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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

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Bendinelli, Goffredo: Monumenta lanuvina
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https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0183

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MONUMENTA LANUVINA

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botto il tempio del centro di Firenze (a), il tempio
del centro di Verona (3), il tempio di Signia (*) c infine
il tempio testò descritto di Lanuvio.

All'identificazione del tempio di Lanuvio con il
Capitolium, come sembra reclamata dalle circostanze
di fatto, fa ostacolo, a tutta prima, la costante sicurezza
con cui finora si è insistito da molti nell'attribuire al
tempio famosissimo di Giunone Sospita in Lanuvio,
tutte le testimonianze e i relitti di templi o di semplici
santuari, e i ruderi di qualche importanza che sul colle
S. Lorenzo si sono venuti scoprendo fin dai primi studi
e dalle prime ricerche. Ma questa stessa insistenza è
la prova più evidente della leggerezza con cui si raccolse
e si seguita tuttora a raccogliere l'affermazione troppo
recisa e soggettiva del primo illustratore di quella Id-
ealità, il padre gesuita Volpi, che credette identificare
l'ubicazione del tempio di Giunone Sospita, intorno al
luogo dove si era rinvenuta nel 1729 l'iscrizione riportata
in C. I. L., XIV, n. 2088, quasi ai piedi del colle S. Lo-
renzo (5). Nel 1889 Lord Savile Lumley, durante gli scavi
intrapresi, ebbe la fortuna di rinvenire fra l'altro nume-
rosi frammenti fittili decorativi (antepagmenta), apparte-
nuti ad un edificio sacro (6). Nessuna traccia però della
pianta e della struttura di un simile edificio, tanto che
si rimase incerti sulla conformazione stessa del tempio
cui la decorazione fittile avrebbe appartenuto (7). Ciò
nonostante, in un recente studio uscito in Inghilterra
su antichità lanuvine, anteriore anche alle scoperte fatte
nel 1914 sul colle S. Lorenzo, e condotto con appa-

(*) Urizio, Scavi di Mareàbotto, in Monumenti Aut. dei Lincei,
I, p. 266 segg., tav. I.

(2) L. A. Milani, Reliquie di Firenze antica, in Mon.Ant. cit..
VI, p. 15 segg.

(3) A. L. Frothingharn, Capitolium and Forum of Verona,
in Ani. Joitm. of Arch., XVIII (11)14), p. 129 segg.

(4) R. Delbrneck, Das Capitolium von Signia (Roma, 1903).
Per testimonianze letterarie ed epigrafiche relative a templi nume-
rosi degni dello stesso nome, ved. Daremberg-Saglio, Dictionnaire,
e Pauly-Wissowa, Reallencyclojìàdie, s. v. Capitolium.

(5) Si ritiene dal Galieti, in Bull. Arch. Coni., 1916, p. che
l'epigrafe in discorso sia stata rinvenuta appunto presso il
Villino Consolo : ma a parte l'incertezza sostanzialo della cosa,
è certo che nessun dato topografico preciso è lecito ricavare
dal testo dell'iscrizione, e tanto meno alcuna sua relazione di
parentela con il tempio descritto del colle S. Lorenzo.

(6) Ved. fotografìa Moscioni, pubblicata da Tomassetti, op.
cit.. p. 31.

(") Murra}', Terracotta antefix from Lanuviùm, in Journ. of
Iteli. St., XIII (1892-3), p. 315 segg. : Tomassetti, op. cit., II,
p. 283.

Monumenti Antiuui — Voi,. XXVII

renza di serietà, si parla già della scoperta del tempio
di limo Sospita come di cosa ormai passata in giudi-
cato (!). Dai primi giudizi di natura ipotetica si passa
così ad affermazioni antiscientifiche, spoglie di qual-
siasi controllo.

Considerando più oggettivamente la cosa, dovremo
convenire che la grandiosità ed il fasto attribuibili, a te-
nore della tradizione, al tempio di Iuno Sospita, rimasto
in auge per tutto il II secolo dell'e. v. ed oltre, e ricco di
ex-voto in oro ed argento, mal si eonfanno sia con le
proporzioni ristrette (la cella principale del tempio de-
scritto misura non più di m. 6,50 X 9), sia con il modesto
materiale costruttivo proprio di un tempio di tipo tu-
scanico, forse non anteriore al IV secolo av. Cristo,
quale è quello ultimamente scoperto. Non un fram-
mento di decorazione architettonica in marmo si è ritro-
vato in tutta l'area del tempio. Ora difficilmente, credo,
può una simile circostanza accordarsi con l'identifica-
zione di un ricco e famoso tempio laziale, in auge al
tempo degli Antonini (2), suscettibile di aver accolto
entro le sue mura un'immagine sacra della grandiosità
della Giunone Sospita Vaticana, attribuita all'età di
Antonino Pio (3).

Nessuna luce ci forniscono le testimonianze lette-
rarie intorno all'ubicazione anche approssimativa del
famoso tempio di Giunone e del Incus della dea rispetto
al paese (*), e nulla ci impedisce in modo assoluto di
credere che il tempio fosse collocato nell'interno della

(!) A. M. Woodward. The antiquities from Lanuviùm in
the Museum ai Leeds a. elsewhere (Part. I, Sculpture), in Papers
of Brit. School at Rome, VII (1914), p. 63. L'affermazione del
Woodward, temperata dalla nota 2 a pag. 91, relativa al tempio,
è stata tolta per moneta buona, e si trova già ripetuta nello stesso
periodico, voi. Vili (1919), p. 32.

(2) Infinitamente più ricco in decorazioni architettoniche e
in suppellettili votive si è rivelato durante gii scavi il tempio
di Diana Aricina, che pure, secondo la tradizione, non ha un'im-
portanza religiosa maggiore di quello di Giunone in Lanuvio
(L. Morpùrgo, Nèmus Aricinum, in Monumenti Antichi dei Lincei,
voi. XI II), p. 361 segg. Sappiamo poi che Antonino Pio prov-
vide a restaurare tempia lanuviana (Ael. Capit., 1. cit., 8).

(3) W. Ilelbig, Fuhrer3. 1, p. 200.

(4) A. Galieti, in art. cit., inclina a ritenere che il bosco e l'antro
della dea fossero situati lontani dal tempio e precisamente in loca-
lità la Selva. In mancanza di dati topografici sicuri dobbiamo però
attenerci a un'ipotesi generica e più verisimile, e cioè che il sacro
bosco fosse piuttosto vicino che lontano rispetto al tempio
della dea. Tale è anche il giudizio espresso da Guy Blandii! Colburn
(Svita Lavinia, the site of ancient Lanuviùm (American Journal of
Archaeology, XVIII, 1914, p. 197, n. 3): « The language ov Livy
(8,14) aedes lucusque Sospitae Junonis indicates a cortain unity ».

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