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GROMA

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menzionati quattro chiodi sarebbero stati sospesi i
quattro fili di traguardo desinenti in altrettanti piombi.
Il bastone di sostegno, poi, risultava di una parte ter-
minale, originale, un bastoncello a corpo tondo, ra-
stremato in su e desinente nei due capi in due cilindretti
rimpiccioliti, da completare, fino a raggiungere in to-
tale l'altezza d'uomo, con un ulteriore, supposto, caval-
letto di legno a tre piedi, sul quale il bastoncello veniva
a piantarsi ed a reggersi non si sa come.

Intanto, mentre tali idee vedonsi trasfuse in un
nitido e preciso disegno ricostnittivo ('), ecco, infine,
quanto poi l'autore mostra di tenere all'escogitazione
della cornice di legno (*) : « Es war vermutlich ehi
starker Holzrahmen, der das Winkelkreuz beim
Transport vor dem Verbiegen schùtzen solite. Die fig.
3-6... veranschaulichen, in welcher Weise ein solcher
mit dem Instrument verbunden werden konnte ».
Ma subito passa a disfarsene : « Er bildete selbstver-
standlich keinen integrierenden Bestandteil der
Groma, und konnte fehlen oder auch anders gestaltet
sein ». Si può certo ammettere, al massimo, che tale
complemento di legno «anders gestaltet sein konnte»,
ad esempio in forma di cerchio ; ma giammai che, presa
la croce, vuoi per una groma, vuoi per un altro arnese
qualsiasi, quadro o cerchio che sia, non solo non for-
masse parte integrante dello strumento, ma perfino
« fehlen konnte », perchè qualche cosa in ogni modo
va senza dubbio appiccicato ai chiodi di ogni braccio
di quella croce. Ma la cosa più strana è che il rilievo
d'Ivrea dovrebbe ricever lume - e non invece darne -
dalle ipotesi dell'autore, il quale così conclude a pro-
posito del famoso Holzrahmen : « Es kann daher nicht
Wunder nehmen, dass er auf dem Grabstein des Men-
sors nicht erscheint ». Una volta poggiato in terra
il cavalletto, ciò che sta in evidente contrasto col figere
ferramentum dei testi, ed infilata la croce direttamente
sulla codetta del bastoncello terminale, senza la tran-
sizione del rostro sporgente reclamato dalla retta in-
terpretazione delle fonti e dalla dottrina, i traguardi
si sarebbero fatti, non più tra due fili opposti, perchè
resi impossibili dall'interposizione del bastone di so-
stegno, ma « von einem Lote zum benachbarten, und

(M Op. eit. nella nota 2 alla ]). pieced.: fig. 3.
(*) iirid., |«. 129.

von diesem wiederum zum benachbarten (') », e ciò
trovando giustificato perfino al lume della parola dei
gromatici, e finanche di quella di Erone.

Émile Espérandieu, nel suo art. stella (*) per il
Dietionnaire des antiquités gr. et rom., Daremberg et
Saglio, pag. 1505 sgg„ ripresenta, con la stessa figura,
la ricostruzione della pretesa groma di Pfùnz, ma non
tralascia di esprimere qualche importante riserva,
specialmente circa la pretesa di condurre i piani visivi
tra fili non opposti ma contigui, perchè non gli sem-
bra potersi poi tanto facilmente « renoncer conipléte-
ment au systéme de visées auquel les auteurs se sont
ralliés jusqu'à ce jour » ; ed alla soluzione, a tale pro-
posito adottata dallo Schone, osserva giustamente
che, se vi è un cavalletto, sia pure supposto e cotanto
alto, che sostiene lo strumento, i traguardi tra fili
opposti rimangono tuttavia possibili fra i piedi del
cavalletto. Suggerendo un tale rimedio, l'autore però
si dissimula i frequentissimi disturbi offerti all'operatore
dalle inevitabili coincidenze tra i fili e i piedi del ca-
valletto.

S'industria di riparare ad un simile inconveniente,
che lasciava persistere una sì grave difficoltà, Adolf
Schuiten, nell'art, groma, in Pauly-Wissowa, Real Enc.,
pp. 1881-86. «Ein gewohnliches Dreifuss-stativ hàtte
kein bequemes Wisieren gestattet, ein sehr hohes (so
dass man zwischen scinen Beinen hindurch visieren
konnte) war unhàndlich », egli dice ; e, sostituendo al
cavalletto dello Schone l'estremità di un braccatolo
di legno orizzontale, articolato per l'altro capo sulla
sommità di un bastone verticale di sostegno, e pian-
tandovi su i ferri di Pfiiiiz alquanto modificati (non v'è
più la cornice di legno, e vi è invece un uncinetto al
disotto del vertice di ognuno dei bracci della croce),
mostra in una annessa figura (*) la «von E. Fabricius
entworfene Rekonstruktion » che, permettendo age-
volmente i traguardi tra i fili opposti, al disotto del
bracciuolo orizzontale, sarebbe la vera e definitiva
ricostruzione.

(*) Ibid., p. 131. Circa il nome della crore, lo Schone,
anche Ini al seguito del Rndorff, adotta il termine strila in luogo
di groma. Su tale questione di nomenclatura ci siamo intratte-
nuti alla fine del cap. L

(2) Pro groma : vedi nota precedente.

(3) Op. cit., p. 1883.
 
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