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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Bendinelli, Goffredo: Il monumento sepolcrale degli Aureli al Viale Manzoni in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0244

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457

AL VIALE MANZONI IN ROMA

45S

vano inizio le processioni trionfali, dopo essersi ordi-
nato nel Campo Marzio (M. In vicinanza dell'arco
aveva Domiziano innalzato il tempio della Fortuna
Reduce, rimasto lungamente in piedi. Ora è certo che
una Porta Triumphalis sia quanto di meglio si possa
immaginare per la scena cui ci fa assistere il nostro
pittore, cioè una processione trionfale. L'edificio visibile
dietro il gruppo equestre ben si converrebbe a una
identificazione con il tempio della Fortuna Reduce.
Ma è certo che il Tevere trovasi a una notevole distanza
dal punto approssimativo della Porla Triumphalis
e ne rimane anzi diviso da numerosi e importanti edifici.

Ancora una traccia rimane a seguire per l'identi-
ficazione del fornice. Sappiamo infatti clic Tiberio fece
costruire un arco marmoreo in vicinanza del teatro
di Pompeo, cioè sulla Via Trionfale alla sinistra del
Tevere (2). Da questa parte il Tevere è assai vicino
alla strada antica e forse uonjie restava diviso da nes-
sun edificio importante. Crediamo perciò sia da ac-
cettare quest'ultima soluzione del problema topo-
grafico, e che tutto il panorama della città dalla stessa
parte del fiume debba essere considerato approssima-
tivamente sotto ([nell'angoli) visuale. Indeterminato
rimane in tal caso l'edificio con timpano: tempio, come
pare probabile, od altra costruzione monumentale, die-
tro il gruppo equestre ; ma non trattandosi di que-
stione d'importanza, capitale, in qualsiasi modo la si
voglia risolvere, la nostra interpretazione non perde
nulla della sua validità-
Sulla riva destra del fiume altre costruzioni ap-
paiono delincate, sebbene lo stato di eccessiva umi-
dità del dipinto in questo punto ci permetta ancor
meno di apprezzarne i particolari : edifici più mo-
desti, ad un solo piano, con portici, presso l'angolo
inferiore del quadro, dominati da un edificio altissimo,
una grossa mole scura nel piano più arretrato, dalla
medesima parte. Ora sappiamo come la riva destra
del Tevere fosse, in età imperiale, relativamente povera
di edifici pubblici e di abitazioni private. Ma l'immenso
Campus Vaticanus (odierno quartiere dei Prati) offriva
bene in vista il Circus Hadriani, e poco oltre, negli
Borii Domitiae, il Mausoleo di Adriano (8). Effettiva-

(*) 0. Richter, Topographie der Stadi Rotti (Monaco, liioi ),
p. 220.

(2) Richter, op. cit., p. 227, e Sueton.-, (Hauti., II.

(3) Richter, op. cit., p. 277 segg.

niente, all'angolo inferiore destro del quadro sembra di
riconoscere, oltre a edifici con finestre e una fila oriz-
zontale di portici, un circo con il giro delle mura e la
spina interna. Più oltre, assai meglio in vista, il Mau-
soleo di Adriano, da identificarsi colla imponente mole
scura cui accennavamo. Si ha qui, infatti, un edificio di
proporzioni non comuni, a più ordini di terrazze, sor-
montati da un ampio bastione tondo: clementi archi-
tettonici sommari, se si vuole, ma sufficienti, data l'u-
bicazione, a determinare la natura speciale dell'edi-
ficio. Ora è vero che rispetto all'arco di trionfo, iden-
tificabile con la Porla Triumphalis o con \xArcus Ti-
berii, il Mausoleo di Adriano avrebbe dovuto tro-
varsi in un piano molto avanzato verso lo spettatore,
ed anzi completamente fuori del quadro. Ma c'ingan-
neremmo a partito se credessimo che l'artista siasi
preoccupato di comporre il suo quadro secondo l'ap-
plicazione di un criterio prospettico rigoroso, mentre
quanto si è già constatato al riguardo, ci convince
del contrario. A parte qualsiasi altra identificazione
topografica, di troppo dubbia consistenza, (pianto
siamo fin qui riusciti ad assodare ci permette suffi-
cientemente di affermare che nella veduta panoramica
non vuol essere rappresentata altra città che Roma,
la capitale dell'impero e del mondo romano (v).

Alla stessa maniera che la composizione figurata
sulla lunetta grande della parete di fondo è mate-
rialmente divisa, col taglio netto dello spigolo, dai
quadri delle pareti contigue, così anche i soggetti
rappresentati sembrano ispirati ad un ordine di idee
particolare, profondamente diverso dal resto. Si vede,
a sinistra, una folta riunione di popolo, che fa cir-

(1) La convenienza di interpretare una complessa com-
posizione del genere come un tentativo di riprodurre un
mondo reale, e non un semplice parto di fantasia, ci è con-
sigliata espressamente da monumenti affini, di più sicura
interpretazione. Rimettendoci per la composizione paesi-
stica della Cappella greca, nel cimitero di Callisto, a quanto
se ne è detto poco sopra, richiamiamo alla mente del lettore
un'altra composizione pittorica molti anni or sono rinve-
nuta in un edificio dell'Esquilino (G. Carcopino, Lapaix de Mi-
sène et la peinture de Bellori, in Reo. Anh., TV Ser., voi. XXII.
1913, p.' 253 segg.), e inoltre le famose lastre marmoree a
rilievo, di proprietà Torlonia, rinvenute sulla riva del Lago
di Fucino,presso Avezzano (Antike Denkmàler,vól. Ili (1916-
17), fase. Ili, tav. 31, A-B-C-D), nelle quali si ritiene rappre-
sentata l'antica città di Angitia, la metropoli del Lago. Le
sculture si conservano tuttora in Avezzano. nella villa Torlo-
nia, mentre la pittura citata dell'Esquilino, rinvenuta nel 1668,
disparve poco tempo dopo la scoperta (Carcopino, art, cit., p. 25.'! j.
 
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