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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Marconi, Pirro: Antinoo: saggio sull'arte dell'età adrianea
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0151

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ANTINOO

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quella della cessazione dell'arte. E noi pensiamo
che questa possa coincidere colla morte di Adriano
avvenuta nel 138 d. Cr. ; la volontà di rendere onore
ad Antinoo era tutta sua, e certo, morto lui, nessun
altro pensò più al nuovo dio imposto dalla volontà
imperiale : cessò quindi anche la ragione per ripro-
durlo in opere e simulacri del nuovo culto.

Noi riteniamo dunque che l'arte di Antinoo si
sia sviluppata ed abbia avuto fine nel corso di que-
sti 11-12 anni, in cui possiamo scaglionare le varie
creazioni dell'arte di Antinoo.

E precisando, e raccogliendo dati e conclusioni
già ottenuti, noi porremmo l'unica opera che po-
temmo riconoscere certamente eseguita ad vivum,
il busto S. R., nel lasso di tempo tra il 127 e il 130 ;
e delle altre opere, il gruppo delle opere eroizzate e
lavorate in Grecia (cioè, la serie dei busti, statue di
Napoli, Delfi, Olimpia, Atene ed Eleusi) tra il 130
e il 133 (allacciandole all'occasione degli ultimi due
viaggi di Adriano, fatti appunto in Grecia, toccando
precisamente Atene ed i luoghi sacri dell'antica El-
iade); il gruppo delle opere divinizzate, trovate
in massima parto a villa Adriana, e alcune ad Ostia,
Lanuvio e Preneste, e i rilievi dell'arco di Costan-
tino, lo porremmo negli ultimi 5 anni di vita dell'im-
peratore, quando costui, stanco di viaggiare, si ritirò
nella quiete della sua villa (che appunto nel 133 venne
ultimata, come venne riscontrato dai bolli dei mat-
toni ritrovativi).

Per una delle opere di questo gruppo, questa ipo-
tesi è confermata da dati di fatto : parlo del rilievo
di Lanuvio, che certo è in relazione con la nota iscri-
zione lanuvina del Collegio di Diana ed Antinoo,
trovata nella vecchia città romana, presso il tem-
pio di Giove, e che contiene lo statuto di questo col-
legio funeratizio istituito tra schiavi, precisamente
nel 133 d. Cr. ; e con questa, forse tra il 133 e il 135,
le opere che le aggruppammo intorno.

Questa stringata conclusione è stata preparata
dall'esame dello sviluppo di tutti gli aspetti dell'arte
di Antinoo, fatto in antecedenza, ed è confermata
da tutti i risultati ottenuti nel corso del lavoro.

Ma possiamo ora toccare l'arte di Antinoo da
un altro rispetto, non ancora esaminato: compiuto
l'esame stilistico ed estetico delle opere, e giunti

Monumenti Antichi — Voi,* XXIX.

ad una definizione di questi valori, vogliamo ripor-
tare tali concreti risultati nella storia dell'arte, per
collocarveli, mettendoli in relazione colle scuole e
correnti d'arte del tempo, e, se è possibile, anche con
qualche figura d'artista che vi conoscessimo.

Ponendo noi ora l'arte di Antinoo accanto alle
correnti artistiche dominanti nel tempo, non dob-
biamo dimenticare che è piuttosto questa di cui ci
siamo occupati, colla sua precisione, colonna miliare
nello studio dell'arte e che, più che cercar di basarla
col paragone d'altre, essa è termine sicuro di para-
gone, e riassunto di tutto lo sforzo artistico dell'epoca.

Vedemmo come, tranne una, tutte le opere di A.
siano anonime; accogliamo ora l'unico dato che
possediamo ; già il Rizzo, nel suo studio sull'Antinoo
di Antonianos, avanzò, senza svolgerla, l'ipotesi che
alla scuola di Afrodisia dovessimo la creazione del
tipo di Antinoo. Vogliamo condurre alle ultime con-
seguenze questa ipotesi, che ò l'unica del genere che
si presenti, nel nostro studio, se possiamo farla diven-
tare certezza. Ma occorrono all'inizio due esigenze :
cioè, e che la scuola di Afrodisia abbia un definito
carattere, una personalità unica, e insieme che que-
sta espressione — il tipo scultoreo di Antinoo —abbia
reale valore e una rispondenza nella concreta realtà,
per poter avere due termini precisi da mettere a con-
fronto e da allacciare, l'uno come produttore e crea-
tore dell'altro ; affinchè l'uno, cioè l'opera, si svolga
e si deduca logicamente, come prodotto da produt-
tore, dall'altra. Ma, a ciò, è ne; essano che l'opera porti
l'impronta di quello che ne è stato il creatore ; que-
sta analogia consequenziale noi sempre esigiamo,
e sentiamo la necessità di queste unificazioni inter-
medie.

Della scuola di Afrodisia possiamo seguire l'at-
tività nel tempo e nello spazio, e come valore este-
tico ; abbiamo documenti storici ed alcune opere
firmate da cui possiamo cercare di ricostruire il com-
plessivo suo valore, il significato e la personalità (*).

(*) Per la scuola di Afrodisia, ved. Brunii, Oesck. Or. Kunsi,
I, 673; Eauly, Realene. I, 2728; Thieme Becker, Lexicon, II,
27-28; Collignon, op. cit., IT, (Ì77. Le firme degli artisti sono
raccolte in Loewy, Inschriften Gr. Bildh., nn. 3G4-373: un vero
laboratorio tenuto da alcuni di questi artisti fu accertato in
Roma, per varie epigrafi rinvenute in via delle Sette Sale e in
altre località (Visconti, Bull, eom., 1886, pp. 297, 31G e 359 sg.)"
altri sono conosciuti attivi a Olimpia, Siracusa ed a Creta;

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