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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Bendinelli, Goffredo: Il monumento sepolcrale degli Aureli al Viale Manzoni in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0248

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465

AL V1ALK MANZONI IN KO.MA

4(itì

plici sesti di saluto. 11 proprietario del terreno e idea-
tore della tomba, voli" eternare nel monumento, insieme
con la sua, lo figure dei fratelli morti, facendosi rappre-
sentare insieme a questi, vivi e spiranti, entro il giar-
dino usato già come luogo di quiete e di ricreazione
])er l'intiera famiglia. Non escludiamo, perciò, anzi
riteniamo fermamente che sia anche qui rappresentato
un episodio di vita vissuta. Ma noi amiamo vedere in
quei gesti parchi di omaggio e di saluto, qualche cosa di
più profondo. Al cuore di Aurelio Felicissimo sorrideva
la speranza di ritrovarsi insieme ai suoi cari perduti,
speranza straordinariamente alimentata dalla religione
di cui tutti e quattro i fratelli eransi fatti neofiti. E
il pio fratello superstite rivede nel quadro, come in sogno,
sè stesso a colloquio con i suoi cari, resuscitati e rinati
a una vita eterna, aggirantisi per i luoghi che furono
loro cari nella vita terrena, là dove dalla sua stessa
pietà fu poi innalzato il sepolcro di famiglia.

I due personaggi secondari collocati presso le due
porte, a mezzogiorno e ad ovest del recinto, stanno Certo
ad indicare meglio e a sottolineare la presenza di porte
di comunicazione e relative strade di accesso tra Te-
sterno e l'interno del recinto (così come il giovane presso
la porta del Fòro nel quadro precedente della stessa lu-
netta), ma possono simboleggiare anche dei personaggi
reali, e cioè famigliari e servi di quella abbastanza nu-
merosa ed agiata famiglia. Anche la servitù, del resto,
aveva spesso la sua tomba in luogo appartato nello
stesso sepolcro dei padroni, e questo è probabilmente
il caso del monumento degli Aureli, la cui partizione
originaria in tre vani doveva corrispondere ad una
effettiva distinzione sociale tra coloro le cui salme,
venivano ivi raccolte (').

La decorazione figurata della parte superiore delle
■pareti della camera risponde, come si vede, ad un rigo-
roso disegno simmetrico tanto nella distribuzione mate-
riale dei quadri figurati, quanto nella loro distribuzione

(l) E questa la giustificazione che si presenta corno la più ra-
gionevole, dell'accurata divisione degli ambienti del sepolcreto :
nel Cubicolo inferiore A la tomba di famiglia degli Aureli, nel
Cubicolo inferiore lì, e forse anche nel Cubicolo superiore, le
tombe dei servi e famigliari. Mancano d'altra parte indizi per
riconoscere qui la presenza di un collegium funeraticium, Rela-
tiva mente comune è il caso di sepolcri gentilizi nei quali
accanto alle sepolture dei padroni trovavano posto quelle
dei servi. Tale l'Ipogeo degli Arrunzì, oggi distrutto, presso
Porta Maggiore (C. I. L. VI, p. 978 seg., titoli sepolcrali
ai un. 5931-5960).

Monumenti Antichi — Vol. XXVIII,

ideale, cioè riguardo al contenuto morale, storico od al-
legorico che li informano. Sulle due pareti laterali alla
scala è, infatti, secondo la nostra interpretazione, illu-
strato probabilmente il concetto della resurrezione, sim-
boleggiato come un ritorno, un vó<fiog ordinario di
questa vita, e come una. sorte che accomuna insieme,
dall'uomo più povero al più potente, tutte le categorie
della scala sociale. Tale rispondenza tra i due fregi si
osserva anche nella distribuzione dei personaggi in due
grappi ai lati di un motivo centrale, che da una parte è
significato in un telaio, dall'altra in una edicola o
tempio. Allo stesso modo, sulla parete di fondo ricono-
scemmo due episodi non mitologici, ma di vita vissuta,
relativi alla storia, della gens Aurélia. Da una parte la
scena che vorremmo chiamare della conversione, dal-
l'altra quella della riunione dei vari membri della fami-
glia nel fondo rustico di proprietà della famiglia stessa.
Anche gli ambienti nei quali si svolgono le due scene,
rivelano una perfetta, rispondenza reciproca, così di
proporzioni come di limiti; rispondenza, certo, troppo
ricercata e troppo lontana dal vero, per quell'amoré
appunto della simmetria, che si rivela nell'opera del
nostro artista.

Il pilone rientrante all'angolo destro di fondo .della,
camera, rompe non solo la regolarità architettonica della
costruzione, ma anche la distribuzione simmetrica,
ideale e l'ormale, dei quadri. Il medaglione con la scena
del convito e il fregio con i dodici personaggi in fila di
fronte, non ci olirono, infatti, elementi per i quali con-
catenare in qualsiasi modo il contenuto di quei quadri
con i precedenti. E a, tale proposito è da avvertire che la
medesima soluzione di continuità si rivela in Eorma non
meno esplicita nei due sistemi esegetici cui più volte
si è fatto cenno, precedenti al nostro.

Tanto per non defraudare il lettore di tutto ciò che
può esser detto in proposito, ricorderemo solo che la
scena del convito non può rappresentare davvero una
mensa eucaristica, poiché mancano gli elementi necessari
per una, tale identificazione, come il pesce,cibo di rito, evi
si nota invece la presenza del vino, contenuto nel calice
che il servo di mezzo tiene sollevato La presenza dei

(*) Figure simili di servi, rappresentati entro il semicerchio
dello stibadium, in atto di tenere sollevato un bicchiere, ved.
in Wilpert, op. cit., testo p. 279 (fig. 25), e tav. 157 (in Pietro e
Marcellino). Servi dapiferi, in Dareraberg-Sagliq, Dict., s. v.
Coen a.

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