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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Marconi, Pirro: Antinoo: saggio sull'arte dell'età adrianea
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0122
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231

ANTINOO

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nella statua di Stefanos, qui è piegato di quarto
verso sinistra, e tutto il volto e lo sguardo seguono
questo indirizzo : c'è quindi già l'inizio della torsione
del capo sul busto, rotando sul collo, e seguendo un
movimento del tutto staccato da quello del corpo,
e indipendente. Ancora, saliente è la differenza nel
chiasmo delle figure, che nelle opere argive è affidato
a una modesta inclinazione delle anche, e nelle nostre
è più completo, cominciandosi ad inclinare anche la
linea delle spalle.

Ed a queste differenze strutturali, altre se ne ag-
giungono, nella comprensione plastica del corpo.
11 Furtwàngler accentua in vari punti del suo lavoro
l'astratta schematicità delle opere che esamina, di
contro alla scioltezza armonica delle posteriori, specie
delle attiche ; orbene, questa differenza vale a di-
stinguere anche quelle opere dalle nostre. Se queste
sono ancora legate, statiche, solide, sono però ben
lontane dalla geometricità priva di vita, dalla sche-
maticità architettonica di quelle. E tutto il tratto,
il modellato, è più carnoso, sostanzioso, vivo, di quello
quasi legnoso delle statue argive.

Tutto, insomma, chiama un modello più recente e
sviluppato che non il tipo di Hagelada. Nò d'altronde
ci azzardiamo a passare decisamente nella compren-
sione attica del corpo, di fronte alla quale le nostre
opere occupano un posto più addietrato.

Apponiamo pertanto queste opere come ripor-
tantisi ad un modello dell'arte greca, nel periodo
dell'arcaismo maturo, occupante, nello sviluppo del
tipo virile, un posto intermedio tra la geometrica com-
prensione argiva e la più spirituale attica prefidiaca:
modello, tuttavia, sempre appartenente alla corrente
peloponnesiaca ; poiché da queste opere d'Antinoo
spira tuttavia l'ideale di questa corrente d'arte, nella
struttura schematica e solida, compatta e disposta
a grandi masse, piuttostochò l'armonicità diffusa delle
opere attiche.

Che troviamo invece nelle opere raccolte nel no-
stro primo gruppo : esse certamente, come abbiamo
mostrato nel nostro esame, si adunano attorno ad
un tipo più evoluto, in cui sulla, solida e massiccia
comprensione peloponnesiaca s'è diffusa, ammorbi-
dendo ed eguagliando, la tendenza unificatrice dello
spirito attico.

E per queste crediamo di poter definire meglio la

posizione, nella storia, del modello, individuandolo
in una nota opera, nel cosidetto Apollo del Tevere :
sia questo tipo opera di Hegias, maestro di Fidia,
o dello stesso Fidia giovane, il fatto è che tutti sono
concordi nel vedervi l'espressione della fusione delle
due tendenze artistiche della Grecia, in una superiore
unità che abbraccia e contiene tutti i risultati e tutte
le affermazioni degli antecedenti progressi.

Dopo quello che abbiamo detto in antecedenza,
non ci diffondiamo ulteriormente a chiarire e ad illu-
strare le identità tra le nostre opere e questo tipo
classico. Tutto lo schema, nella disposizione degli
arti, nella modesta ondulazione del corpo, nell'incli-
nazione del capo, concorda; e insieme anche la con-
cezione plastica del torso umano, in cui le masse sono
più fuse l'una all'altra, senza forti trapassi, senza la
succinta schematicità riassuntiva argiva, che appro-
dava ad un'astrattezza innaturale, in cui tutte le
parti non sono affermate a se, ma tutte sottomesse
e armonizzate da una superiore unità, in cui le pro-
porzioni arrotondano e ammorbidiscono.

Identità però di cui, sopratutto in queste opere
che arieggiano al tipo attico, si avverte la pura for-
malità, l'esteriorità totale. Perchè, fin che si ripe-
tono i tipi quadrati e robusti della corrente argiva,
può essere che la compattezza adiposa e stuccosa del
corpo di Antinoo si confonda in quella struttura so-
lida e vasta ; ma non si potrà essa mai celare, quando
vuol rivestirsi delle snelle, armoniche e vibranti spo-
glie dell'atleta attico. Allora, persiste bensì la dispo-
sizione degli arti, l'inclinazione del capo, il chia-
smo, ma il contenuto è tutto diverso : da una parte,
tipi asciutti e svelti, dalle masse muscolari essen-
ziali e frementi, dallo scheletro flessibile, l'uomo cre-
sciuto nelle palestre e nella gioia della salute del corpo ;
dall'altra, cuscinetti adiposi si stendono sotto la
pelle, celando lo scheletro, appesantendo gli arti,
livellando le superfici, tutto arrotondando e lisciando,
togliendo ogni rilievo, e quindi ogni accenno di forza
e di agilità.

Ancora ; questa distinzione in gruppi che abbiamo
fatto delle opere arcaizzanti di Antinoo, ci suggerisce
un rilievo di diversa natura: ciascuno di essi è localiz-
zato in una regione: cioè, mentre le opere del secondo
sono state trovate, e vennero certamente eseguite,
in Grecia, e da artisti del luogo, che avevano sott'oc-
 
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