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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Della Corte, Matteo: Groma
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0013

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13

GRÒ 11 \

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La dimostrazione matematica, che segue, non ha spe-
ciale interesse per la presente ricerca, epperò non si
trascrive.

La critica di Erone fornì alla illuminata mente del
Venturi gli elementi per la ricostruzione della groma,
laonde per lui fu chiaro quanto segue (') :« La groma
era una stelletta a quattro cornetti, dai gufili pen-
devano quattro /ili portanti ciascuno un peso. Il misu-
ratore comprendeva coli'occhio due dei fili opposti,
ossia dirigevi! per essi la mira ; e con dettava i rigiri
e le mete sul terreno »... « (Hi agrimensori romani no-
minano promiscua lavate la groma e il ferramento,
ma sembra che, in signi finizione più stretta, il ferra-
mento fosse il sostegno delia macchina piantato in terra,
e che da lui fosse bilanci la [per pensa) la groma
coi suoi fili pendenti per traguardare : tuttavia il fer-
mentum era preso sovente per la macchina intera ».
Forte di queste positive nozioni, il Venturi passa ad
esaminare alcuni luoghi di Frontino (2) e di Nipso (3) ;
e, ritornando allo strumento, scrive : « il sostegno di
tale macchina piantalo in terra doveva pollare alla
sommità un becco, o rostro sporgente fuori in traverso,
dall'estremo del quale pendesse la groma; altrimenti,
se il sostegno foss' stalo sottoposto, come una colon-
nelli, al centro della groma stessa, avrebbe impedito
di poter mirare per i due fili opposti ». Questa disposi-
zione nel sostegno era reclamata dal luogo di Nipso (4) :
« figes ferramentum ad lapidem ita ne in rigore limitis
figas ; fixo ferramento, convertes umbilicum soli supra
punctum lapidis et sic perpendis ferramentum », lo che
significa: «pianterai lo squadro in terra presso la pietra
del confine, indi ne girerai il rostro sinché venga a cor-
rispondere perpendicolarmente sopra il mezzo della

(!) Venturi, op. cit., p. 132.

(2) Gr. vet., pp. 32, 18; 33, 6.

(3) Gr. vet, p. 288, 2-5.

(4) Gr. vet., pp. 287, 25-26 : e 288, 1-2.

pietra, ed allora porrai in equilibrio la sua stelletta ».
Fra i problemi, che Erone risolveva con l'uso della
àioniQa, vi era anche quello di misurare la larghezza di
Un fiume stando sopra una delle sue sponde. Il Venturi
osserva che tale problema, la cui soluzione trovavasi
già in Giulio Africano ('), corrisponde a quello che
sotto il nome di varatio fluminis espone, e risolve nel
modo più semplice con l'uso della groma, l'agrimen-
sore Nipso (2) ; e, siccome la varatio fluminis fino allora
non era stata ben compresa, egli ha il merito di rendere
piano e chiaro il problema, integrandolo con la relativa
figura.

Veniva fuori intanto la attesa edizione critica dei
Gr ornatici veteres (3), ma non pure il secondo volume
con i commenti degli editori, e da essa prese occasione
il chiaro fisico francese Biot (4) per ritornare sulla que-
stione della groma, ma, purtroppo, per farle fare parec-
chi passi indietro. Il Biot, circa il ferramentum, dice:
« puisqu'il donnait immodiatemeli! la deuxième branche
« d'un angle droit horizontal, quand la première était
« tracée sur le terrain, il fallait qu'il cut un pian de
«vision, contimi ou discontinu, carré ou circulaire,
« portant sur sa surface au moins deux droites, ou
« lignes de visée, tracées rectangulièrement autour de
« son centre, corame dans les équerres, ou equarres de
« nos anciens arpenteurs » (s). Per il Biot, che mostra
di ignorare quanto fino allora si era scritto sull'argo-
mento, il traguardo sarebbe avvenuto, non più tra
fili a piombo pendenti dai bracci della groma, ma Era
pinnule sporgenti dal piano di un quadrante, ed i fili
a piombo sarebbero serviti per garantire l'orizzonta-
lità del quadrante, pendendo da ognuna delle quattro
pinnule ; il sostegno poi sarebbe stato un trepiede. La
ricostruzione che ne vien fuori (6) non trova alcun
appoggio nei testi degli antichi agrimensores, e non sa-
rebbe stata divulgata dopo la pubblicazione, tanto
attesa, del secondo volume dei Gromatici veteres con gli
ampii commenti degli editori, che vide la luce il 1852.

(!) Mathem. vet. p. 296.
(2) Gr. vet., pp. 285-286.

C3) Gromatici veteres ex ree. C. Laehmanni: diagrammata
ed. Ad. Rudorfflus Berolini, 1848.

(4) Journal des Savants, 1849. p. 238 sgg.: Xote rela-
tive aux instruments et aux procédés pratiques des Gr. vet.

(6) Op. cit., p. 241.

(«) Ibid., p. 246.
 
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