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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Bendinelli, Goffredo: Il monumento sepolcrale degli Aureli al Viale Manzoni in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0266

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501

spazio il pittore si è cimentato a figurare il quadro più
animato del suo repertorio, offrendoci lo spettacolo
di una cinquantina di figure di proporzioni piccolis-
sime, vera folla in miniatura, come immagine di un
assembramento molto maggiore, e queste figure rap-
presentate in circolo, con tutti i possibili effetti pro-
spettici, di fronte, di tre quarti, di profilo, di schiena.
A complicare i problemi prospettici del quadro si
aggiunge l'alta cattedra con podio al centro della
folla ; il podio ha per effetto di celare agli occhi del
riguardante tutto il corpo, meno la testa, delle figure
retrostanti alla cattedra, nonché la parte inferiore
del corpo delle figure dei piani superiori. In mezzo
a tante difficoltà l'artista riesce a destreggiarsi con
sufficiente disinvoltura ed efficacia, pur non isfug-
gendo ad errori specialmente di prospettiva, dei quali,
più che il singolo artista, dev'essere chiamata respon-
sabile l'arte del tempo.

Meno felici delle composizioni animate sono le
vedute panoramiche di città e di paese, nelle quali
l'artista mostra tuttavia di compiacersi non poco (*).

(') È questa dei paesaggi ampi e variati una particolare
tendenza della pittura romana : tendenza che sebbene eredi-
tata dall'arte ellenistica (M. Rostowzew, Die Eellenistisch-ro-
mische Arcliitekturlandschaft, in Romische Mitteilungen, 1911),
non per questo è meno compenetrata nell'arte romana stret-
tamente intesa. Esempì cospicui di vedute panoramiche del
genere sono la decorazione, già citata, di una volta di cubicolo,
nella Cappella greca(ved. col. 455, unta 2) e quello di unagrande
pittura anticamente scoperta e oggi perduta, illustrata pili volte,
con rappresentazione di un porto (G. Garcopino, La paix de
Misène et la peinture de Bellori, in Revue Archéologique, ser. 11,
voi. XXII (1913), pp. 253-270). È degno di nota die l'ultima
pittura sia stata rinvenuta pur essa nella regione Esquilina, e
che, a giudizio dei suoi illustratori, essa mostri ili essere stata
eseguita circa il principio del 111 secolo. Strettissima in tal caso
sarebbe la parentela, oltre (die topografica, artistica e cronolo-
gica della detta pittura con quella del Viale Manzoni. Sulla
pittura di paesaggio nell'antichità ved. anche Nogara, op. cit..
p. 49 seg. Non possono essere qui passati sotto silenzio gli
importantissimi bassorilievi provenienti dal Lago di Fucino
sopra citati, i quali rivelano le stesse inclinazioni paesi-
stiche e panoramiche inaugurate dalla pittura.

L'arte romana si mostra del resto cos'i permeata delle
tendenze paesistiche, che i motivi di paese fanno la loro
comparsa perfino su rilievi di lucerne fittili, come si vede in
una lucerna di Ostia (Notizie Scavi, 1913, p. 11: cfr. Catal.of
Lamps, Brìi. Mas. n. 1111), in un'altra del Museo delle Terme,
inedita (n.° d'iuv. G0G78) e in una a Pietroburgo (Rostowzew.
art. cit., fig. G6). Sulle lucerne a soggetti paesistici, vedi
inoltre Cagnat et Chapot, op. cit., I. p. 691, e sopra i sog-
getti di paesaggio, nella pittura e nel mosaico in generale,

502

Quivi i rigidi convenzionalismi artistici sottraggono
gran parte dell'effetto estetico e naturale dei quadri.
Domina sovrana la prospettiva aerea, a volo di uccello,
costringendo il riguardante a compiere uno sforzo di
volontà per ricordarsi, ad esempio, che nonostante
tutte le apparenze in contrario, la città disegnata nel
medaglione della parete sinistra, è forse una città si-
tuata in pianura, e non già arrampicata lungo le falde
di una montagna, come sembra a tutta prima. Anche
qui l'artista non si perita di venir meno alla buone re-
gole e di sacrificare le proporzioni relative generali del
quadro a singoli particolari e ad esigenze esteriori di
simmetria. Cosi avviene di vedere disegnato sulla pa-
rete di fondo un giardino il cui perimetro risulta più
vasto di quello delle munì della città vicina, e nel-
l'ambito della città stessa un semplice fòro grande
quasi quanto l'intera città.

Dove l'artista dimostra una maggiore abilità si è
nell'effetto coloristico dato ai diversi piani del qua-
dro, nella maniera con cui vengono sfumati ed avvolti
in una specie di caligine azzurrina i piani più arre-
trati delle scene di paese : ciò si osserva così nelle ve-
dute panoramiche di città, come nei due grandi pae-
saggi della parete destra e della parete di fondo. È que-
sto del Viale Manzoni uno dei rari monumenti di pit-
tura antica, sui quali si possano fare delle osserva-
zioni del genere ('), preziose in quanto ci permettono
di farci un'idea della perfezione cui era giunta la pit-
tura di paese in un'era, ormai prossima al declinare,
dell'arte romana.

Un ultimo notevole saggio del suo ingegno versa-
tile il pittore ci offre nella grande lunetta con gli ani-
mali pascolanti. La pittura romana, sempre più vicina
che non si creda alla realtà, ha costantemente dimo-
strato, non senza l'incoraggiamento dell'arte ellenistica,
una certa predilezione per i quadri animalistici, e la
pittura animalistica doveva essere molto apprezzata

op. cit.. Il, p. 141 segg. Perfino sopra una piccola corniola
della preziosa raccolta, inedita, delle gemme del Museo Na-
zionale Romano, vedesi eseguita con grande abilità e in pro-
porzioni quasi microscopiche, )a veduta di un porto.

(') Sfondi paesistici con effetti azzurrini di prospettiva ae-
rea si riscontrano nel ciclo di pitture ispirate a scene dell'Odis-
sea (li stile pompeiano), quali oggi si ammirano alla Biblio-
teca Vaticana (Nogara, op. cit.. specialmente le tavole a co-
lori XVIII e XX).

al Viale Manzoni in novi a
 
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