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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Marconi, Pirro: Antinoo: saggio sull'arte dell'età adrianea
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0115

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217

ANTINOO

218

conclusioni singole clic i particolari esami fatti nel
catalogo ci forniscono, toccheremo presto la mèta.

Queste sono le statue d'Antinoo indicate come
derivanti da opere dell'ateniese : Belvedere n. 4,
Belvedere n. 5, Museo dei Conservatori n. 15, Caylus
n. 72, Willem House n. 89, Dresda n. 104, Madrid n. 114.

Queste opere si possono raggruppare intorno a
tre dei tipi scultorei vicini alle creazioni prassite-
liche : il tipo Ermetico per le opere n. 4 e 72 ; il tipo
Apollineo pei nn. 104, e 114 ; il tipo Dionisiaco pei
un. 5, 15 e 89.

E più precisamente, si stringono le prime, per una
quantità di analogie di forma e stile, attorno alla
statua nota sotto il nome di Ermes d'Andros, come
ho l'atto rilevare specialmente per la statua del Bel-
vedere Vaticano, che ne è addirittura copia; ma però
è da escludere che tutte esse pertengano ad Antinoo,
in quanto non possiedono nessuna delle caratteristi-
che somatiche ed espressive che raccolgono in sicura,
e definita unità il gruppo delle opere che raffigurano
il giovinetto Bitinio.

Le opere del secondo gruppo hanno bensì tutte
un capo di Antinoo sopra un corpo che si riporta al
tipo del Sauroctono, però il capo non appartiene al
tronco ; ciò è ben evidente nell'uno e nell'altro caso ;
sono dei pasticci in cui l'unità è puramente casuale,
dovuta ad errori di restauratori o di compilatori di
pasticci.

Delle opere del terzo gruppo, una non ha nessun
motivo d'essere intitolata ad Antinoo, in quanto è
un busto acefalo di carattere prassitelico schietta-
mente definito ; e forse, esaminato nell'originale,
si potrebbe dimostrare copia di epoca ben antece-
dènte all'età di Adriano. Quanto alle altre due, siamo
di fronte a completamenti moderni di torsi antichi
di carattere prassitelico, fatti con teste, antiche o mo-
derne, di Antinoo. Se adunque il capo dobbiamo pren-
dere in considerazione, e studiarlo nei problemi che
ci presenta, dobbiamo ben distinguerlo dal tronco o
dal corpo, a cui esso si trovi ora casualmente unito.

In alcuni dei casi citati, tale frammentarietà di
composizione è d'una evidenza addirittura palmare,
evidente anche in cattive fotografie, e pare impos-
sibile che tanti studiosi non se ne siano avveduti.

Vediamo dunque che, considerato sotto tutti gli
aspetti, e come comprensione generale di tipo virile,

e come espressione ideale conseguita, e infine nello
esame delle opere .singole, il voler portare, a proposito
delle opere d'Antinoo, un confronto coll'arte di Pres-
sitele, non regge e deve essere negato.

Perchè il Reinach, nel far la recensione dell'An-
tinoo di Dietrichson trovi modo di rimproverare
cosini di aver trascurato di notare, tra le influenze
subite da opere di Antinoo, quelle dovute all'atti-
vità di L lSlppt), VOI ili mente è difficile comprendere.

Non allude certo il Et. a quello che nella storia
dell'arte è considerato il maggior valore di Lisippo,
ncll'aver saputo cioè rinnovare i canoni corporali (2),
snellendo le proporzioni del corpo umano, e rinno-
vandole con un impicciolimento del capo, perchè
nulla v'è di questo io nessuna delle opere di A., che
nelle proporzioni ritornano piuttosto alle compren-
sioni del 5° secolo.

Oppure vuol ritrovare nelle opere del Sicionio
alcunché del violento pathos di Antinoo? Nemmeno
questo mi pare trovi alcun riscontro.

E nemmeno, tra tutte le sculture esaminale, riesco
a rintracciarne alcun;! che pur lontanamente dia. ra-
gione a una tale asserzione.

Quindi, debbo rinunciare a una particolare escus-
sione, limitandomi a una negazione di questa affer-
mazione.

Rimanendo nel 4° secolo, ci troviamo di fronte
ad un'altra affermazione di influssi, che gli artisti
d'Antinoo avrebbero subiti da parte delle creazioni
di Eufranor: e poiché essa è individuata, e definita,
possiamo noi agevolmente valutarla e criticarla.

S'afferma adunque (3) che due delle più note opere
di Antinoo, le statue Capitolina (n. 13) [tav. I, 1]
e Napoletana (n. 43) [tav. I, 2], derivino da egual
originale dovuto all'attività del detto artista: altri
autori, pur non arrivando a quest'esplicita afferma-
zione, stimano essere le due statue di Antinoo
strettamente legate.

Sottile è la questione: già ci diffondemmo in an-
tecedenza, nel catalogo, sulle due opere, e specie sulla

(J) Révue critique. 1885. loc. eit,

(2) Ved. Locwy, Lysipp u. seinc Stellung.

(3) Furtwangler, Meistenoerkc, loc. eit., e Mariani in
Ruesch, Catalogo del mas. di Napoli, loc. eit.
 
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