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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Orsi, Paolo: Cavlonia: il memoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0243
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cavlonia

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per la scadente qualità della creta e dei colori, sia per
l'azione corrosiva dei sali del suolo.

a) Tempio arcaico (VI sec.) al Belvedere o Tele-
grafo. Ne ho data la pianta provvisoria in Notizie se.,
1922. pag. 480, dove ho anche accennato agli scarsi
avanzi fittili riferibili al coronamento dell'edificio. Sono
sime-gronde con tracce di teste leonine e con anthemion
nella gola. Della cassetta frammenti scarsi e lacunosi.
Tutto verrà a suo tempo divulgato nella pubblicazione
definitiva sul tempio.

b) Da un tempietto incerto, e non ancora identi-
ficato, da ubicare con ogni probabilità sul colle del Ca-
stello, pezzo di kymation con ovuli e meandro (Orsi,
Notizie se, 1922, pag. 483, fig. 13), ed i resti di un
colossale Gorgoneion (Ibidem, pag. 482).

c) Tempio ionico sull'altura di Conno, con coro-
namento in calcare, di cui ho dato alcuni clementi e la
pianta in Notizie se., 1922, pag. 479 e seg. Di tea. solo
meschini frammenti inediti, e pertinenti ad una sima
con maschere leonine ed anthemion, rispondente a quella
in calcare dello stesso tempio come da ricostruzione
grafica (loc. cit., pag. 479, fig. 7).

V. Posidonia in Lucania. La lunga campagna, ese-
guita nel 1907-'08 dal prof. Spinazzola, ha portato, tra
altri notevoli risultati, al recupero di una serie ricchis-
sima di piastre architettoniche fittili, le quali vennero
riesumate ancora allineate, come erano cadute dall'alto
del tempio al cui coronamento si riferivano. Basterebbe
ripulirle e restaurarle per avere forse la più sontuosa
serie di tea. della Magna Grecia. Ma pur troppo, come,
dopo 15 anni, nulla si conosce dei risultati di quella
felice campagna, il materiale, tutto ancora allo stato
grezzo, 6 sottratto ad ogni possibilità, non che di studio,
di semplice osservazione ed ammirazione e chiuso in
una vecchia villa entro l'antica città.

Ora Ionica. VI) Locri Epiz. ('). La città meglio
esplorata del Brutiuni ci ha anche restituito il mag-
gior numero di tea., distribuite attorno a santuarii.
Se nessun gruppo è stato edito in modo assolutamente
definitivo, molti pezzi si conoscono da disegni soddis-
facenti che corredano le varie mie pubblicazioni sulle
campagne lo cresi.

(x) D. van Buren, op. cit., pag. 26 e sg. Nella lunga relazione
su Locri devo accertare un grave errore in cui è caduta l'A., in
quanto sono confusi e mescolati, coi rispettivi depositi di ter-
recotte, ì grandi santuarii di Marasà e di Abbadessa-Mannella.

a) Tempio Ionico in contrada Marasà, del se-
colo V, sovrapposto ad uno più piccolo e m< Ito arcaico,
il quale può arrivare anche al sec. VII; spettano a que-
sto santuario arcaico tre-quattro meschini ed assai
mùtili frammenti a pittura liscia colla spirale e con
fogliami, editi dal Petersen, Tempri in Lolm (in Rom.
Miti 1890, pag. 175).

b) Depositi di te. ieratiche nel temenos del tempio
anzidetto. Dopo la partenza della missione tedesca
Dorpfeld-Petersen, che nel 1889-'90 aveva assistito agli
scavi del tempio ionico, nel 1890-'91 venne da me intra-
presa anche la esplorazione del grande deposito degli
ex-volo e delle favisse del tempio stesso, in un terreno
ad esso attiguo dal lato di settentrione. Tale deposito
era già stato da anni largamente sfruttato da villici
e da dilettanti, traendone gran numero di figure fittili,
disperse un po' ovunque. Il prodotto aei miei scavi re-
golari è oggi tutto concentrato nel Museo di Napoli.
Da questo vasto deposito di ex-voto si trassero anche
tre frammenti di tea. ad anthemion, riferibili probabil-
mente ad una edicola, non certo al tempio arcaico,
e ciò per ragioni di stile e di età. Tali resti di piastre
appartengono alla sima-grondaja e sono decorati di una
cornice con kymation lesbico e di una ampia fascia
con palmette e fiori di loto color avorio filettati di
rosso, disposti sopra un fondo bruno e collegati da
spirali. Il lavoro a rilievo, ottenuto a stampo e forse
ritoccato a stecca, è squisitamente fine ed elegante
(fig. 28). Le bocche di gronda erano tubulari, non
a maschera leonina, ed il finimento inferiore, come si
evince da un piccolo frammento, è dato da un filare
di ovoli alternati in bruno e rosso.

c) Scarico di tea. di carattere imprecisato, rico-
nosciuto nella piana di Marasà, un 300 m. ad occi-
dente del tempio, lungo la linea delle mura. Se ne ini-
ziò l'esplorazione già nel 1891, raccogliendo quasi un
centinaio di frammenti, per lo più piccoli ; poi essa
venne ripresa e condotta a termine nel giugno del 1909
coli'intento precipuo di vedere quale fosse l'edificio ed
il focolare di origine delle tea. Si trattava, in altri ter-
mini, di stabilire se questo scarico di tea. derivasse da
un tempietto arcaico, o da una manifattura di tegole,
od infine da rifiuti svariati ributtati dalle mura. In
realtà, cogli scavi del 1909 si venne alla conclusione
che codeste tea. formavano il fondale di una strada
antica, la quale correva al ridosso interno delle mura,
 
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