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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 28.1922

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Pace, Biagio: Vasi figurati con riflessi della pittura di Parrasio
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https://doi.org/10.11588/diglit.12555#0327

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591

VASI FKH'KATI CON RIFLESSI DELLA PITTURA DI l'Ali KASIO

592

nini., il cui riferimento a Polignoto non mi sembra pre-
senti alcuna seria base (J). Se ciò fosse vero, ritrove-
remmo elementi di un altro ciclo pittorico relativo
agli Argonauti o anche semplicemente ai Dioscuri.
Di questi con Enea, Plinio (XXXV, 71) ricorda un
quadro di Parrasio.

* *

Mancano elementi per tentare la. ricerca di remini-
scenze degli altri quadri di Parrasio di cui ci parlano
le fonti scritte : quadri mitografici e storici, ritratti,
allegorie, scene di genere, libidines (2). Soltanto per il
quadro di Prometeo — che era nel Partenone e si ri-
tiene rappresentasse il supplizio senza accenno alla
liberazione—si ha qualche indizio. II Milchhofcr ri-
teneva che di quest'opera si conservasse un riflesso
in un rilievo di Pergamo del II sec. av. Cr. ; ma il Ter-

(*) F. Behn, Die ficoronische Cista, Rostock, 1907, p. 51
segg. ; Helbig-Amelung, FUhrer, lì2 u. 1752; Ducati, Arte
Classica, 540 segg.: Della Seta, Museo di Villa Giulia, p. 24
(Bibliografia).

(2) Su qiuste opere vedi le fonti in Overbeck, un. 1702-
1722.

Un autoritratto sotto lo schema di Ermete, ed un quadro
di Eracle dipinto così come si sarebbe manifestato in sogno
al pittore, venivano reputati dagli antichi, indizi di quel-
l'arrogante coscienza del proprio valore e di quella vana-
gloria che aveva indotto Parrasio a dirsi egli stesso àflgo-
(Slaixos, lidbrodiaetum (Plinio,XXXV,71; Ateneo,XV,p. 687 B),
« che vive delicatamente ».

A proposito dell'arroganza di Parrasio, si narrava anche
che si dicesse discendente da Apollo, e, vinto in gara da li-
mante, per un quadro rappresentante la disputa per le armi
di Achille, disse che s'era ripetuta, come nel soggetto del
quadro, la vittoria del meno degno. Quadri di genere erano
un sacerdote e fanciullo, gli « opliti » etc,

Per le « libidines », che la vecchia critica interpretò tal-
volta come « badinages », caricature (Quatremère de Quincy,
Mmument» et ouvrages d'art antiq. restitués, II, p. 90) s'inten-
dono invece composizioni lascive, quegli 'Jcpoo<fizT]( tqóici
(Aristof., Eccles. v. 8) veneris figurile (Ovid., Inst.. II, 523; Ars
Amai., II, 08) usate nelle camere da letto nell'antichità (cfr.
Kaoni Rochette, Peintures antiques inedites, Parigi, 1836, p. 255
seg,). Nella ceramica della fine del sec. V e del seguente non
troviamo rappresentazioni che possano dipendere da questo
genere di Parrasio; vi sono infatti, nei vasi di Kerc, belle
forme femminili ignudo, sia nel bagno sia in rappresenta-
zioni mitologiche, e scene erotiche un pò licenziose (etera
nuda seduta fra due giovani: Ducati. Cer. del IV sec., p. 36,
n. A, 30; donna che invita l'amante a baciarla .' ivi. p, 42,
n. A, 39), ma non oscene. Una di queste « libidines » di Par-
rasio fu posseduta dall'imperatore Tiberio: era una «tavo-
letta» un nivat, quali appunto vennero in uso ai tempi di
Zeusi e Parrasio, quando la pittura cessò d'essere esclusi-
vamente decorativa (cfr. Girard, Victura cit., p. 464).

zaghi ha fatto notare che lo schema di questo rilievo
si ti'ova già in pitture vascolari del secolo VI, e ad-
dita invece, con molta verisiniiglianza, un rilievo di
sarcofago di luce (coli Blundell) ove le Oceanine in-
tercedono presso Efesto, e un rilievo trovato presso
il Tevere, ora nel Museo delie Terme : gli elementi pae-
sistici che si ritrovano in questa composizione e l'enfasi
patetica della figura di Prometeo, convengono assai
bene a quanto i nostri vasi ci dicono ora dell'arte di
Parrasio (1).

* *

Noi dovremmo ora passare all'esame delle altre no-
tizie che gli antichi ci hanno tramandato su questo
celebre maestro. Ma non v'è, purtroppo, nulla di molto
interessante, se se ne tolgano i riferimenti al padre, il
pittore Evenore, che sarebbe stato suo maestro (2),
e quelli, cronologici, che furono esaminati dal Letronne
nel suo acuto libro sulla pittura (3). Risulta con ogni
sicurezza, come già vide Quintiliano, che il pittore era
già in fama nel 399, anno della morte di Socrate, per
che 6 ricordato un suo colloquio col filosofo, che con
lui parla come con un maestro già insigne. Plinio,
che colloca Vàxti-i) del padre di Parrasio nella 90a Olim-
piade (420 av. Cr.), certamente erra di una genera-
zione ; tra questa notìzia e quella di Senofonte non può
infatti cader dubbio sulla scelta. Un lavoro giovanile
del nostro artista sarebbe pertanto quella collabora-
zione — disegno o dipintura — dello scudo di Atena del
toreuta Mys, che va riferita al 433 av. Cr., epoca in
cui Parrasio doveva essere poco più che ventenne (4).

Parrasio era contemporaneo ed emulo di Zeusi.
Sarebbe molto interessante poter conoscere dei rap-
porti dei due mastri, qualcosa di più significativo di

(*) Seneca, Controv., X, 34, Si può riferire a quest'opera
l'accenno in Monandro (fr. fai. inceri., 11, p. 193, ed. Meinecke)
TiQoanantariatevfxévov.... HQOfxrjDéa i inchiodato alla roccia».
Rilievo di Pergamo: Milchhòfer, Die Befr. d. Prometheus, 42
Beri. W inkelmannsprorjr. Halle : Baumeister, Denhn., s. v.
Pergamon, Rilievo Jnce: Jahn, Arch. Zeitung, 1858, tav. 114,
p. 168 seg.,e Terzaghi, Monumenti di Prometeo, in Studi e ma-
teriali di archeol. e numismatica di ìi. A. Milani, III, p. 203,
fig. 7, e p. 204, fig. 8. Rilievo Terme : Helbig., Fuhrer2, n. 1394 :
fr. anche, J. Toutain, Prometheus, in Daremberg-Saglio, IV,
p. 680 segg. spec. 682 segg.

(2) Plinio, XXXV, 60; Pausania, I, 28,2; Harpocrat, s.
v. IlaQ^daiog.

(3) M. Letron ne. Lettres d'un antiquaire à un artiste sur Vem-
ploi de la peinture historique murale, Parigi 1835, p. 289 segg.

(4) Pausania, I, 28,2: Letronne, p. 299.
 
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