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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Marconi, Pirro: Antinoo: saggio sull'arte dell'età adrianea
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0145
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Questo, dunque, che cercammo di delineare come
valor generale e nei particolari di manifestazione,
è il carattere della tecnica dell'arte che esaminiamo.
E possiamo permetterci, avendolo delineato così
complessivamente, di evitare esami di singole opere,
in quanto non faremmo che ripeterci.

Solo di una vogliamo parlare più partitamente :
in cui piti completa e finita è questa opera tecnica,
e in cui più cospicuamente questo valore è fuso a un
nuovo valore espressivo, quale in questo punto non
possiamo più tardare a chiarire : parliamo del rilievo
di Antonianos [tav. IV].

Il modellato è di sapienza e di rilievo mirabili:
le parti nude di una pastosità e d'una morbidezza,,
come di lavoro su materia molle; veramente la dura
compagine del marmo sembra si pieghi sotto il tocco
esperto e leggero dell'artista. E, insieme, come è lon-
tana, la levigatezza fredda, offensiva e.rigida di tanti
lavori dell'epoca di Adriano ! Osservando la tecnica
del lavoro, vediamo che la superfìcie è come (esellata
di piccoli e leggieri colpi che rendono con verità la
superficie carnosa, che non è liscia ma tutta varia,
scabra e ondulata, graffiata con ansia ed amore in-
finito. La leggerezza del tessuto è resa superbamente :
quando si stampa sulle forme, è come per l'aderirvi
di un lembo di seta che solo attenua la vita del tes-
suto carnoso ; quando si stacca e si raccoglie in pie-
ghe e seni, è come trattenuto dall'aria stessa ed è va-
poroso, se ne sente con certezza la levità, come se lo
soppesassimo. Ed insieme c'è trapasso tra la veste
e la carne : si sente la differenza tra ciò che è pili sodo
e denso, e quel che è più leggiero e mobile ; la veste
è insieme più rigida e più lieve, ed il tatto ci fa sen-
tire sul marmo un lavoro più mosso e soffice, che dà
un che di vellutato e cedevole.

La finitezza è estrema : il più piccolo particolare
è cercato e cesellato con amore ; invano si cerche-
rebbe un tratto più svelto o, dove si posa meno l'oc-
chio, un lavoro più sommario ; il trapano si insinua
in tutti i pieni per alleggerirne il peso : le narici sono
forate fino alla radice del naso ; i riccioli isolati e
finemente rilevati dal volto ; il lembo supcriore della
tunica si rovescia in giù ed ha veramente la sotti-
gliezza e la vaporosità di un tessuto : la cucitura sulla
spalla destra ha segnati tutti i punti e la sutura ;

le dita dei piedi, la nervatura delle zampe del cane,
il movimento della sua bocca, il tralcio, le foglie ed
i grappoli appena rilevati, acquistano per la fini-
tezza il rilievo ed insieme la leggerezza di una cosa
vegetale ; e nulla sa di sforzo, di ricerca artifìziosa :
quella finitezza è una veste logica per quella forma.
Come è lontano il voto gonfiore che palesa nelle opere
Adrianee che l'unico fattore è lo studio e lo sforzo.
Questa finitezza tecnica, è parte della bellezza del-
l'opera: perchè la forma è l'essenziale della figura
rappresentata, è la forma che è cercata con amore :
all'artista decadente è Test remo ideale della pura
bellezza che si presenta ed egli l'insegne con acco-
rato amore, che presente il tramonto. Il suo ideale
estremo è tutto ciò che v'è di fine, di delicato, di mor-
bido, tutto ciò che perirà per primo nell'imminente
crollo. T\ella sua opera PAfrodisio ha versato il suo
accorato dolore che è senza volere, senza chiarezza
e senza rimedio, che solo si può dire ; e nell'espri-
merlo egli ne ha tratto sollievo. Tutto è stanco nel
rilievo : sotto quale peso ondeggia e si flette la fi-
gura ? Il braccio si alza con pigrizia, come sollevato
a forza, ; gli occhi si perdono a fissare il nulla. Esce una
pesante ed oscura angoscia che solo desidera il dis-
solvimento, da quella giovinezza che non sa più nem-
meno godere.

Ma noi dobbiamo ora mostrare come questa tecnica
sia ne:essaria veste al contenuto espressivo che le è
affidato e all'ideale di bellezza dell'epoca; dappoiché
essa costituisce il valor unitario, per altro motivo
così scisso e scompaginato.

Si ha bisogno d'una forma tutta determinata, che
non si fatichi ad integrarla od interpetrarla, ed estrema-
mente completa e definita, perfezione che nulla più
abbia da conquistare, che nulla lasci aperto al desi-
derio ; di una adeguazione alla natura che cerchi di
starle assolutamente aderente, che non la forzi per
volerle cedere del proprio, che non la violi ; e la natura
è pesante e legata, incerta di sè, priva di impulsi,
disanimata, priva di sostanza, ma rigogliosa di bellezza,
e desiderosa di dimenticarvisi, di ammantarmi.

Così s'ha una morbosa aspirazione alla preziosità, che
accumuli nell'opera, invece della rude e schietta espres-
sione, il più fine ornamento, per far dimenticare o il
contenuto che non si vuol confessare o la sua deficienza.
 
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