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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Barocelli, Pietro: Albintimilium
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0022

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ALBINTIMIUTJM

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sporgenza di appoggio c di passaggio al piede della gra-
dinata. I lastroni di pietra sono alti e larghi quanto i
gradini, e poggiano su corrispondenti muretti fondati su
terreno di riporto.

In alto, il decimo gradino si allarga in una prae-
cinctio, dietro la quale si alza il muro maestro semicir-
colare intermedio fra l'orchestra e il muro perimetrale
esterno del monumento. Su questo muro intermedio non
appare impostatura di volta o di capriata : vi sono però
all'estremità ovest della praecinctio avanzi di gradini per
iqualievidentementesisaliva alla stimma cairn II muro
perimetrale esterno è lontano dal muro maestro interme-
dio m. 6,00, e tutto il vano trai due muri fu trovato colmo
di materiale minuto di riporto, abbondante di calcinacci
e altri frammenti (fittili, vitrei, laterizi). A circa metà al-
tezza questa massa mostra uno strato spesso e continuo
di bruciato.

Nell'interspazio fra i due muri nessuna traccia di
altri muri semicircolari : vi sono i muri radiali che fian-
cheggiano gl'ingressi.

Il parodos occidentale è coperto da sette lastroni di
pietra della Turbia, i quali vanno digradando dall'esterno
all'interno (fig. 6), seguendo la pendenza del pavimento
del parodos. Sui lastroni, sostenuti da cornicioni della
stessa pietra, sono scavati piccoli fori forse per l'im-
piombatura di ringhiera o altro.

Il pavimento dell'orchestra, più basso (90 cm.) del
piano esterno, ha tutto in giro, lungo il primo gradino
della cavea, un lastricato di pietra della Turbia largo
m. 1,50, destinato certamente a ricevere sedili mobili.
Nel resto dell'orchestra non rimane traccia di pavimen-
tazione nè di vasca grande o piccola per acqua, come
nel teatro di Pompei. Questa parte dell'orchestra sembra
pertanto che dovesse rimaner libera, pur non potendosi
escludere che venisse volta per volta coperta provvisoria-
mente con pavimenti di legno in relazione alle esigenze
degli spettacoli vari. Si è già accennato alla scaletta di
accesso dall'orchestra alla scena. Noi non conosciamo
certo completamente le rappresentazioni teatrali ro-
mane : potevano aver luogo anche riesumazioni di vec-
chie tragedie greche, per i cui cori l'orchestra doveva
essere disponibile. Osservazioni fatte in questi ultimi
anni nei teatri di Arlcs, di Orange, e di Melida (Spagna)
fecero ritenere al Formigé ed al Ramon che nei teatri
romani l'orchestra dovesse essere libera, salvo una fila o
due di sedie mobili ai piedi della cavea destinate ai per-

sonaggi più segnalati della città (1). H teatro di Albinti-
milium confermerebbe queste conclusioni.

Vitruvio, in ogni modo, per i teatri romani, a dif-
ferenza dei teatri greci ove nell'orchestra agiva il coro,
prescriveva un'altezza della scena non maggiore di 5
piedi. Così si aveva la piena visibilità dall'orchestra. La
scena del teatro intimiliese era inferiore ai cinque piedi,
e permetteva una piena visibilità anche a tutto un pub-
blico occupante completamente l'orchestra.

*

Salgono dall'orchestra alla praecinctio tre scalarla di
piccoli gradini ricavati nella gradinata: uno certamente
all'estremità est, che non si potè raggiungere nello scavo;
uno in mezzo, dividente in due settori uguali tutto il
primo maenianum : uno all'estremità ovest.

Tre scaloni d'accesso salgono dall'esterno. È ancora
in posto una parte dei gradini : sono di pietra della Tur-
bia, e poggiano su terreno di riporto. I primi tre gradini
dello scalone est e i primi quattro dello scalone ovest
sono esterni al muro perimetrale : la soglia dello scalone
centrale era pur preceduta da un gradino esterno, ma lo
scalone stesso ha altre differenze di costruzione che
sembrano accennare ad una destinazione speciale. I
muri maestri del teatro sono tutti di pietrame con lega-
menti di doppi strati orizzontali di mattoni. Non
hanno intonaco : tra uno strato e l'altro ambe le faccie
sono ai ciottoli spaccati in ordini regolari. La man-
canza originaria di intonaco appare evidente nell'in-
terno del parodos ovest, dove il muro sostiene i
cornicioni.

Nulla rivela finora l'esistenza d'un portico dietro la
scena, e nulla prova che sull'alto della cavea corresse il
portico interno conformemente alle regole vitruviane.
Così pure manca un portico esternamente al muro peri-
metrale, dove non vedesi neppure l'ornamentazione a
semicolonne decorative o altra simile, di cui sono esempi
in altri monumenti del genere. Solo dalla parte di occi-
dente il muro offre in basso una sporgenza rumata, sotto
il cui centro, formato a modo di nicchia, s'apre un pozzo
di notevole profondità rivestito internamente di ciottoli

(') Il Formigé riferì alla « Accadèmie des inscriptions et
belles Iettres » e la sua relazione è rissunta in Annales de Pro-
vence, X, 2, 1913, pp. 146-147. Le osservazioni del Ramon sul
teatro di Merida sono riassunte dal Pasquali nel Boll, della
associazione archeol. romana, VI-VI1, 15)16-17, p. 39.
 
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