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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Libertini, Guido: Di alcune recenti scoperte nella necropoli di S. Luigi a Caltagirone
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0063

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NELLA NECROPOLI DI S. LUIGI A CALTAGIRONE

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colari dei motivi decorativi a cui già abbiamo accen-
nato, ma soprattutto i tipi delle figure, ci impediscono
di fare scendere l'epoca in cui fu fabbricato il vaso
oltre la fine del secolo V. A proposito delle figure non
ci fermeremo a far notare il delizioso volto della dea,
la vera ò$vdeQxfì<;, dallo sguardo penetrante : av-
vertiremo soltanto che le riproduzioni che presentiamo
non rendono tutte le finezze dell'originale e tra queste
i tratti in color rosso diluito con cui sono disegnati al-
cuni particolari.

Il caso ha fatto ritrovare il su descritto cratere
nei pressi di Caltagirone, una località che nei se-
coli a noi più vicini fu un centro d'arte ceramica, arte
che oggi vediamo continuata in forma assai modesta
in quelle officine di cannatari che, raggruppate in uno
dei sobborghi della città, possono dare una pallida
idea di quello che fosse un antico « ceramicon ». Se
questo non fosse l'unico esemplare notevole di ceramica
figurata rinvenuto nei pressi di Caltagirone e se il vaso
fosse stato d'epoca più tarda, cioè del periodo in cui
in Italia si costituiscono dei centri di fabbriche di ce-
ramiche, il soggetto della scena del nostro cratere
e l'abbondanza del terreno argilloso, propizio allo
sviluppo di quest'arte, ci potrebbero anche far pensare
che questo sia un prodotto locale o l'opera di un ce-
ramista attico passato in Sicilia ; ma nel caso nostro
l'origine attica non è dubbia, e, oltre agli argomenti
che abbiamo addotto, altri ne potremmo ancora portare,
come le affinità che abbiamo notate tra la scena e i
personaggi del nostro cratere con quelli di altri vasi
sicuramente attici, l'abbondanza di prodotti di que-
sta regione rinvenuti nella necropoli di S. Luigi e,
infine, la circostanza che il materiale ceramico impor-
tato dai Greci a Caltagirone proviene per la mas-
sima parte da Gela di cui è nota la predilezione per
i prodotti attici predilezione che ci verrà ancora
confermata da altre ceramiche rinvenute in alcuni
sarcofagi di recente scoperti nella stessa necropoli e di
cui facciamo parola nel paragrafo seguente.

II.

Gli scavi nella necropoli di S. Luigi, eseguiti negli
anni 1901 e seguenti, non avevano fatto rinvenire che

delle povere tombe greche, per lo più del tipo a cap-
puccina.

Particolarmente interessanti per il genere delle se-
polture dovevano essere i travamenti casuali avvenuti
negli anni 1915 e 1917 durante i lavori per la siste-
mazione del Viale delle Industrie che congiunge il
Viale dei Villini con la Stazione.

In questa località, e precisamente presso al quadri-
vio formato dalle due strade comunali Madonna della
Via ed Escuriales, vennero scoperti due bauli fittili
di tipo gelese. Questo tipo di sarcofagi meritò già, nel-
l'opera del prof. Orsi su Gela ('), una dotta digres-
sione : non mi tratterrò quindi a riferirne le genera-
lità, a lodarne la durezza e la compattezza del mate-
riale e a spiegare come questo genere di cassoni ve-
nisse calato e interrato in apposite fosse.

Il primo sarcofago (lungh. m. 1,95, largh. m. 0,94)
fu rinvenuto quasi intatto nella sua custodia di muretti
a secco sostenenti tre lastroni rettangolari che, al
momento della scoperta, si trovarono spezzati dal
soverchio carico di pietre che li gravava. Questo baule
fittile non presentava, ne all'esterno ne all'interno, de-
corazioni plastiche o pittoriche : era insomma il sarco-
fago del tipo più semplice, a pareti lisce, e provvisto
solo di modanature nella parte superiore dove il pe-
sante coperchio a spioventi, con doppio frontoncino
triangolare, poggiava su un largo ripiano (v. fig. 7).

Più interessante invece, dal punto di vista delle
profilature che ne ornano la parte superiore e la base,
è il secondo sarcofago rinvenuto nel 1917 (v. tav. II).
Di esso si trovarono in un primo tempo i fram-
menti della parte superiore e del coperchio, a poca di-
stanza dal luogo di ritrovamento del primo sarcofago,
e in un secondo tempo (a m. 26,80 dall'asse stradale
di via delle Industrie e a 40 m. circa da quello della
strada di Madonna della Via) altri resti e la base, evi-
dentemente ancora in situ. Questa tomba era stata
dunque manomessa, ne era stata asportata la suppel-
tile funeraria, ed alcuni frammenti del sarcofago spez-
zato erano stati interrati nuovamente. La super-
ficie di questo baule fittile presentava cimasa e
base riccamente sagomate con gole e scannellature
(v. fig. 8) ; l'interno del sarcofago non era decorato,

(*) Vod. Orsi, o. c.
Monumenti Antichi — Vol. XXVIII.

(!) Orsi, Gela, in Notizie d. scavi, 1900-1905.

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