salire all'orizzonte ; mentre nei flutti si tuf-
fano i notturni fantasmi sotto l'aspetto di giovani nuo-
tatori. Dal fondo alberato della montuosa campagna
viene avanti un altro giovane con mantello agitato
dalla brezza mattutina (Eosphoros = Lucifero; ovvero
Hesperos, per un ovvio fenomeno di prolepsis), c con
lo sguardo e la mano accenna all'altro lato della scena ;
dove è Selene che si allontana sul dorso del suo malin-
conico cavallo, stanco del notturno viaggio. Sul primo
piano a sinistra, una donna alata e diademata (Eos

ai Frammenti di un vano (ittico con hi morte ili Argo, in Ròm.
Mitth., 1906, pag. 128 sg., conferma la data del Furtwangler, e
riferisce il cratere di Bologna con Teseo al 415 circa av. Or.

Senza poter naturalmente sottilizzare intorno ad una data
sicura per i due vasi suddetti, ma rimanendo nel circolo di questa
possibile approssimazione cronologica, dobbiamo ammettere —
nei riguardi del particolare clic ci interessa — una comune fonte
d'ispirazione artistica ai due crateri.

(M Ofr. 0. Smith, Catalogne of the (Ircele and Etruscan Vases
in tìir British Museum, III, pag. 284 sg., n. E 466, ed ivi l'ante-
riore bibliografìa.

I a nostra figura 7 è tolta dall'opera del Panofka, Musée
fìlacas, tavv. 17-18.
 
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