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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Marconi, Pirro: Antinoo: saggio sull'arte dell'età adrianea
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0096
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179

antinoo

1.80

Reinach. Noi ne riscontriamo in tre luoghi diversi
esibita la figura: cioè nei tondi L, 3, 5, rappresen-
tanti le scene di caccia al cignale, di caccia al leone
libico e di partenza per la caccia.

Le testine sono riprodotte isolatamente: nel nu-
mero 2, appartenente al giovane a cavallo che appare
sul cielo del rilievo, a destra, dietro il cavaliere del
primo piano ; il capo di profilo verso la sua destra
è lievemente chino; la chioma folta e prolissa ma-
reggia in ciocche liscie con andamento verso la nuca :
concorda la linea delle sopracciglia, e la concentrazione
d'ombra nelle cavila orbitarie; la linea del naso è un
po' spiovente; la bocca grossa e sporgente con la so-
lita piega amara; la linea del mento grossa e robusta.

Nel numeri! 8 Antinoo regge per le briglie un ca-
vallo ; di profilo volto verso la sua sinistra, mentre
il corpo, rivestito di una tunica liscia, insiste sul
piede sinistro. La mossa del collo è bella e naturale ;
i capelli raccolti in ciocche disordinate, le sopracciglia
diritte, la bocca tumida ma non molto rigogliosa (Kei-
nach rileva le somiglianze, specie nella bocca, col tipo
di Antinoo; la Bieber si esprime così: «ad Antinoo
si approssimano maggiormente il giovinetto di si-
nistra nella caccia del leone.... »).

Nel numero 17 Antinoo sta sull'angolo sinistro,
mentre un cane punta il muso verso di lui che sem-
bra incamminarsi; è di profilo volto verso la sua
destra, e con il braccio sinistro alzato si appoggia ad
un bastone. Ha la testa china e il corpo quasi nudo,
coperto da una clamide all'eroica. La chioma è folta
ed ampia, su tutta la larghezza della testa raccolta
in ciocche ricciute che invadono il collo e quasi celano
le orecchie. C'è corrispondenza piena di tratti nel
naso e nel mento; la bocca è tumida ed amara;
qualche diversità solo nella linea delle sopracciglia,
arcuate anziché ritte. Questo corpo è certamente
ispirato, nella composizione e nella posa, ai basso-
rilievi sepolcrali greci del quinto secolo. Anzi lo Stuart
Jones e la Bieber pensano che tutta la figura sia un
tipo ideale e non un ritratto, richiamantesi alla stele
vaticana (cfr. Amelung, n. 421). Per contro il Keinach
trova in questa lesta le maggiori analogie coi tipo
fisico di Antinoo.

Non concordiamo in altre identificazioni.
Ma ora che abbiamo così fissate queste nostre opere,
possiamo cercare una Ioni collocazione tra il numero

di quelle che osservammo, e procedere a, confronti e
ad avvicinamenti; limitandoci ad esaminare ciò che
ha riguardo ad Antinoo, potremo forse trarre notizie
utili anche per il complesso dei tondi, che certamente
una unità stilistica fortissima stringe (secondo il Bulle,
loc. cit., erano usati per decorare un monumento di
caccia di Adriano).

Per il tipo (adoperiamo qui dati che appariranno
raccolti e provati nell'esame critico), mentre una volta
(nel n. 2) il corpo è celato, le altre due presentano
corpo costruito secondo lo schema cosidetto argivo
(ved. parte II, cap. 3°), sul quale il più forte numero di
statue di Antinoo sono modellate.

Per il tratto tecnico, allacceremmo queste opere
anzitutto al rilievo di Antonianos, e le faremmo en-
trare nel novero delle opere che a questo scultore e
alla sua scuola si riconnettono. Questa analogia diventa
stretta somiglianza anche nei tratti somatici e nella
sottile espressione di contenuto dolore, specie nella
testa n. 2, che a quella del rilievo lanuvino è vicinis-
sima, tranne nel movimento della chioma, che questo
ha più frammentata e curata.

Obelisco del Pincio.

N. 32, 33, 34. Rilievi delle pareti est, sud, ovest.
/\ ${rman$f, Ròm. Mitth., 1896, p. 113 ; Hùlsen, ibid.,
p. 122; Gayet, Annales du Musée Ouimet, tom. 26, par-
te 111, pag. 52 ; Dietrichson, p. 171.

Ne parliamo più come curiosità, che per attribuire
valore d'arte a questi rilievi accademici in cui Anti-
noo è rappresentato nell'atto di ricevere gli onori di-
vini dalle divinità Egizie.

Nel lato est, il dio Thot col capo d'ibis, datore di
vita e felicità, siede sopra un trono ed ha davanti a
sè un altare con vasi e pane. Di fronte Antinoo, col
copricapo di Socharis, sporge un vaso e il simbolo della
vita. Thot dice: «Io ti do feste per migliaia di anni».

Nel lato sud il dio Ammon Ra, seduto sul trono,
regge un ramo di palma tronco terminato in una rana
(simbolo dei centomila anni). Ha davanti un altare
con vasi e pane, ed Antinoo col copricapo di Socharis
che, nella mano tesa innanzi, regge un occhio simbo-
lico. Il dio dice: «lo ti do il tuo titillo».

Nel fianco ovest manca la figura del dio, ma si può
conoscere il ramo di palma con la rana, l'altare ed
Ani inno.
 
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