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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Della Corte, Matteo: Groma
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0023

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groma

;ì4

uri arco ricavato internamente dalla base della ghiera d,
lasciando senza appoggi la ulteriore sporgenza della
base di essa. Per dare alla base della ghiera il richiesto
appoggio, e per irrigidire e rafforzare tutto il sistema
di legno e metallo, si adibiva, e forse per due terzi del-
l'ali ezza di e, un secondo manicotto di ferro, esterno,
e', che si fissava al primo e al legno con opportuni
chiodi.

Dall'orlo superiore della ghiera d in su, si sviluppava
per il bastone di legno una nuova rastremazione, dal
massimo dìam. già veduto di m. 0,042 al minimo
diana, di m. 0,037. Sopra quanta lunghezza si svolgesse
però questa rastremazione, non è dato stabilire se non
con approssimazione, ed è questo l'uno dei soli due dati
che nella totale ricostruzione si lasciano desiderare a
causa della perdita del legno. Al punto nel quale il
bastone erasi ridotto a ni. 0,037 di diam., con un taglio
al tornio di m. 0,002, se ne riduceva il corpo al diam.
di m. 0,033 ; e da tal punto, per una lunghezza di
m. 0,321, si dava al bastone un'ultima rastremazione
(m. 0,033-0,016) per infilarvi dal disopra e mettere a
posto il bronzo B. E con ciò il bastone era fatto.

Gioverà a questo punto dare uno sguardo al rilievo
d'Ivrea, per osservare quanto identica l'estremità su-
periore di quel bastone di sostegno sia con l'estremità
del bronzo B, per il comune cilindretto terminale ;
e come le volute di quel calcio (tenuto conto della li-
bertà con la quale il lapicida trattò questo secondo
particolare) corrispondano alle quattro nervature spor-
genti della cuspide del calcio A.

Come vedesi dalla fig. 5 (cfr. fig. 6) il bronzo B
termina in su in un cilindro dim. 0,023 di diam. esterno,
sorgente dal mezzo di una base circolare a due ripiani :
ma le sue forme piene rispondono precisamente alle
forme cave del seguente bronzo C ; dunque sulla som-
mità di^B s'infilava e girava, come gira anche oggi,
il bronzo C, del quale ora passo ad occuparmi, ini-
ziando la ricostruzione del rostro sporgente. Devo però
prima fermarmi un momento sopra un'importante
quesito.

Si sa niente del nomo antico del rostro sporgente,
cioè del pezzo di transizione tra ferramentum e groma ?
Tale questione finora non è stata nemmeno posta da
quanti la necessità di questo terzo pezzo hanno am-
messa (Venturi, Rossi, Legnazzi) a causa della tecnica
di maneggio dello strumento in rapporto ad al-
Monumenti Antichi — Vol. XXVIII.

cuni luoghi dei gromatici ('). Premetto che la no-
menclatura dello strumento, e delle parti che lo
compongono, è un vero campo di « traslati », nel quale
il nome ferramentum, proprio del bastone di sostegno,
come si è visto (*), si trasferisce allo strumento in-
tero (s) ; allo stesso modo che lo strumento intero as-
sume il nome traslato di groma (*) dall' altro suo pezzo
principale, la groma, o croce, che sul ferramentum è
destinato ad inserirsi. Ora, a me pare che il nome an-
tico del rostro sporgente ci sia tramandato, nel ter-
mine umbilicus soli, da Nipso, là dove dice «fixo ferra-
mento, convertes umbilicum soli supra punctum lapi-
dis » (6), perchè, per fare questo movimento (e su ciò
non può cader dubbio alcuno), l'operatore material-
mente toccava, e faceva girare, il rostro sporgente.
Umbilicus soli, nella accezione di rostro sporgente, è un
altro traslato, poiché, a stretto rigore di termini, e fuori
di ogni possibile dubbio, col termine umbilicus soli è
propriamente distinto un punto solo della superficie
esterna del rostro sporgente, il « centro di stazione »,
come or ora si vedrà (6).

Eostro sporgente (Umbilicus soli).

Bronzo C: peso kg. 0,380 (fig. 7, cfr. fig. 2, C).Questo
bronzo consiste di due pezzi distinti : un cilindro,
a, sorgente dal mezzo di una base circolare, e re-
cante intorno alla sua superficie esterna, non i veri
e proprii passi equidistanti di una vite, ma una serie
di undici sporgenze e incavature, destinate a facilitare
una buona presa nel legno, del quale avanzavano,
al momento della scoperta, considerevoli fibre pre-
servate dall'ossido di rame (il detto cilindro, slargan-
dosi in giù in una dolce incurvatura, finisce sulla base
indicata in un lieve risalto iscritto); una ghiera a fascia,

(!) I testi in parola sono stati trascritti a pag. 15-1G.

(2) V. nota 1 a p. 28.

(3) V. nota 5 a p. 26.
(«) V. nota 4 a p. 26.
(6) Gr. vet., 288, 1.

(•) Inutile avvertire frattanto che, fisicamente, Vumbilicus
soli, sia esso centro primario, sia secondario, di una metazione
qualsiasi, non è che in terra : Gr. vet. 195, 18 « quoniam ab uno
wnbilico in quatuor partes omnis centuriarum ardo componitur »
dove il termine umbilicus, per quanto sinonimo delle voci groma
e tetrans, nella loro accezione di centro inaugurale, è usato nel suo
valore e significato etimologico : Forcell., Lex. s. v., II.

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