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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Marconi, Pirro: Antinoo: saggio sull'arte dell'età adrianea
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0153

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A NT IN 00

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rare sul già fatto, a percorrere vie già battute. Questo
livello uniforme copre le individualità, rendendole
come tutte eguali.

Quindi questa scuola, da cui dovrebbe uscire
creato il tipo di Antinoo, ci si svela piatta e a corto di
genialità creativa, intenta a cercare indifferentemente
modelli antichi, da ripetere colla sua esperienza tecnica:
gruppo di abilissimi artefici, che lavorano più per
accontentare il gusto dominante e per far fronte ai
bisogni decorativi dei ricchi romani che non per creare
come dentro detta ; priva di unicità di sforzo estetico
e di ideali, e quindi, nemmeno scuola, se al termine
scuola è adatto quel chiarimento di sopra esposto, se
non si stacca e distingue in nulla dal generale valor
estetico del tempo.

Se a questa negativa analisi aggiungiamo (ciò che
chiariremo più estesamente) che non esiste un tipo di
Antinoo, inteso come una unicità di ideale estetico
perseguito nei loro sforzi da vari artisti, ma che ogni
opera di Antinoo è tipo a se, quando non è (come nel
caso di molte opere) cattiva copia d'un tipo esistente,
constatiamo l'inutilità del nostro sforzo, di cercar di
metter in relazione di artista ed opere la scuola di
Afrodisia e il tipo di Antinoo.

Adottare questi due termini, che non hanno real
consistenza, non possiamo : ci è lecito invece porre in
relazione alcuni degli elementi reali che li compon-
gono ; e allora non abbiamo difficoltà di portare nel-
l'ambito della scuola di Afrodisia, e precisamente alla
mano di Antonianos e del suo atelier, le opere che già
riconoscemmo analoghe al rilievo di Lanuvio, la te-
stina delle Tenne, e i rilievi dell'arco di Costantino.

Noi riconosciamo, insomma, che detta scuola ha
interferito nell'arte di A. ma non l'ha assorbita : altre
attività devono avere concorso, che altri artisti esiste-
vano certo, oltre agli Afrodisii.

Ma, invece, nell'arte di Antinoo noi vediamo il ma-
nifesto e il più alto sforzo toccato dall'arte del tempo,
che, priva oramai della feconda lotta delle scuole e
della creativa capacità dei bei tempi, tutta si raccoglie
e si esprime nel conato di codificare ed eternare una
bellezza già fissata, cercando di abbellirla colla propria
esperienza. Spentasi l'arte ellenistica, ultimo fiore della
genialità greca, l'arte tende a divenire pratica, e si
assoggetta al gusto, anziché dirigerlo e impersonarlo.

Cessa la lotta delle tendenze: e il valore estetico
dell'opera d'arte, il contenuto, che non si sa più fornire,
è chiesto alle antecedenti creazioni. Questo indirizzo,
che forse cominciò nella Grecia propria, s'estese a tutto
l'impero Romano : e se possiamo, da documenti sicuri,
impersonarlo in alcune scuole o generazioni d'artisti
(una per tutte, quella di Pasitele), diventa poi il valor
generale di tutta l'arte nei primi due secoli dell'Im-
pero. Questa tendenza accademica, che dapprima è di
indirizzo classicista, in quanto si arresta a riprodurre
i modelli del fiore dell'arte greca (i pasitelici non scen-
dono oltre i tipi del IV secolo, nell'Oreste ed Elettra
di Menelao), in seguito si allarga, specialmente nelle
copie di commissione, fino al tardo ellenismo ; rimane
però, in linea generale, una propensione pei tipi severi
del V secolo, ed a questa tendenza di gusto noi possiamo
in parte allacciare il ritornare, nelle opere di Antinoo,
a quei medesimi modelli. E, come abbiamo notato
sufficientemente, la propria originalità manifesta nella
ricerca di un verismo tecnico che, se a volte non si
adatta ai tipi cui è annesso, finisce in una astrattezza
in sè chiusa.

In questi caratteri generali è compresa quest'arte di
cui ci occupammo : essa non si alza al disopra del
livello generale dell'epoca; questo piuttosto compen-
dia e riassume, con tutti i difetti che non sa superare.

Significativo è questo adunarsi di tutte le ca-
pacità artistiche, e il loro intendersi, ciascuna lavo-
rando sulla tradizione dell'età, per fonderle nel più
alto valore, nella ricerca di questa nuova espressione,
in un brevissimo lasso di tempo. Si lavora contem-
poraneamente su Antinoo a Roma, in Grecia, in Asia
Min., in Egitto ; e questa contemporaneità (che an-
ch'essa è ragione sfavorevole al dominio di una sola
scuola d'arte) è quella che dà unione (nel senso tec-
nico) e disunione (nell'indipendenza dei singoli sforzi)
al resultato.

E realmente essa, nella storia dell'arte classica,
è l'ultimo tentativo di elevarsi a creazioni di pura
arte.

Noi la pensiamo non come congerie di sforzi per
realizzare o avvicinarsi il più possibile a questo pre-
supposto tipo, quasi platonica idea, bensì come svi-
lii])]»), partendo da un dato di natura, complicato da
altri elementi interferenti ; tutte queste circostante
di natura, che l'artista supera e trasvaluta, assor-
 
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