Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Hinweis: Ihre bisherige Sitzung ist abgelaufen. Sie arbeiten in einer neuen Sitzung weiter.
Metadaten

Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 27.1921

DOI Artikel:
Minto, Antonio: Le terme romane di Massaciuccoli
DOI Seite / Zitierlink: 
https://doi.org/10.11588/diglit.12551#0258

DWork-Logo
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
435

LE TERME ROMANE DI MASSACIUCCOLI

436

quale pure era in comunicazione ; il sottosuolo di tale
stanza, interamente sconvolto, non presenta traccia
alcuna del pavimento. Nello spazio intermedio fra il
salone e la cella calidario, troviamo, al sud della stanza
precedente, un'altra stanza (tav. I, Y), di forma ret-
tangolare, con le pareti minori leggermente absidate,
sulle quali si scorgono le impostature di un gradino
disposto a guisa di solium ; nessuna traccia rimane
del pavimento ; anche questa stanza era collegata
con il salone centrale.

Nell'angolo sud-ovest sono conservati i resti di altri
ambienti, che non si possono precisare, poiché i muri,
ridotti alle, semplici sostruzioni, si presentano qua e
là interrotti. Queste costruzioni si trovano allo stesso
piano dell'ipocausto della cella calidario ed appaiono
strettamente riunite a quest'ultima parte delle terme.

Nella descrizione di tutto ciò che si è potuto porre
in rilievo con la recente esplorazione per ricostruire
le varie parti dell'edificio termale, ci siamo intratte-
nuti principalmente sui due ambienti più importanti
e meglio conservati: il salone centrale, strettamente
collegato con la cella frigidario, e la cella calidario.
L'ipotesi avanzata, che l'ubicazione dell'ingresso alle
terme fosse sul lato di mezzogiorno, è basata soprat-
tutto sul fatto che la porta principale del salone centrale
è rivolta verso questo lato. Abbiamo osservato inoltre
che dalla grande sala di mezzogiorno (tav. I, A) si
entrava parimenti nella cella calidario: così le due en-
trate al frigidarium ed al calidarium davano in una sala
comune d'ingresso, secondo le norme costanti nella
disposizione delle varie parti delle terme pubbliche.
Per l'identificazione degli altri ambienti dell'edificio
non possediamo alcun dato sicuro. Nel lato di mezzo-
giorno, vicino all'ingresso doveva essere Vapodyterium;
il tepidarium e Velaeothesium od unctorium forse erano
collocati nelle due stanze interposte fonia cella calidario
ed il salone centrale (tav. I, X ed Y): infatti, secondo
1 precetti di Vitruvio, questi due ambienti dovevano
trovarsi vicini al calidarium ed al frigidarium.

Pochi sono gli elementi di osservazione che è stato
possibile raccogliere nei riguardi della struttura delle
varie parti dell'edificio, e non sufficenti, nè a fissare
con sicurezza l'età della costruzione, nè a determinare
i successivi adattamenti ed ampli?menti di essa. Fatta
eccezione per il salone centrale, nelle altre parti del-

l'edificio non si conservano se non le semplici fondazioni
dei muri in calcestruzzo. In quel che rimane delle parti
elevate dei muri, questi si presentano costituiti di mat-
toni, di diverse proporzioni, disposti in filari regolari
e cementati con uno spesso strato di calce : e ciò po-
trebbe esser preso per un indizio di struttura seriore.
Ma il paramento esterno delle pareti era formato dalle
crustae marmoree che mascheravano interamente la
struttura del muro. Di questa incrustatio marmorea
delle pareti abbiamo ritrovato sicure vestigia in di-
versi ambienti. Sono lastre di marmo, segate a sot-
tile spessore, che rispondono benissimo agli appel-
lativi tenues, graciles, che spesso usano per le crustae
gli scrittori antichi. Per la qualità dei marmi, accanto
a marmi locali (breccia di maremma, fior di persico
di Lunigiana) si sono scoperti frammenti di marmi
esotici, quali il rosso ed il giallo antico, fra i più ri-
cercati nella incrostazione delle pareti degli edifici fin
dal primo secolo dell'impero, quando la sontuosità ed
il lusso nell'edilizia pubblica e privata, sotto l'in-
fluenza ellenistica ed alessandrina, hanno incominciato
a dilagare anche fuori di Roma.

Dei pavimenti, soltanto per alcune sale, si è potuto
determinare il tipo. Negli ambienti secondari o di
passaggio predominano i pavimenti ad opus tesséllatum
in bianco ed in nero, con le tessere disposte torse a
disegno. Nel salone centrale, secondo le tracce ritro-
vate, il pavimento era ad opus sedile con scuhdae
romboidali e triangolari di giallo antico. Nelle vasche,
nelle nicchie ed in tutte le superfici a contatto del-
l'acqua, la incrustatio era di marmo bianco, a cristalli
grossi e risplendenti, che risponde ai caratteri del pario.
Degno di rilievo è l'uso di questo marmo in una loca-
lità così vicina alle cave di Limi. Già il Corderò di
S. Quintino (x) aveva notato la singolarità di questo
fatto ; e non potendo ammettere che il marmo pario,
il marmo statuario per eccellenza, avesse servito, ed in
così grande abbondanza, a questo umile uso, ha cer-
cato di identificarlo con una qualità di marmo bianco
di alcune cave di Campiglia Marittima. Conoscendosi
tuttavia lo sfarzo di marmi d'oltremare, non deve far
meraviglia di trovare il marmo pario, in luogo del

(*) Cfr. Corderò di S. Quintino, 1. c. in A litologia di G. P. Vieus-
seux, tomo X, n. XXIX, p. Ili; Repetti, op. eit., Ili, s. v.
Massaciuccoli, p. 178.
 
Annotationen