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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Rellini, Ugo: La grotta delle felici a Capri
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0210
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399

LA GROTTA DELLE FELCI A CAPRI

400

Distesi e supini erano gli scheletri delle grotticelle
sepolcrali naturali di Latrònico, sottostanti la grande
i averna che deve piuttosto interpretarsi come fre-
quentata per il cullo delle acque.

Dobbiamo vedere in questi casi la persistenza
di un uso più antico, come per le Conelle accettiamo
la derivazione di lauta parte dell'industria litica dalle
l'i gge paleolil Lche ?

Ter quanto suggestivo il ravvicinamento di que-
sti dati, sospenderemo una risposta affermativa, in
attesa di ulteriori ricerche. Se si fosse rintracciata
la necropoli delle Concile, importantissimi dati sareb-
bero in nostro possésso.

Comunque, è certo che non in tutte le stazioni
di questo vasto gruppo si seguì la stessa pratica:
i sepolcri di Murgia Timone, di contrada S. Francesco
nel Mal erano, di Gioia del ('(die nel Barese, che ad
esse si accostano, per la struttura loro si stringono
a quelli di tipo siculo.

La stazione di Pievetorina presso Camerino ri-
pete il materiale di Filottrano e di Spineto. I fram-
menti delle capeduneole nerolucide olirono con grande
frequenza i motivi curvilinei e meandriformi : anche
qui si notano, oltre le fasce punteggiate, quelle che
racchiudono minuti trattini. Taluni frammenti deco-
rati a spirale duplice, elegantemente incisa, si strin-
gono a quelli della, stazione di Seraievo, presso Butmir,
nella Bosnia.

Non si potè identificare a Pievetorina la forma,
delle capanne, probabilmente a fior di terra: tutta-
via lo strato archeologico dello spessore di circa metri
1.50, omogeneo nella massa., accusava i relitti di un
aiutato, per la varietà e l'abbondanza della oeramica,
per gli avanzi del pasto, per i rifiuti della lavorazione
silicea (').

* *

Quandi) si riprendano in esame comparativo i
depositi dei quali parliamo, appare subito che il loro
materiale viene a distribuirsi in alcuni gruppi fon-
damentali.

Alle Conelle ad esempio — ed il fatto era già stato
precedentemente rilevato — si distingue nell'industria
litica una larghissima produzione di carattere arcaico.

(lj VOrdin , giura, di A,icona, 1919, n, 2 dicembre.

Nel Museo di Ancona è esposta qualche diecina
di vere cuspidi mustieriane a dente di squalo ; si ag-
giunge poco meno di un centinaio di quelle grandi
e massicce lame di silice rossa, con scarso ritocco,
che sembrano appartenere all'industria detta da
Strobel macrolitica, così diffusa in molte stazioni
della Marca Alta (a Nidastore sulla Névola, a Ponte
d'Azzo presso Cantiano, a Spinalbeto presso Sasso-
ferrato, ed altre).

Inoltre, un centinaio di cuspidi solutreane o affini
alle solutreane, ora strette e svelte come le vere fo-
glie di lauro, ora alquanto più dilatate e più corte:
spesso a scheggiatura Infasciale un po' trascurata,
forse perchè il lavoro non fu finito, ma anche talora
con scheggiatura minuta e attenta. Io stesso ne l'acco-
glievo parecchi esemplari perfetti, spezzando le zolle
che l'aratro aveva strappato incontrando nuove ca-
panne.

È tutta una facies litica che appare anche in
altri depositi della regione, la quale sta a indicare, in
parte, la persistenza dei veri tipi paleolitici, in parte
la derivazione di talune forme dalle industrie paleo-
litiche che si affinano ed evolvono come si notava
nelle Prealpi veronesi e nel Promontorio Garganico.

Perfettamente riconoscibile in tutti i detti depositi
è un gruppo di oggetti, di pretto stile terramaricolo,
più numerosi, com'è naturale, quanto più i depositi
accostano le sedi delle terramare della valle padana,
e pertanto anche la loro relativa distribuzione ci è
una nuova conferma della loro provenienza.

Tali, senza voler stendere un compiuto catalogo,
i coltelli col piccolo manico fuso con la lama e incro-
stato di osso decorato a cerchielli, a Toscanella Imo-
lese, a Filettarne, giù fino alla lontana grotta della
Pertosa, che pur contiene le due accette enee delle
terramare. Si aggiungano i manichi di osso, pur deco-
rati a cerchielli, secondo la moda delle terramare,
così numerosi a Toscanella, ritrovati a Filettano e
alle Conelle ; le cuspidi di osso per le frecce, di forma
identica a quelle delle terramare ; le zappette di corno
di cervo a Toscanella, a Filottrano ; le teste di agili
crinali che giungono fino alla Pertosa ; le falci di
bronzo e le loro matrici, specie a Toscanella ; i vasi
minuscoli ; le capeduneole ; varie foggie di anse ma
soprattutto quella lunata, che, insieme con l'ansa ad
ascia (Terlizzi, Grotta Nicolucci), giunge ai depositi
 
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