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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Della Corte, Matteo: Groma
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0015

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17 G

Non isfuggì al Cavedoni l'importanza del detto
marmo funebre, il quale passò subito a formare l'oggetto
di una nota dell'illustre archeologo ('). Del disegno
edito dal Gazzera il Cavedoni riproduce la sola parte
inferiore, riconoscendovi per primo rappresentata la
groma, della quale cita, da Festo, la definizione che
sappiamo. Ma, purtroppo, l'illustrazione che egli fa
del monumento dipende in tutto e per tutto dallo stu-
dio del Biot, approdando ad erronei apprezzamenti
che non mette conto di rilevare. Null'altro resta di
questo scritto, all'infuori dell'identificazione, nel ri-
lievo d'Ivrea, della groma« composta di due pezzi stac-
cati, groma, e ferramentum Vuno da sovrapporre
alValtro, e rappresentati, per maggior comodo del mar-
morario, entrambi di f aspetto, Vuno olValtro addossati)}.
In quanto poi alla opinione emessa, che « i due regoli
della groma fossero congiunti ed imperniati, per modo
che potessero accostarsi e congiungersi quasi in uno
per viemmaggiore comodità di trasporto, e che nel-
l'atto dell' operazione agrimensoria si situassero
l'uno perpendicolare all'altro per mezzo di segni fatti
a tal uopo e con l'applicazione della squadra rettan-
golare », per trovare una spiegazione al fatto che nel ri-
lievo d'Ivrea i bracci della groma non s'incontrano
ad angolo retto (!), dal travamento pompeiano ne
sapremo quanto basta.

Poco o nulla di buono e di utile, che servisse a per-
fezionare la ricostruzione della groma, riuscirono a tro-
vare parecchi altri studiosi fra gli anni 1858 e 1877.
Così il Vincent (s), che non fa che rinverdire le idee
del Biot ; così il Promis (4), del quale rileveremo sol-
tanto una opinione che a suo luogo vedremo contra-
stata dal trovamento pompeiano : « i fili (nerviae) ten-
devansi con altrettanti piombi (perpendicida), i quali
non erano già un peso qualunque, come parve al Ru-
dorff, ma veri piombi... conici, col vertice all'ingiù ».
Di una trattazione, puramente matematica, del Can-

(x) Cel. Cavedoni, Della groma, o sia ferramento agrimen-
sorio, figurato in mi cippo sepolcrale, d'Ivrea, in Unii. arch.
nap., n. s. 1853, p. 0!) sgg. ; cfr. Promis, Vocaboli di architet-
tura, Torino, 1875, s. v. mensores, p. 133-134.

(2) Vedi fig. 1.

(3) A. I. Vincent, Extr. d. manuscr. relatifs à la geometrie
pratique des Grecs., Inst. de France, voi. XIX, 2èm« partie,
1858 ; specialmente pp. 304 e 305.

(4) Op. rat. alla p. 10, nota 8, pp. 455-456.

Monumenti Antichi — Vol. XXVIII.

i. 18

tor (^non interessano che alcune ipotetiche costruzioni
dello strumento le quali, unicamente giustificate dalla
logica e dalla tecnica moderna, nulla hanno di comune

VKÓRtfTSVlS'EI.

I I RER.T

Fig. 1. — Rilievo di Ivrea
(da Jahrbuch d. k. d. a. Inst, voi. XVI, Tav. II).

con i monumenti antichi ; molto lontana dalla realtà

(*) Moritz Cantor, Die rdm. Agrimensore!!, Leipzig, 1875 :
v. specialmente a p. 72.

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