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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Barocelli, Pietro: Albintimilium
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0023

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ALBINTXMIUDM

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spaccati (*). Rimangono nella sporgenza del muro avanzi
di ornamentazione laterizia incorporati nel muro stesso.

* *

Gol teatro di Albintimilium la Soprintendenza ha
restituito alla luce uno di quei monumenti che non man-
cavano mai o quasi mai nelle città dell'impero romano
per quanto piccole. Non lungi da Ventimiglia uno ne
aveva Forum Julii (Fréjus)(2) ; il Piemonte vanta quello
di Aosta, che con buone prove il Promis assegna all'età
augustea (8) e che ora la Soprintendenza sta scoprendo.
Di quello d'Ivrea," in parte incavato nella roccia, il
Promis stesso vide ancora gli avanzi (*): qualche cosa si
sa di quello di Polleniia (6).

I piccoli teatri di Augusta Bagiennorurn (*) e di In-
dustria, i cui avanzi or è un secolo rilevò il Morra di
Lavriano (7), sono ridotti alle sole fondamenta. Più gran-
dioso era quello di Libarna, assegnato dal Moretti al
II secolo d. Cr. (8) e di Augusta Taurinomm (Torino").

II teatro di Albintimilium è tra i piccoli; ma, grazie
alla duna di sabbia che sino a ierineha coperti i ruderi,
la gradinata per tanta parte conservata, bianca e splen-
dente al sole nella serenità del cielo ligure, offre carattere
particolare di bellezza e di monumentalità (fig. 6).

Nessuna iscrizione è uscita dall'area del teatro :
di decorazione artistica rimane qualche pezzo di cor-
nice, una piccola base di colonna (»), nient'altro. Nulla
ci indica quando precisamente il teatro fu costruito :
nulla sappiamo della sua storia.

Non andremmo però, almeno credo, molto lontano
dal vero collocandolo, come tanti altri, nel II secolo d. Cr.
e forse alla fine del secolo stesso. In ogni caso, che la sua
eostruzione non sia anteriore alla fine del I secolo d. Cr.
dànno indubbia prova i frammenti di vasi di terra sigil-

la1) Vi si raccolsero molte ossa di animali varii. Anche in
altri teatri romani sono cisterne (così a Dugga, ecc.).

(2) De Ville d'Avray, op. cit., p. 81.

(3) Atti della r. accad. d. se. di Torino, ser. II, XXI, 18G4,
tav. X. „,

(*) Memoria sugli avanzi del teatro d'Ivrea (Atti della Soe.
pieni, d'archeol, IV, pp. 87-94).

(6) Franchi-Pont, Pollenza, 1806 (Meni. d. I. accad. d. seienzt
di Torino).

(6) Assandria e Vacchetta (Atti della soe. piem. d'archeol.,
VII, p. 33, 34). '

(') Fabretti, Industria, in Atti della soc. piem. d'archeol., III.

(8) Loco cit.

(9) Nel ginnasio di Ventimiglia è un capitello corinzio tro-
vato poco lontano dal teatro.

Monumenti Antichi — Vol. XXIX.

lata raccolti entro i grossi fìttili slabbrati e frantumati
che si scoprirono, come già si disse, tra le fondamenta
del teatro (Piano II, 15) (*).

I materiali detritici raccolti entro il teatro non pos-
sono, essendo venuti dal di fuori, fornirci indizi crono-
logici ; e neppure da quelli usciti nello sterrare in parte
i vani fra i muri perimetrali si potè determinare quando
questi vani siano stati — verosimilmente a sostegno
della summa cavea — riempiti di materiale di scarico (a).

Che il teatro stesso sia da assegnare ad epoca piut-
tosto tarda, si dedurrebbe anche osservando cornei gra-
dini, le soglie, sono in istato tale di conservazione che si
direbbero di freschissima costruzione ed in qualche
punto neppur terminati.

* *

A ponente del teatro nessuna cinta sembra lo sepa-
rasse dai sepolcri ivi disseminati, e verso settentrione
per lungo tempo, sola, si ergeva una fontana monumen-
tale (3). A levante si congiungono al teatro avanzi di un
lastricato di pietra della Turbia (Piano II, 6) (4), dal
quale per un ingresso monumentale, presumibilmente
un grande arco (Piano II, 7), si accedeva ad un'area
pubblica lastricata (Piano II, 8 e 9) che, quando il
teatro fu eretto, rimase limitata e chiusa dal teatro me-

(1) Da uno di questi fi11ilI usci un fondo di vaso di terra si-
gillata colla marca di un figlilo gallico transalpino : of • cai
(v. appendice, V). È noto che l'industria della terra sigillata
nelle grandi officine della Gallia transalpina cominciò a fiorire
verso la metà del i sec. d. Cr., e che le loro esportazioni presero
sviluppo nella seconda metà del secolo. La bella coppa della fig. 43
venne ricostituita (già lo si accennò) coi frammenti trovati in
questi grossi vasi. Le varie questioni ch'essa suscita sono trattate
nella appendice. Basti qui dire che la rozzezza delle figure orna-
mentali e la vernice bella e lucente, ma non propria delle celebri
officine aretine, fanno pensare a quelle imperfette imitazioni di
vasi gallici transalpini a figure non inquadrate, che si ebbero in
Italia nella li metà del i secolo d. Cr. (Déchelette, Vases cérami-
ques ornés de la Gaule romaine, I, Paris, 1904).

(2) Una moneta di Tetrico è stata raccolta in uno di questi
vani per quanto piuttosto in alto, a profondità tuttavia tale da
non potere facilmente essere stata rimescolata in rivolgimenti
superficiali del terreno. Il riempimento del vano parrebbe
quindi, in ogni caso, tardo.

(3) Talora i teatri ed edifici consimili avevano intorno una
cinta che li separava dagli edifici circostanti e ne formava una
insula a sè. Cosi, nella parte occidentale della regione subalpina,
il teatro romano di Torino e l'anfiteatro della romano-ligure
Libarna.

(4) Vi accenna il Rossi (Notizie d. scavi, 1884, p. 229), con
altri ritrovamenti avvenuti nello scavo delle fondazioni del
muro di cinta.

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