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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Galli, Edoardo: Fidia in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0141

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FIDIA IN ETRUKIA

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barbato (Adrasto), e pare che si accingano a contra-
stargli la ritirata alcuni nemici, quale combattente
in piedi - con bello scorcio dorsale-e quale inginoc-
chiato, nell'atteggiamento del giovane Herakles e del
creduto Paride sui frontoni di Egina. Nel timpano di
Talamone peraltro non compariscono arcieri, tutti
essendo difesi da un pesante scudo circolare di tipo
metallico, e quindi da ritenersi opliti.

Il gruppo di destra differisce notevolmente per la
forma e per il contenuto ideologico da quello assai più
frammentario di sinistra, ora preso in esame. Tutto il
significato mitico ed allegorico del frontone gravita
intorno al gruppo di destra ; e sorprenderebbe invero
di vederlo confinato - nell'economia della rappresenta-
zione - all'ala estrema del triangolo, invece che al
centro - come richiederebbe la sua importanza fon-
damentale-se non potessimo dimostrare che ciò è do-
vuto unicamente allo stile mcgalografico della scena
ed alle sue peculiari leggi di prospettiva. Questo gruppo
di destra, essendo pertanto il centro ideale del mito
riprodotto e della sua attendibile allegoria locale, giu-
stifica logicamente le numerose figure accessorie che lo
circondano, e intorno alle quali dovremo pure breve-
mente intrattenerci in prosieguo. - Trattasi di Anfiarao
che precipita nella voragine aperta all'improvviso dalla
folgore di Zeus davanti alla quadriga dell'eroe. Anfiarao
è ritto sul carro, accompagnato dall'auriga Batone, che
fedelmente ha seguito il suo principe dall'età arcaica (*)
fin su questa tarda opera etnisca, ed ora ne divide
l'orribile sorte (fig. 12). Anfiarao volge indietro il capo,
col gesto stilizzato che il pittore arcaico già gli impresse
sul citato cratere corinzio a Berlino, dove l'eroe scruta
per l'ultima volta diffidente e minaccioso la moglie Eri-
file, che reca in mano il monile offertole da Polinice
come premio del suo tradimento verso il marito. Nella
vasta scultura di Talamone - che sebbene abbia per-
duta la policromia e sia ridotta ad un ammasso di la-
cunosi frammenti, mostra pur sempre un nobile magi-

(*) Si confronti il cratere corinzio dell'Antiquarium di Ber-
lino con la partenza dell'eroe-indovino, in Perrot-Chipiez, op.
eit, IX, pag. 637, fig. 348. E si tenga anche presente l'analoga
scena della partenza di Anfiarao sull'importantissima anfora co-
rinzio-attica (o piuttosto cai cidi ca) del Museo di Firenze, la prima
volta segnalata dall'Inghirami, Vasi fìttili, tav. CCCI-7, e poi dal
Milani, Guida, I, pag. 146, n. 3773; II, tav. XL-2; ma tuttora
insufficientemente edita.

Monumenti Antichi — Voi,. XXVII.

stero di arte ed una ben definita origine stilistica - l'ar-
tefice indigeno non seppe e non volle prescindere dalle
idee correnti sull'oltretomba nel suo paese, ed aggiunse
al nucleo greco della figurazione le caratteristiche Lase
etnische - anch'esse tipologicamente e nobilmente gre-
che, come vedremo - che trascinano all'Ade i cavalli
della quadriga. Tali elementi ascctizi ed autoctoni,
sotto il punto di vista della loro particolare significa-
zione occasionale, non disturbano la scena originaria,
anzi l'arricchiscono e le infondono un senso di mag-
giore varietà e vivacità. E del pari non ostacolano la
nostra esegesi artistica, chè anzi grandemente la fa-
cilitano e la illuminano. Noi possiamo però, senza
danno e senza difficoltà, separarli per il momento dal
cocchio di Anfiarao, che va considerato a sè.

Innanzi tutto bisogna osservare che se lo schema
di questa quadriga è greco, il carro su cui è montato
l'eroe ed il suo cocchiere è di tipo etrusco (1). Anche
in questo particolare l'artefice rimase ligio alle usanze
del suo paese ; infatti tanto il carro di Anfiarao quanto
quello del ritenuto Adrasto sull'altro lato del timpano
(fig. 13), mostrano le caratteristiche dei carri etruschi,
più pesanti dei greci, con le ruote massicce e con la
cassa tutta piena, metallica, priva dell'antyx a ringhiera,
che si vede invece, per esempio, sulle figure da noi
sopra riportate in relazione alla quadriga di Helios.
Lo stesso fatto si nota sui rilievi delle urne inspirati al
medesimo mito di Anfiarao (2). Dunque si ha un ovvio
fenomeno di adattamento artistico locale sopra uno
schema esogeno. Ma l'impronta originaria nell'aggrup-
pamento e nella disposizione delle figure rimane percetti-
bile anche in alcune repliche su urne, e particolarmente
su quella volterrana (3), che più oltre si riproduce a
riscontro, e sulla quale compaiono analoghi personaggi

(*) Cfr. Hans Nachod, Ber Rennwagen bei den llilikern,
Lipsia, 1909, pag. 43 sgg., a proposito del tipo ionico-otrusco,
e tavv. 1-4: cassa piena, ruote massicce, antyx assai alta. - Se-
condo il Nachod l'origine sarebbe micenea-cipriota-ionica ; in
contrapposizione al tipo greco classico, più leggero, più elastico,
con alta ringhiera per parapetto, la cui origine sarebbe invece
dorica (cfr. esempi del Dipylòn ecc.).

Vedasi anche, per questi ultimi tipi ellenici, Eugen von
Mercklin, Ber Rentnwagen in Griecheland, Lipsia, 1909.

(2) Cfr. Gustavo Korte, / Rilievi delle Urne etnische, 11-1,
pag. 70 sgg., tav. XXV-1 e 2.

(3) Cfr. Korte, op. cit., loc. cifc., tav. XXV-2: analoga alla
nostra, ma con alcune varianti.

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