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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Bendinelli, Goffredo: Il monumento sepolcrale degli Aureli al Viale Manzoni in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0237

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443

ri. MONUMENTO SEPOLCRALE DEGLI AURELI

Il I

essa pure il fianco ad appunti di troppo rilievo, per essere
definitivamente accettata. Cito, a titolo di breve esem-
plificazione, la scena: del cavaliere in trionfo, la quale
presenta realmente una solennità mólto maggiore di
quanto non lasci supporre la Bibbia per le onoranze
che Giobbe riceveva dal popolo durante i giorni felici;
ma principalmente il telaio campeggiante dietro le
spalle della presunta moglie di (iiobbc. Nessun passo
del Libro di Giobbe giustificando la presenza domi-
nante di quell'attributo, il Mantechi ha creduto di po-
terne dare una spiegazione plausibile con il versetto
della Bibbia compreso nelle lamentazioni di Giobbe: « I
miei giorni son. passati via più leggermente che la spola
del tessitore... » (Giobbe, 7, 6). Ma non si comprende
abbastanza perchè i! pittore si sarebbe soffermato sul
paragone del telaio, quando il lamento di Giobbe se-
guita secondo lo stile orie tale, pieno d'immagini non
meno efficaci e pittoresche di ciucila ricordata (1).

È da osservare, poi, che sebbene l'immagine del
tessitore al lavoro includa il telaio, in realtà le parole
di Giobbe non contengono alcuna, esplicita menzione
al telaio. In ogni caso ; a rebbi1 stato necessario rappre-
sentare il telaio in azione. Come si può, inoltre, am-
mettere che l'immagine fuggevole di un paragone reto-
rico possa essere a tal punto materializzata dall'artista,
da assurgere all'importanza di un particolare visibile
e tangibile del quadro, di cui occupa la parte centrale
e più in vista ? quando poi il telaio, messo, come si
vede, precisamente alle spalle della donna, non può a
meno di collegarsi all'essenza del personaggio femmi-
nile, come un attributo naturale di questo? È da
osservare, infine, che mentre quello di Giobbe è uno
degli esempi a edificazione dei fedeli, enumerati nel-
VOrilo commendaiionis animai:, così bene messo in va-
lore da E. Le Blant per quanto si riferisci1 al reper-
torio figurato cemeteriale (2), e potrebbe rispecchiare il
principio del contrasto del bene e del male secondo
dottrine gnostiche (3), è anche vero, però, che • il vec-
chio Testamento non Ita avuto avversari più accaniti
degli Gnostici « (*).

I1) _('lr. Giobbe, 25, "26: « Ma i miei giorni sono stati più leg-
geri che un corsiero... Sono trascorsi come saette, come un'aquila
che vola frettolosa al pasto ».

(2) Bibliografia in M. Laurens, L'Ari ehrétien primitif (Paris,
1911, voli. 2), voi. 1, p. (58.

(3) Marucchi, in Bull. d. Ardi. Crisi., 1921, p. 92 seg.
(4j rinominiti, oj). cit., p. 33. Ved. però Buli. cit,, p. 93.

Anche nella interpretazione di Wilpert, nella quale,
del resto, è, a. nostro modo di vedere, profondamente
alterata la natura dei personaggi, il telaio viene senza,
esitazione restituito alla sua naturale l'unzione, che è
quella di servire di attributo aliti donna. Per questo e
per altro le deduzioni dei due illustri archeologi rappre-
sentano finora un lodevole, sebbene non troppo convin-
cente tentativo di accostarsi albi realtà I1).

Quando, nella prima affrettata relazione sulla
scoperta, proponemmo di interpretare il quadro con
un episodio del libro XIX dell'Odissea, relativo al ri-
torno di Ulisse in Itaca, trovammo una parte degli stu-
diosi consenziente (2), l'altra parte esitante, credo più

(L) 11 prof. Marncclii interpreta le tre figure di uomini nudi
come gli amici di Giobbe ricordati dal testo biblico, i quali sa-
rebbero venuti a far visita a Giobbe e alla vista di questo si sa-
rebbero stracciate lo vesti al punto da. restare nudi come li
vediamo. Effettivamente però non ci sembra di dover prendere
il passo biblico (Giobbe. 12). nel senso letterale. Comunque,
l'artista il quale avesse inteso di illustrare quel passo, si sa-
rebbe comportato diversamente. Vogliamo qui ricordare la
più antica e la piìi completa rappresentazione figurala pittorica,
della visita degli amici a Giobbe, offertaci da una miniatura
contenuta nella Bibbia Siriaca della Biblioteca Nazionale di
Parigi (Monumento Piot, voi. XVI1 (indi)), fcav. VI, 5). Quivi
si vede Giobbe nudo e coperto di lebbra, giacente sullo ster-
quilinio, avendo a lato la moglie seduta. A lui di fronte stanno
seduti i Ire amici interlocutori, vestiti di tunica cinta. La Bib-
bia Siriaca di Parigi, giudicata del VII o dell'Vili secolo, è in-
vero assai lontana per tempo e per luogo dal nostro monumento.
Ma siccome altri quadri miniati vi sono, nella stesso Bibbia,
nei quali l'imitazione di soggetti e schemi figurativi dell'arte
classica greca e romana dell'età migliore è lampante, non si può
a meno di ritenere, che anche la scena di Giobbe sia ispirala ad
un prototipo assai più antico, dal quale non dovettero differen-
ziarsi troppo le figurazioni del genero ripetute in Roma anche
su monumenti cristiani. Per le varie riproduzioni e il tipo
di Giobbe su monumenti cristiani, ved. F. X. Kraus, Real-
Encyklop&die d. Christl, Altertumer (Freiburg, 1552-8G), s. v.
Ioli. Il soggetto ricorre su pitture cemeteriali e sarcofagi.

Lo stesso Marucchi vede rappresentata, nella lunetta grande
delia parete destra, non soltanto il momento dell'abbiezione di
Giobbe nello sterquilinio, ma anche quello della sua ritornata
felicità, adombrata nel gregge numeroso e variato e nella cam-
pagna fiorente, la cui rappresentazione riempie la parte supe-
riore della lunetta. Effettivamente, però, non si tratta di due
momenti storici e di due scene diverse, ma di una sola scena,
la quale consta di un quadro d'interno (scena del telaio) e
di una complessa veduta di paese, messa a contorno e a com-
plemento di quello. D'altra parte, siccome al Giobbe seduto
nello sterquilinio non corrisponda di sopra nessun personaggio
che con quello possa essere lontanamente identificato, si do-
vrebbe concludere che l'artista si preoccupasse degli scenari,
omettendo, certo nini pio- amor ili chiarezza, i personaggi del
dramma.

(2) Gir. Grossi-Gondi, art. cit.
 
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