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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Bendinelli, Goffredo: Il monumento sepolcrale degli Aureli al Viale Manzoni in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0251

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471

IL MONUMENTO SEPOLCRALE DEGLI AURELI

472

dell'Odissea, riconoscimento per il quale manca, però
ogni base di dimostrazione, ed eccettuata la figura
del ('risili maestro q "indice, è infine da ritenere che
nessun altro riferimento possìbile al Nuovo Testamento
si trovi in tutta quanta la decorazione figurata della
camera sepolcrale. Tale assenza di motivi tratti dal
Nuovo Testamento ben si conviene all'indole dell'ipo-
geo, il (piale, senza anticipare le nostre conclusioni
sulla cronologia, dev'essere fin d'ora ritenuto di un'an-
tichità assai venerabile e partecipe, quindi, delle carat-
teristiche dei primitivi monumenti cristiani, sui quali,
come è stato riconosciuto, i riferimenti a episodi del
Nuovo Testamento sono invero assai scarsi (').

( ubicelo inferiore lì.

Nel secondo dei due Cubicoli inferiori, quello cioè
a destra della scala, i soggetti figurati occupano una
parte relativamente poco importante nel sistema
decorativo geometrico, a grandi specchi. Si tratta,
per lo più,-,di semplici figure isolate, prive di speciali
caratteristiche e di attributi particolarmente signifi-
cativi. Le uniche composizioni figurate importanti,
su cui potrà esercitarsi l'acume degli esegeti, non sono
più di quattro, e cioè il medaglione centrale della vòlta
e i tre gruppi, di dodici personaggi ciascuno, entro gli
arcosolì del piano superiore.

Nel gruppo del medaglione centrale della volta, con
la donna velata stante tra due vecchi, si volle già da
taluno riconoscere la nota leggenda di Susanna tra i
vecchioni (2). Un esame più accurato della composi-
zione ci costringe però a rifiutare quella ipotesi, che
-sembra a tutta prima confortata da efficaci raffronti
monumentali (3). I due vecchi non si presentano già
in funzione di persecutori della figura centrale, ma
piuttosto di suoi protettori e assistenti: poiché, infatti,
mentre l'uno si avvicina alla donna, tenendo in mano
il volume contenente i sacri testi o le sacre leggi, il
compagno tiene come sospesa obliquamente sul capo
della figura centrale la lunga verga, attributo specifico
del docente. Verga e volume sono due attributi desti-

(*) Wilpert, op. cit., p. 37.

(2) Grossi-Gaudi, art. cit.

(3) L'ipotesi espressa ila Wilpert, secondo il quale nel
medaglione eentrale sarebbe, rappresentata hi Triade gnostica
degli Oliti, ci sembra essere ancora più lontana dal vero.

nati nella mente dell'artista ad integrarsi a vicenda
e ad integrare.il comune carattere dei personaggi. Ciò
è bene indicato dai personaggi collocati intorno al
medaglione centrale, ciascuno dei quali ha verga e vo-
lume nelle mani, nonché dalle figure affatto simili,
con gli stessi attributi, campeggianti entro gli spec-
chi superiori delle pareti della stessa camera.

Occorre inoltre ricordare che le vòlte dei cubicoli
cemeteriali, lungi dal prestarsi, allo stesso modo delle
pareti, indifferentemente a qualsiasi soggetto del reper-
torio pittorico cristiano, sono per lo più impiegate a,
ricevere figurazioni simboliche del Paradiso, come
il Buon Pastore, il Cristo giudice, e scene della vita
dei Beati. Tale circostanza induce più di ogni altra
la certezza che la scena centrale, che per la sua impor-
tanza, a causa del posto occupato, deve considerarsi
la scena madre di tutta la decorazione pittorica, rap-
presenti nè più nò meno che l'ingresso dell' anima,
misticamente velata, nella dimora dei Beati. Il volume
e la verga sono chiare testimonianze della mistica
scienza alla quale l'anima è stata iniziata in terra
per raggiungere la Verità nell'altra vita. Nella figura
centrale, quindi, vediamo materializzata nelle spoglie
di una donna, l'idea dell'anima liberata dal corpo,
e nei due personaggi a lato due Apostoli, o comunque
due santi dottori e protettori (1). Non si dimentichi
a tale riguardo la scena che abbiamo chiamata « della
conversione » nel Cubicolo opposto, dove il docente
in cattedra ha in mano, quale insegna del suo ufficio,
la verga ; e inoltre la figura d'uomo nel vestibolo, ad-
ditando con la verga una croce (fig. 38).

Risultano perciò fantastiche le ipotesi che si sono
volute costruire intorno al presunto significato ma-
gico della verga. Se altrove la verga è tenuta in mano
da Mosè nel miracolo della sorgente e da Cristo nel
miracolo della resurrezione di Lazzaro e in quello della
moltiplicazione dei pani e simili, ciò non toglie che

111 La scena rieorre frequente su pitture e sarcofagi cristiani
de) 111 e I V secolo. Ved. ad es. il sarcofago vat icano riprodotto in
N.Bullett. eh Arili. Crisi., a. XVI, tav. I. con la defunta velata e
« i santi protettori della defunta clic la introducono in cielo »
(Mantechi, ivi, p. 15) Quanto alle pitture, ved. Wilpert, Pit-
ture, ecc., tav. 154 (in Domitilla), Roller, op. cit., tav. L e LII
(pitture e sarcofagi). Tale schema <li composizione è frequen-
tissimo su vetri cristiani, con la donna orante fra i due Santi
Pietro e Paolo (P. Garrucci, l'etri urinili ili figure in uni. Ilo ma,
1864, 'passim).
 
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