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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Minto, Antonio: Lamine di bronzo figurate a Sbalzo di arte paleoetrusca in stile protoionico
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0150

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27 1

LAMINE UI BRONZO FIGURATE A SBALZO

272

nc.ìócc «s t/;)' Asvxìjv vTtaov, che rispecchi la ver-
sione dell'Aithiopis, non dilettano invece le rappre-
sentazioni figurate di Eos àgnd^ovGa io ffùi/ui tÒ
Méfivovog.

Sarebbe qui fuor di luogo entrare nel vivo dibat-
tito che, dal Brunii (r) e dal Robert (2) iniziato, ha
tenuto e tiene tuttora divisi molti dotti sull'interpre-
tazione di una categoria di monumenti, in cui ap-
pare il cadavere di un eroe trasportato da due de-
moni, per lo più alati, riconosciuti per Hypnos e Tha-
natos. Sotto il medesimo schema rappresentativo
l'arte ha concepito infatti l'episodio di Sarpedone
dell'Iliade (XVI, 666-683) e quello di Meninone del-
l'Aithiopis, immaginando che i corpi dei due eroi,
sottratti dalla violazione e dallo spogliamento sul
campo di battaglia per l'intervento di Apollo e
di Eos, vengano trasportati dai due demoni della
morte (3).

Per molte scene figurate di tale soggetto rimane
infatti incerta l'attribuzione all'uno od all'altro epi-
sodio, e precisamente per quelle che si distaccano
dalle due serie ben determinate, che fanno capo l'una
alla ceramografia del cratere del Louvre (4), attri-
buita all'episodio di Sarpedone, l'altra alle scene di-
pinte sulla kylix di Pamphaios (5) e su quella sco-
perta al Varvakeion (°), attribuite all'episodio di
Meninone.

Lasciando da parte la vexata quaestio sulla prece-
denza dei due episodi (se cioè quello di Sarpedone
dell'Iliade abbia servito di modello a quello di Meni-
none dell'Aithiopis (7), o sia di tarda introduzione

(!) Cfr. Brunii, in Annali ieWInst., 1858, pag. 370 sgg.
(Kleine Sehriften, III, pag. 43 sgg.) : in SitzungbericMe der Bayi r.
Akad. Wissensch. (philol. philos. classe), 1880, pag. 107 sgg.
(Kleine Sehriften, III, pag. 104 sgg.).

(*) Cfr. Robert, Thanatos, in 39 Beri. Winckelmannsprogr.,
pag. 7 sgg. ; Bild und Lied, pag. 104 sgg.

(3) Per un riassunto della questione passata, con relativa
bibliografia, vedasi Romagnoli, Proclo ed il ciclo epico, in Studi
italiani di filologia classica, IX, pag. GG sgg. Per le discussioni più
recenti sull'argomento vedansi Steinmetz, Lung, Loewy, 11. ce.

(4) Cfr. Pottier, Catal. des vases peinis du Louvre, pag. Ili
sgg., G. 163.

(6) Cfr. British Museum Caini.,111, pag. 47, E 12; Hoppin,
A Ilandbook of attie Red-Figurcd Vases, II, 290, 9.

(5) Cfr'. Robert, Thanatos, in 39° Winckelmannsprogr., pag. 17;
Holland, in Roscher, Lexilcond. Mythol. II,2,s. v. Memnon, 2677,
fig. 6.

C) Cfr. Robert, Bild und Lied, pag. 144, nota 26.

nel poema (1), e derivato viceversa da quest'ultimo (2))
rimane tuttavia fuori di dubbio che una contamina-
zione esiste fra i due episodi ; e tale contaminazione
la troviamo appunto riflessa nella letteratura più
tarda (3j e sui monumenti dell'arte, nonostante che
diversa sia la sorte dei due croi : Meninone infatti
cade sul campo di battaglia, ma, a differenza di Sar-
pedone, la madre ottiene per lui l'immortalità ; e
quindi l'intervento dei due demoni della morte, se
riesce chiaro e giustificato per Sarpedone, rimane
fuor di luogo per Meninone (4).

Per l'episodio della sorte di Meninone si è alquanto
trascurato di prendere nella dovuta considerazione
quella serie di monumenti che rappresentano Eos
stessa in atto di trasportare il corpo del figlio ucciso.
Si è cercato, e vero, di conciliare la figura di Eos,
che reca il corpo del figlio, con l'altra categoria di
monumenti in cui Hypnos e Thanatos trasportano
Meninone; e trovando talvolta associate le due scene (5)
si è- pensato che possano contemplare due momenti
successivi dell'episodio, ammettendo nel secondo
momento l'intervento di Eos che sottrae il corpo
di Meninone ai due genii della morte (6).

Ma rimane tuttavia fuor di dubbio il fatto che la
figura di Eos àgna'Qovaa tò aù/ia zò Mt\urorog com-
pare in monumenti antichissimi sotto una schema
di aggruppamento arcaico, perpetuatosi poi nei mo-
numenti più tardi : devesi quindi totalmente escludere
che tale concezione artistica sia derivata dall'influenza
della tragedia eschilea.

(*) Cfr. Lachmann, Bctrachtungen iiber Homers Ilias,
pag. 73; Christ, in SitzungbericMe der Bayer. Akad. Wissensch.,
1881, 2, pag. 169 sg.

(2) Cfr. Meier, in Annali dell'Inst., 1883, pag. 208; Schneider,
Der troischen Sagenkreis (188G), pag. 147. Vedasi riassunta la
questione da Cauer, in Berliner Philolol. Woehenschrift, 1914,
pag. 442.

(3) Meninone e Sarpedone sono spesso ricordati insieme per
tale confusione delle loro sorti (Aristoph., Ntib., 622; Sophocl.,
Eurypylus, 80 — Diehl, Sappi. Sophocleum).

(*) Cfr. Brunii. 1. c. (Klcineschriften III, pag. 104); Stein-
metz, I. e, pag. 46. Lo Steinmetz ha posto il quesito se nei
due demoni possano essere veramente riconosciuti Hypnos e
Thanatos o piuttosto Boreas e Zeffiro, dato che nelle fonti
più tarde i Venti vengono in aiuto ad Eos, come narra Quinto
Smirneo(II, 549), che deve in ciò aver seguito, e forse imitato,
un modello alessandrino.

f5) Meier, in Annali dell'Inst., 1883, pag. 215; Romagnoli,
1. e, pag. 67, nota 1 c.

(6) Romagnoli, I. e, pag. 68.
 
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