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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Rellini, Ugo: La grotta delle felici a Capri
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0188
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LA GROTTA DELLE FELCI A CAPKI

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ziale tubefazione dello scheletro, anzi delle sole ossa
facciali, quasi una maschera, nella famosa sepoltura
di Sgurgola; dal seppellimento dei cadaveri addirit-
tura in un letto di ocra rossa, come si usò presso le
genti della Liguria occidentale, e come forse si pra-
ticò a S. Como in Sicilia : dalle pintaderas ; dalla de-
posizione, entro tombe, di macine e macinelli Tubefatti
o dal frequente rinvenimento, in esse, di altri oggetti
arrossati; dai pezzi di ocra, sia racchiusi entro vasi
sia liberi, deposti entro tombe, o raccolti in capanne
di età neolitica. Forse, come pensa il Leslic, l'uso
di colorir di rosso la persona si praticò anche, come
presso talune famiglie selvagge, durante le cerimonie
religiose o funebri, poiché si ritenne sacro il colore
che rappresentava il «angue (r).

Le ossa umane tl'ovate disperse nella caverna
sono probabilmente uscite da sepolture che si erano
fatte lungo la parete occidentale, sepolture andate
poi sconvolte nelle varie vicende dell'antro.

Sul semplice dato della dispersione di tali ossa
non potrebbe appoggiarsi Fi dea dell'antropofagia cui
qualcuno ha accennato per Capri, poiché essa umane
disperse si trovano in quasi tutte le caverne (2).

(') La prima pintadera in balia fu trovata in un fondo
di capanna di Campeggine (Bull, palrìn. il. Ili, tav. lì. A quelle
note per la Liguria debbono aggiungersene diverse ricordate dal
.Ma ver per il Palo. (Le sta-, preist. et e., pag. 81, 86). Sene rinven-
nero di osso ad Anghelii Ruju Ir. Taratnclli, Nuovi scavi nella
neerop. preist. a grotte arti finali di Anghelu Ruju, in Man. aut.,
XIX, 1908, figg. 143 e fig. 53). Nel 1910 tre pintaderas si trova-
rono nella Grotta delle Gallerie presso Draga (Trieste). Secondo
Issel, una di queste del Carso è identica ad altra della Liguria
( lssel, Liguria ri'cisl. : Note supplementari dell'appendice al voi:
XL degli Atti della soc. ligure di storia patria 1921, pag. tfi).
Vezzo colorato di rosso è ricordato dal Calici (Contributo allo
stillilo del neolitico siciliano, pag. 14 estr. ).

(2) Può qui esser richiamato qualche caso speciale. Cosi
nella caverna di Verezzi, ad un chilom. da quelli delle Arene
Candide, Amerano (liuti, p.1. il. XVIII t"P2ì osseivò tre sottili
straterelli di cenere e carbone interposti, ad altezza diversa,
in un deposito di argilla rosso-chiara. 1 rifiuti e i manufatti,

La sola novità, ma importante, apparsa nella
Grotta delle Felci, consiste nel rinvenimento della
primitiva ceramica dipinta che appartiene all'età
della pietra. E poiché a cotesta bella produzione si
volse negli ultimi tempi la più viva attenzione dei
dotti, ed essa apparve come un filo conduttore nella
soluzione di problemi etnici, per vero non ancora
maturi, credo opportuno di riprenderla in esame com-
parativo nella seconda parte di questo scritto, nella
quale anche si delineerà il raffronto tra lo strato
superiore di Grotta Felci e i depositi similari.

tra cui macine e macinelli, si trovarono entro gli straterelli
neri carboniosi o in immediato loro contatto; invece le ossa
umane, abbondanti, e tra queste resti di cranio, si troyirono
disperse nell'argilla Quindi l'A. ritenne che solo per breve
tempo, in tre epoche diverse, s; soffermò l'uomo nella caverna :
mentre le ossa umane dovevano spettare a sepolture sconvolte
dalle genti che preferivano abitare nell'aperto. \el dromos di
in: dolmen ili Ilari, il Gervasio osservò un focolare con ossa
umane abbruciate. Esclude la cremazione (die non si praticò
duraìite il bronzo nell'Italia meridionale come non si praticò
in quel,tempo l'àntropofogia, e pensò ad una cerimonia fu-
nebre, duratile la (piale le ossa sarebbero state casualmente ab-
bruciate. K noto che le idee sull'antropofagia hanno subito
in Italia la stessa evoluzione che in Fran< ia. Affaci iata da prima
dal Capellini per la Grotta dei Colombi, nel soli" di Spezia, si
negò anche per (pici deposito in seguito alle ricerche del re-
galia, del Corazzi, del Mazzini. Le questioni sull'argomento
sono stare discusse dal Colini. L'issel, nella sua appendi'e alla
Liguria preistorica ora pubblicata, non dubita di ammettere
che nell'età eneolitica e nella successiva i Liguri si cibassero
ui carne umana; però egli non r-'ea fatti nuovi ma diversamente
interpreta le sue prime osserva/ioni nella caverna delle Arene
Caudine.

Per dimostrare l'antropofagia a ('acri, occnrroiio nuovi
ricerche. Mi scrive l'ing. Ed «vi i Cerio che il padre suo. espi .
latore della grotta, « non ammise mai di aver trovato la prova
«dell'antropofagia dell'uomo preistorico a Capri: ma, asso-
li ciando il latto della Urotta delle Pelei alla Contrada delle Si-
rene, hi indotto, in conversazioni familiari e con amici, a for-
« miliare l'ipotesi non scientifica, ma. direi letteraria o poetica,
« che la pi issi hi le ma non provata antropofagia dell'uomo prei-
storico avrebbe potuto dare una spiegazione razionale del
« mito delle Sirene. Questa sua idea fu raccolta da scrittori
•< quali Kowen, in Capri; V. S. Jerome, in Roman Memories ».
 
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