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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Barocelli, Pietro: Albintimilium
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0071

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129

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L30

COF'/l/SSÌ) R- a.
QJJWPj R. B.

Due esemplari con bollo poco chiaro ; R. a.

b) Vernice gialla venata di rosso. Bollo male im-
presso e corroso ; R. B.

23) . Patere ad orlo svasato ornato di foglie cordi-
formi peduncolate (Drag. 36) (fig. 41 d, e).

24) . Coppe ad orlo svasato ornato di foglie cordi-
lo rmi peduncolate (Drag. 35) (fig. 41 /).

L'ornamentazione di questo gruppo e del prece-
dente è sovrapposta colla così detta barbotine (1). Pa-
tere e coppe provengono, secondo il Déchelette, dalle
officine di Lezoux; ma tale provenienza non mi sembra
in tutti i casi sicura. Qualche patera di Aìbintimilium
(fig. 41 d) avente l'anello del piede piuttosto basso,
vernice rossiccia poco resistente, foglie cordiformi più
rade, potrebbe avere altra provenienza. Qualcuna è
sprovvista delle caratteristiche foglie peduncolate e di
qualsiasi ornamentazione. Secondo il Déchelette, questi
vasi sarebbero stati in uso specialmente nella seconda
metà del I secolo d. Cr. Non si può precisare l'epoca della
loro scomparsa. Osservazioni stratigrafiche, però non
sicurissime, fatte dal Marteaux nell'area dell'antica
Botdae (Savoia), ne protrarrebbero l'uso fino alla metà
del III secolo (*). Questa Soprintendenza ne trovò
frammenti negli scavi delle mansioni del Piccolo S. Ber-
nardo, che però non possono servire per una datazione,
trattandosi di giacimento archeologico ripetutamente
mosso. Ad ogni modo gli scavi di Aìbintimilium atte-
stano la contemporaneità, almeno parziale, di queste
coppe e patere con i vasi gallici sopra elencati. Tutti
questi vari tipi si trovano infatti frammisti nelle
medesime tombe. Numerosi sono gli esemplari nelle
raccolte aprosiana e Bicknell, e numerosi quelli trovati
negli scavi della Soprintendenza (8), interi nelle tombe,

(*) Déchelette, op. cit, II, p. 309 sgg.

(2) Marteaux et Le Roux, Boutae, p. 412, Annecy, 1913.

(3) Patere come quelle della fig. 41 e erano nelle tombe 6,
13, 20, 23, 35, 55. Coppe come quella della fig. 41 /' erano nelle
tombe 6, 7, 19, 20, 23, 37, 56, 57. Patere come quella della
fig. 41 d, a rozza ornamentazione, erano nelle tombe 27, 33,
35, 58. Patere a fine vernice rossa senza foglie cordiformi nella
tomba 7. Coppe a fine vernice rossa senza foglie cordiformi
nelle tombe 7 e 13.

in frammenti negli altri scavi. Evidentemente Aìbin-
timilium ne era grande centro d'importazione. Gli
esemplari intimiliesi sono tutti anepigrafi, salvo uno
della raccolta aprosiana (bollo rotto): la grandissima,
parte a vernice rossa lucente : pochissimi a vernice
gialla venata di rosso (*).

25). Patera ansata anepigrafe ornata di foglie con
peduncoli allungati e puntini (sembra a mezzo della
barbotine): t. 32 (fig. 41 g).

Tipo rarissimo. Il Déchelette, non ostante diligenti
ricerche in molti musei, non ne conosceva nessun esem-
plare intero e solo raffigurò alcuni manici simili per forma
a quelli della nostra patera, ornati però con figure umane
e di animali ottenute « par les procédés habituels des
vases moulés » (non con la barbotine), ch'egli riteneva
provenissero dalle officine di Lezoux e che fossero stati
in uso nella seconda metà del I secolo d. Cr. ed anche nel
II. La forma e l'ornamentazione dei vasi figurati dal
Déchelette richiama infatti quelle dei vasi di metallo

(*) Hanno vernice gialla venata una coppa della tomba 56,
una coppa ed una patera trovate in frammenti dispersi presso
i recinti D ed F.

In Piemonte non mi sono noti se non scarsissimi esemplari
di questa foggia di vasi : una coppa raccolta recentemente in
un sepolcreto ad Aosta, ed una patera, non ornata, proveniente
dalla valle di Susa. Il Ponti (Il Vertano ed i suoi antichi abita-
tori ecc., 1890, tav. XV) sembra figurare alcuni di questi vasi,
raccolti nel sepolcreto di Tenero (Locamo), ma le figure sono
piuttosto imprecise e manca ad esse ogni commento. Qualche
esemplare anepigrafe, non ornato, si trovò nel sepolcreto di
Persona ad Ornavasso (Bianchetti, op. cit., p. 65, tav. XXIV, 10).

L'Ulrich, illustrando il sepolcreto di Giubiasco (Die Grae-
herfelder in der Umgehung von Bellinzona ; tombe 90, 263, 282,
del sep. di Giubiasco ; tav. LXXTV. 5, 6, 7), dice di « Kalbkugel
l'iirmigeIdeine Schale aus Terra Sigillata mit flachgewolbtem nach
unten umgebogenem Rand, auf welchem Trauben und Voluten
in Barbotine angebracht sind. » Sono vasi di forma simile a
questi intimiliesi, ma, sembra, anteriori, essendo stati raccolti,
secondo l'Ulrich, con una fibula di tipo gallico ed un'altra a san-
guisuga di tipo tardo e perdurato in uso anche in età gallica.
Trattasi forse di prototipi italici del tipo gallico costante che
ritroviamo ad Aìbintimilium ed altrove oltralpe ? Aggiungo
che a Roma nell'antiquario del museo nazionale romano sono al-
cuni orli di tali coppe e patere. Pervennero dalla collezione
Garibaldi, formata a Riofreddo con materiali di provenienza
locale. In questa collezione, fra i numerosi frammenti di terra
sigillata, scarsissimi sono di questa forma. Sono ornati non
solo di foglie cordiformi, ma anche di puntini a rilievo, orna-
mentazione che troviamo pure, ad esempio, sulla patera inti-
miliese della fig. 41 e su vasi non di terra sigillata. Nel magaz-
zino del museo stesso è altresì una patera rozza ornata di
foglie cordiformi pedunculate, rade, proveniente dal territorio.
romano.

Monumenti Antichi — Voi. XXIX.

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