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FIDIA IN ETRURIA
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pinti sul sarcofago. La supina ed incongrua imitazione
dell'artefice paesano, risulta non solo dalle predette
fa'ere, ma soprattutto dall'avere adottato per un com-
battimento delle quadr'ghe, che convengono meglio alle
gare agonistiche. Tuttavia questo monumento etrusco -
come già fu accennato implicitamente prima (*) ed espli-
più sotto specie di ceramiche dipinte^) - i nuovi motivi
tentati da celebri maestri. E fra gli schemi che incon-
trarono maggior fortuna in Etruria, è senza dubbio
da porre quello della quadriga corrente, del tipo esa-
minato. Lo provano largamente i rilievi delle urne,
la cui semplice enumerazione - data l'abbondanza di
Fig. 9. — Una dello quadrighe delle Amazzoni sul sarcofago dipinto
scoperto a Tarquinia ed ora nel Museo di Firenze.
citamente più tardi (2) - rappresemi per noi una ra- esse e delle singole varianti-mi farebbe fuorviare:
rissima prova diretta dell'influenza della megalografia ma che certo non furono ancora interrogate come si
attica nel dominio artistico delPEtruria, se-come è conviene, per conoscere - oltreché la loro fonte mitica -
verisimile - le scene di Amazzonomachia su di esso anche la loro origine stilistica (2).
dipinte dipendevano dai celebri quadri di Micene ate- _
niese, contemporaneo e collaboratore del grande Poli- (i) I tramiti di questa meravigliosa corrente, che impresse
noto. Come bagliori di una vivida fiamma, partivano all'arte locale una fisionomia così spiccatamente attica, dovettero
essere in prevalenza i prodotti ceramici. Noi ne abbiamo prove
in abbondanza verso l'Italia dalla meravigliosa fucina
quanto mai eloquenti nelle due famose idrie midiache col mito di
che era Atene, con le riproduzioni trasportabili - per lo Adone e di Faone, trovate a Populonia ed ora nel Museo di Firenze
(Milani, Monumenti scelti, I, pag. 8sgg., tavv. II-V); nonché nel
cratere e nell'anfora del Museo di Arezzo - pure del medesimo
(*) Cfr. Helbig e Donner, in Boll. Insi., 1869, rispettivamente ciclo artistico - e rispettivamente con Herakles e le Amazzoni
a pag. 193 sgg., e a pag. 257. - Si veda anche l'articolo di A. Klueg- (Furtwangler-Reichhold, (Iriechisclie Vasenmalerei, parte se-
mann sul Sarcofago delle Amazzoni, in Ann. Inst., 1873, pag. conda, pag. 1, tav. GÌ) e con Pelope ed Ippodamia (op. cit.,
239 sgg.; Mon. Inst., IX. tav. LX, donde è tolta la nostra figura 9. pag. 32, tav. 67).
Di questo monumento ancora non fu data una riproduzione mi- (2) Basta pensare alle numerose urne col ratto di Proser-
gliore ed a colori, mentre il tempo finirà di rovinare la policromia! pina, col mito di Enomao, con la sconfitta di Anfiarao ecc., per
(2) Milani, Guida del Museo Archeologico di Firenze, I, avere un'idea della larghissima divulgazione in Etruria di tale
pag. 1G6; II, tav. LII, e pag. 11. motivo pittorico. In generale si osserva questo sulle urne, che sono
FIDIA IN ETRURIA
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pinti sul sarcofago. La supina ed incongrua imitazione
dell'artefice paesano, risulta non solo dalle predette
fa'ere, ma soprattutto dall'avere adottato per un com-
battimento delle quadr'ghe, che convengono meglio alle
gare agonistiche. Tuttavia questo monumento etrusco -
come già fu accennato implicitamente prima (*) ed espli-
più sotto specie di ceramiche dipinte^) - i nuovi motivi
tentati da celebri maestri. E fra gli schemi che incon-
trarono maggior fortuna in Etruria, è senza dubbio
da porre quello della quadriga corrente, del tipo esa-
minato. Lo provano largamente i rilievi delle urne,
la cui semplice enumerazione - data l'abbondanza di
Fig. 9. — Una dello quadrighe delle Amazzoni sul sarcofago dipinto
scoperto a Tarquinia ed ora nel Museo di Firenze.
citamente più tardi (2) - rappresemi per noi una ra- esse e delle singole varianti-mi farebbe fuorviare:
rissima prova diretta dell'influenza della megalografia ma che certo non furono ancora interrogate come si
attica nel dominio artistico delPEtruria, se-come è conviene, per conoscere - oltreché la loro fonte mitica -
verisimile - le scene di Amazzonomachia su di esso anche la loro origine stilistica (2).
dipinte dipendevano dai celebri quadri di Micene ate- _
niese, contemporaneo e collaboratore del grande Poli- (i) I tramiti di questa meravigliosa corrente, che impresse
noto. Come bagliori di una vivida fiamma, partivano all'arte locale una fisionomia così spiccatamente attica, dovettero
essere in prevalenza i prodotti ceramici. Noi ne abbiamo prove
in abbondanza verso l'Italia dalla meravigliosa fucina
quanto mai eloquenti nelle due famose idrie midiache col mito di
che era Atene, con le riproduzioni trasportabili - per lo Adone e di Faone, trovate a Populonia ed ora nel Museo di Firenze
(Milani, Monumenti scelti, I, pag. 8sgg., tavv. II-V); nonché nel
cratere e nell'anfora del Museo di Arezzo - pure del medesimo
(*) Cfr. Helbig e Donner, in Boll. Insi., 1869, rispettivamente ciclo artistico - e rispettivamente con Herakles e le Amazzoni
a pag. 193 sgg., e a pag. 257. - Si veda anche l'articolo di A. Klueg- (Furtwangler-Reichhold, (Iriechisclie Vasenmalerei, parte se-
mann sul Sarcofago delle Amazzoni, in Ann. Inst., 1873, pag. conda, pag. 1, tav. GÌ) e con Pelope ed Ippodamia (op. cit.,
239 sgg.; Mon. Inst., IX. tav. LX, donde è tolta la nostra figura 9. pag. 32, tav. 67).
Di questo monumento ancora non fu data una riproduzione mi- (2) Basta pensare alle numerose urne col ratto di Proser-
gliore ed a colori, mentre il tempo finirà di rovinare la policromia! pina, col mito di Enomao, con la sconfitta di Anfiarao ecc., per
(2) Milani, Guida del Museo Archeologico di Firenze, I, avere un'idea della larghissima divulgazione in Etruria di tale
pag. 1G6; II, tav. LII, e pag. 11. motivo pittorico. In generale si osserva questo sulle urne, che sono