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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Rellini, Ugo: La grotta delle felici a Capri
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0187

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LA GROTTA DELLE FELCI A CAPRI

354

in qualche deposito meridionale, specialmente a
Matera.

Per tali ragioni, come per altre particolarità prece-
dentemente notale, cotesta grotta ci rivela la stessa
fase di civiltà primitiva presentataci dalle caverne
liguri. Ma essa è anche legata alle grotte della Sardegna
per altri particolari (la frequenza dei vasi lisci sul
corpo decorati esclusivamente con piccoli e fitti in-
tacchi sul labbro, la pratica di ritagliare pendagli
dalle conchiglie, l'abbondanza dell'ossidiana), e già il
Colini aveva veduto l'affinità tra le grotte sarde e
quelle della Liguria (').

Se ciò può dirsi riguardo all'età, riserve si impon-
gono su altri particolari, poiché disgraziatamente
l'antro fu trovato troppo manomesso.

Colpisce il grande numero delle macine e dei ma-
cinelli a Capri in un antro non troppo grande, e so-
pratutto il fatto che essi sono tinti, con tanta fre-
quenza, di rosso. Ma anche nelle grotte liguri delle
Arene Candide e della Pollerà, che fornirono tanta co-
pia di macine e macinelli, gli esemplari tinti di rosso
dovettero essere frequenti, poiché parecchi ne com-
paiono anche soltanto nel materiale conservato nel
Preistorico di Roma.

Il numero notevole delle macine rinvenuto può
spiegarsi supponendo che esse in parte spettassero
a corredi funebri di tombe sconvolte, poiché alcune
si incontrarono nella grotticella che servì per sepol-
ture e poiché ossa umane furono incontrate disperse
nella grotta: si può anche supporre — poiché la
grotta fu anche usata come abitazione, per lungo
tempo, ma non in modo continuo — la necessità
di rifornire oggetti smarriti o dimenticati.

Xegli antri della Pollerà, delle Arene Candide,
del Sanguinetto ecc., nel Finalese, macine e maci-
nelli si raccolsero in condizioni tali da mostrare al-
l'evidenza che essi facevano parte del corredo del
morto (2). Gli antri delle Arene Candide e della Pol-
lerà, in cui si esplorarono rispettivamente 30 o 43
tombe, si possono considerare, avverte l'Issel, come
vere necropoli, benché anche dovessero aver servito
di abitazione.

t1) Colini. Lr scoperte arnheol. ili G. Rota etc, in Bull, pa-
letti. U., XXXI, pag 192; id., Unii. pai. it., XXIV. tav. IT.
34. fig 10

(2) Colini, Bull. paMn , //., XXVI, pag. 204.
Monumenti Antichi — Voi. XXIX.

Ciottoli per macinare si rinvennero in una tomba
sul Gargano ; due macinelli ellittici si trovarono nella
suppellettile funebre della tomba di S. Cono,in Sicilia;
macinelli, taluno tinto di rosso, si trovarono nelle
caverne sarde, usate anche come sepoltura; macine
coi relativi frantoi accompagnavano gli scheletri nelle
grotticclle sepolcrali di Latrònico sottostanti alla

Fio. 28.

c averna principale, che aveva altro carattere ; e, tra-
lasciando altri riscontri sporadici, non può non richia-
marsi il famoso cimitero neolitico di Hinkelstein presso
Monsheim, studiato dal Lindesehmit, e del quale si
esplorarono una sei l ani ina di tombe delle oltre duecento
che doveva contenere quella necropoli : in quello tombe
non mancava mai la macina col relativo macinello

1 fatti riguardanti Fuso di colorire la persona
furono con diligenza riuniti dal Colini: alle notizie
da lui fornite si possono aggiungere altri casi poste-
riormente venuti in luce, i quali confermano la grande
diffusione che questa pratica ebbe presso le genti
neolitiche.

In sostanza, tale pratica, della (piale i pietà Geloncs
ci conservavano la tradizione, é attestata dalla par-

(*) Ranke, L'uomo, voi. II, p. 153 (trad. it.).

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