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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Pace, Biagio: Il tempio di Giove Olimpico in Agrigento
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0131

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24!)

IL TEMPIO DI GIOVE OLIMPICO IN AGRIGENTO

244

meno - è stato sostituito m epoca tarda, il che ci spiega
come la natura della pietra onde essi constano, sia si-
mile a quella delle parti più recenti dell'edilìzio e ci fa
comprendere che quell'incavo a sagoma che si trova
sullo spigolo di uno dei due pilastri. Ma come questo
può essere stato eseguito in sito, del pari non 6 detto
che nei più antichi edifizi non fosse anche adoperata
l'altra qualità di pietra.

Il megaron di Selinunte mi sembra pertanto un an-
tichissimo tempio della classe a due navate. Non si può
convenire nell'ipotesi del tutto non necessaria del Fou-
géres, che si tratti - date le sue dimensioni simili a quelle
del sekos del tempio C - di una cappella provvisoria
elevata durante la costruzione di questo, per custo-
dirvi la statua del culto e il tesoro di quel tempio pre-
arcaico, che si suppone preesistente al C. Sembra in-
vece che il nostro megaron sia esso medesimo un tempio
per così dire prearcaico, con quella caratteristica pianta
a due vani chiusi tutto all'intorno, che si riproduce an-
che nelle più illustri costruzioni posteriori di Selinunte,
ma ancora con il tetto sostenuto da una fila mediana
di colonne. Noi non abbiamo così alcuna ragiono di
ammettere l'esistenza del tutto ipotetica, di un più
antico tempio, distrutto per edificare il C, ma ritro^
viamo appunto nel nostro megaron, un santuario
della primitiva colonia. È inutile aggiungere che il sito,
si presta benissimo a questa interpretazione. Chi ab-
bia pratica dei grandi santuari del mondo greco, troverà
poi del tutto regolare che nell'Acropoli selinuntina
questo vecchissimo edifizio, sopravvivesse a fianco
al nuovo tempio C, dentro quel grande peribolo, che
includeva anche il tempio C, i templi D, B e tre grandi
altari all'aperto (1ì.

* *

È merito di ricerche e studi degli ultimi anni, in cui
hanno parte onorevole l'iniziativa e la scienza italiana,
l'aver assodato l'esistenza di questa cospicua classo di
tempi ellenici, divisi internamente in due navate
da una fila mediana di colonne, cui appartiene, se-

(J) La cronologia degli edifizi di questo grande peribolo sa-
rebbe adunque: 1) Megaron ; 2-3) due grandi altari; 4) tempio C
(560-570);'5) tempio D (5G0 circa); 6) in fine verso il 253 il tempio
B ; cfr. Kold-Puch. pag. 90 segg. ; Fougères-Hulot, pag. 23.

Un terzo dell'Acropoli è occupata da questo peribolo e da
quello confinante che comprendeva i templi A-O.

condo me, il megaron selinuntino. Incunabolo di que-
sto tipo è il megaron del VI strato di Troia, ma la
divisione per mezzo di colonne sull'asse centrale, si
riscontra già nel palazzo di Festo ove è collegata con
una facciata bipartita (1). Anche questo impiego di
sostegni dispari fra due ante, sembra peculiare del-
l'architettura minoica (2).

In moltissimi edifizi di questo tipo alla fila cen-
trale di colonne corrisponde, in armonia col principio
ritmico dell'architettura ellenica, una facciata avente
un numero pari di passaggi, fra sostegni (colonne o
pilastri) in numero dispari. Sicché gli edifizi a due
navate e quelli con architettura frontale ad elementi
dispari, costituiscono una classe fondamentalmente
unica, della quale mette conto di tentare una siste-
matica tipologica, atta a chiarirne la genesi e la
filiazione (3).

A

1) Sala - secondo il Doerpfeld, probabilmente tempio -
dello strato miceneo (VI) di Troia, che si ricollega al tipo del
Megaron, preceduto da un vestibolo. Viene giustainente repu-
tato il prototipo degli edifizi a fila mediana di colonne.

Cfr. Doerpfeld, Troia uni Ilion, I, pag. 173 e Gli.

2) Tempio antichissimo di Neandria, supposto periptero esa-
stilo ; con una fila mediana di 7 colonne e la porta d'entrata sul-
l'asse medesimo.

Cfr. Koldewey, Neandria, LI Winckeklmannsprogr., pag.
23 segg., fig. 52-5 ; Dumi, op. cit., pag. 425, d ; Michaelis-Della
Seta, fig. 278.

3) Tempio primitivo di Sparta (sec. IX-X av. Cr.), scoperto
al disotto delle fondamenta del tempio di Artemide Orthia ; era
costruito con mattoni crudi e travi verticali e conserva una fila
di lastroni che sembrano basi di colonne e segnano verosimil-
mente l'asse dell'edifizio.

Cfr. Dawkins, Annua! of the British School, of Athens, XIV,
1907-8, pag. 17 ; XVI, 1909-10 pag. 25 ; Pernier, fig. 44 c.

4) Tempio primitivo scoperto al disotto di quello di Apollo
Dafneforo ad Eretria.

Cfr. Kuruniotis, apd. Karo, Archael. Ameiger, XXVI
1911, col. 123.

(!) Pernier, Monumenti dei Lincei, XII, col. 49, fig. 14 ; XVI,
tav. XXVIT, n. 25.

(2) Mackenzio, Crctan Palaces, in Animai of the Brilish School
ai Athens, XI, p. 206 segg.

(3) Notizie riassuntive e piante si vedano in Durm, pp. 407,
423, 425 ; Michaelis-Della Seta, pp. 253, 256, 259, 270, 278. ;
Leroux, Les origines de l'edifice hypostyle, pag. 78 seg.; Pernier,
Annuario della Scuola d'Alene, etc. I, pag. 78, etc.
 
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