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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Barocelli, Pietro: Albintimilium
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0072
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ALBINTIMILIUM

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e di vetro introdotti verso la metà del I secolo d. Cr. ed vegetali. Ad Albintimilium si raccolsero solo frana-
to uso fors'anche nel II secolo menti, in numero estremamente scarso, riferibili a
L'esemplare fittile di Albiniimilium, date le condi- questa categoria di prodotti italici (x) di cui sembra fosse
zioni di giacimento della tomba cui apparteneva, va scarsa l'importazione in tutta questa parte d'Italia (2).
attribuito alla secónda metà del I sec. od a tempi certo Forse qui cominciarono a richiedersi vasi di lusso
non molto lontani. quando nell'Italia centrale la relativa industria era sul

finire.

26) . Piccole coppe emisferiche riferibili al tipo gal- Il vaso riprodotto nella figura 43, ricostrutto con
lieo Drag. 40, del quale il Loeschke crede di aver trovati frammenti dispersi (*), è di tipo raro. Pareti di notevole
i prototipi italici (forma L. 6). spessore, colore e tono della vernice rossa scadenti,

Due esemplari con bolli male impressi ; T. 69 e R. a. figure rozze, quali sui vasi ornati con figure a rilievo,

opera dei medesimi figlili gallici transalpini imitatori

27) . Coppa ad alta parete diritta, leggermente obli- degli aretini già ricordati come produttori di vasi di
qua sul fondo piano. Bollo ( OF-CAI ) (R. a.), già noto terra sigillata lisci (off. di Banassac, Graufesenque,
nel sud della Francia (2). Lezoux ecc.) (4). Manca il fondo del vaso, nel cui centro

doveva essere il bollo del figulo. La forma ricorda quella
Drag, e Déchelette 29, che, per quanto è noto finora,
|[ I r "J^ sembra propria della ceramica gallica ed introdotta

\^ in essa fra le prime (*), salvo alcuni esemplari, come

l^ssssl jsagssssa^^^^ il nostro, a pareti spesse, vernice scadente, a rozze figure

libere, ritenuti dal Déchelette imperfette imitazioni dei

Fig. 42. — Tomba 145. — delle dimensioni lineari. . „. . , „ ... „» . , „

s vasi gallici di questa torma eseguite in orncine delle più

tarde e decadenti di Arezzo e dell'Italia centrale (L. Ra-

28) . Patera a pareti semplicemente arrotondate; sinius Pisanus, Sex. M. Fes) (9). Conosciamo troppo poco

vernice gialla venata di rosso P • CAS Caslus? (8). la ceramica di Arezzo per poter dire se questi prodotti

R. B. « aretini » non siano, invece di « imitazioni galliche »,

29) . Patera anepigrafe a vernice gialla venata di rosso. gli ultimi dello svolgimento di una forma aretina, dalla
Sull'orlo le solite foglie cordiformi; R. B. (fig. 40 A). quale anche la caratteristica gallica sia derivata. A diffe-
renza di questi « aretini », i vasi gallici di forme Drag. 29

30) . Basse coppe con orlo sporgente all'esterno sono, a quanto risulta dai dati forniti dal competcntis-
orizzontalmente ; t. 145 (jfig. 42). Tale foggia sembra simo Déchelette nella sua vasta opera sulla ceramica
estranea alla ceramica di terra sigillata del I secolo. _

(l) Frammenti di orlo con fascia di ovuli (scarichi del tea-
31). Vasi ornati a rilievo di figure umane, di ani- tro). Piede nel cui fondo interno è il bollo w entro delfino (scavi

m'iti di ire i ve i tali ('e^a sPa^a norc^ cavalcavia suUa ferrovia). Gli uni e l'altro

mi i, % fregi veg a l. riferibili al tipo, solitamente ornato, Dragendorf 11.

È nota l'eccellenza dei figlili aretini ed italici in gene- (2) Nella ricca collezione di vasi di terra sigillata usciti dai

rale nell'ornare, con fine senso d'arte, le pareti esterne sepolcreti piemontesi, esistente nel r. museo di antichità di

Torino, non un frammento di vaso così ornato,
dei vasi con figure umane, di animali, di ricchi fregi (3) Dagii scarichi del teatro.

(*) Déchelette, op. cit., voi. I.

- (5) Potrei solo ricordare che nella raccolta civica Queirolo

di Vado Ligure è un piccolo frammento di vaso a vernice rossa,
(!) Déchelette, op. cit., II, p. 316 sgg., tav. VII. pareti spesse ed ugualmente carenate. Nella zona superiore

(2) C. I. L., XII, 5686, 156. Si trovò ripetutamente ad Al- restano la testa e le zampe anteriori di cavalli di una quadriga
bintimilium (vedi oltre). Un esemplare a Stitri « originis exter- accanto ad un gruppo di colonnine non però scanalate, nè pog-
nae » (C /. L., XI, 6700, 49). giate su altro sostegno, come nell'esemplare intimOiese. Se non

(3) Il nome del figulo Castus è frequente nella Narbonese la stessa mano, si direbbe la stessa officina. Proviene con ogni
(C.I.L., XII, 5682-142; 5686-198). A Cagliari fu trovato un verosimiglianza dalla regione di Vado.

« vasculum » giallo venato di rosso col bollo castvs # fe (0. /. L. (*) Déchelette, op. cit., I, p. 114 sgg. ; Notizie d. scavi,

X, 8056-81), verosimilmente del medesimo figulo. 1919, p. 264 sgg.
 
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