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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Rellini, Ugo: La grotta delle felici a Capri
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0183

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LA GROTTA DELLE FELCI A CAPRI

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sueto. A prima giunta l'ansa larga, eretta sull'orlo, si
avvicina a quelle nastriformi, ma questa nostra è cesi
bassa che il foro rotondo viene a trovarsi sulla gola
del vaso ; inoltre sul margine superiore non si ripiega
all'esterno, nò si insella, ma è modanato come un sot-
tile rocchetto pieno, espanso ai termini, come nel n. 11.

Quest'ansa è intermedia tra due di Toscanella
Imolese, e mi limito a citare il deposito più lontano
tra quelli cui lo strato superiore di Capri può legarsi (r).

Credo che le varietà predette e le più affini possano
riordinarsi in questi tipi fondamentali, fra loro diversi:

chetto insellate, e segnalai già per Latrònico diversi
gradi di passaggio. Il Calici le dice nuove in Sicilia
e ne presenta una di Trefontane, impostata sull'orlo
di un vaso di ceramica rossa, certo legata ad altra
a rocchetto massiccio, pur su ceramica rozza (1). Notai
già per il materiale di Latrònico come queste prese
lunate prendano spesso l'aspetto di corna sessili diret-
tamente applicate sul vaso. Esse compaiono anche
sul materiale palafitto-terramaricolo. Così esemplari
della Torbiera di Polada, nel Bresciano, conservati
nel Preistorico di Roma (n. 61203);

Fio. 20.

a) emergenze del labbro a guisa di rocchetto
pieno o di salienza linguiforme. Deve avvertirsi che
si tratta di due cose diverse. Le linguette piene tubi-
formi o a rocchetto, inserito sull'orlo, si trovarono,
ad esempio, a Latrònico, a Terlizzi (2) ; emergenze
linguiformi del labbro si incontrarono a Latrònico (3),
a S. Cono (4), a Piano Notaro (5) ecc. :

6) linguette ornate, delle quali non ho incon
trato esempi in questo materiale, ma che erano co-
muni a Latrònico insieme con le altre varietà qui dette.
Le ho citate perchè esse si legano alle anse a roc-

C1) Pettazznni, Sta:, preist. della prò», dì Bologna in Moti,
antichi, XXIV, 1916, fìg. 18 (2-4).

(*) Mosso e San.irplli. Scop. di antich. preist. a Terlizzi,
in Not, di se, 1910, fìg. 14 A-Tì.

Sono dagli aa. inesattamente chiamate «bugne poste sul-
l'orlo del vaso, clic deriva vano da manici largiti a nastro, per-
forati e ricurvi nel mezzo ».

(*) Rollini. Latrònico cit., pag. 52 estr.

(*) Carici I., Sepolcri neolitici scop. a S. Cono, in Bull,
paletn. il,. XXV, 1899, tav. VI, fìg. (i.

(5) Orsi, Sepolcri protosicnli a Gela, in Bull palefn. XXXIV.
1908, pag. 127, fig. B,

anse a rocchetto pieno, cioè senza fori lon-
gitudinali o con falsi fori ;

ii) anse a rocchetto insellato, o biconiche, di

Orsi (t) ;

e) anse a rocchetto e tubiformi (cilindro cana-
liculate) ornate sul dorso ;

f) anse col listello superiormente ripiegato, fre-
quenti al Pulo e a Matera dove raggiungono la mag-
giore complicazione ed eleganza.

13°) Anse nastriformi. Le anse a nastro largo
forato sono così diffuse nei depositi enei meridionali
che furono anche da taluno considerate come foggia
caratteristica del mezzogiorno. Debbono considerarsi
come tipiche quelle ottenute dal sopraelevarsi del lab-
bro del vaso, delle (piali pure occorrono esempi nel
materiale terramaricolo (2). Pertanto esse sono diverse,
dall'ansa duplice con anello completato superiormente

(!) ('alici ('., Contributi allo studio del neolitico siciliano,
supplemento al Bull, paletti, itil. XLI, 1015, tav. V, fig. (i.
(2) Coppi, loc. cit., tav. XXX, fig. 35,
 
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