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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Orsi, Paolo: Cavlonia: il memoria
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0254

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483

CAVLONIA

484

Tostano dello peculiarità ionio-doriche. Ma Locri
possiede di più un grande tempio ionico, quello di
Marasà, unico in tutto il Mezzogiorno d'Italia; e poi
nello centinaia di specchi della sua necropoli, ma so-
vratutto nelle migliaia di frammenti dei mirabili
pinakes del suo Persephoneion, afferma il trionfo del
gusto o dell'arte it.nica la più squisita (x). Se in tesi
generale questo dilagare dello jonismo è conseguenza
della egemoria ateniese nelle guerre nazionali contro
i Persiani, per Locri ha contribuito a formare il più
grande foc< lare dello jonismo in occidente un altro
fatto storico speciale.

Difatto in Calabria è duopo distinguere il fatto
storico d'indi lo generale, cui ho dianzi accennato,
ed uno speciale per Locri; a seconda di essi, il feno-
meno dello jonismo assume duo irradi diversi di inten-
sità. Il trionfo politico di Atene e la sua tendenza
egemonica durante e dopo le guerre persiane han per
effetto, tra l'altro, anche il trionfo dell'arte ionico-
attica. Esso si avverte in minor misura in Sicilia,
forse per ragioni di distanza, o per la prevalenza del-
l'elemento dorico più compatto nell'isola e per la fiera
resistenza da esso opposta alla invadenza ateniese,
rise Ita nella lotta fra i\teno e Siracusa e nella scon-
fitta della prima. Del gruppo o dell'oasi ionica INa-
xos-Catana-Leontini non sappiamo archec logicamente
so non ben poco, essendo state sin qui queste città, per
ragioni che è qui inutile esporre, le più refrattarie ai
postulati delle nostre ricerche. Nel Bruzio invece
l'azione politica di Atene ha un epilogo diverso da
quello di Sicilia, che culmina nella fondazione di
Thurii (445), città politicamente ateniese, etnica-
mente mista,, ed in origine con forte substrato del
vecchio elemento sibarita (2); ma, pur troppo, anche
dell'arte e dei monumenti di Thurii, che dovet-
tero essere sontuosamente ionici, nulla conosciamo
sin qui.

con quelli in marmo della Grecia [Schede, Antikes Traufieitten-
ornament (Strassburg, 1909), tavole] ed anche cogli elementi
dei tempii espiatori! di Delfi fTomtow, Die beiden Bussfempel
su D-lphi (Leipzig, 1913), pag. 231 e tav. II}.

(1) Un giovane archeologo inglese, lì. Ashmole, è andato
tant'oltre da voler rivendicato a Locri perfino il celebre trono
Ludovisi (Locri Epi~. and the Ludóvisi throne, in Journ. hell.
stud. 1922, pag. 248); ma i suoi argomenti non riescono a con-
vincermi.

(2) Beloch, Griech. Gesehiehte, voi. I, pagg. 504-505.

In ogni modo, sullo sfondo storico generale s'in-
quadra per Locri un fatto speciale, che è stata la
chiave per spiegare il singolare accento ionico dell'arte
di codesta città. La conquista persiana della Ionia
aveva determinato lo spostamento verso occidente
di molti sciami di genti ioniche ; uno di essi si spinse
fino alle coste della M. Grecia, ed Erodoto (VI, 22 sg.)
ce ne conserva il ricordo incidentale in un breve
e laconico passo, che torna per noi preziosissimo.
Verso il 493 una flotta di Samii e Milesii era stata
invitata dal tiranno di Zancle a recarsi in Sicilia,
per fondare a Calacta una nuova città. Nel lungo
viaggio, forse costretti da una traversìa o per altre
ragioni, co desìi 2dfiioi èyivovxo iv AoxqoToi toìg
'EmtrsfpvQioic, appoggiarono e sostarono a Locri, dove
Anassila di Reggio tentò di volgere a proprio profitto
la spedizione, alla quale promise, invece delle fatiche
e dei rischi dell'impianto di una nuova città, il pos-
sesso di Zancle; ed i Samio-Milesii, come racconta
Erodoto, arrendendosi alle promesse allevatrici di
Anassila, vennero meno agli impegni ed occuparono
Zancle ('). Le. trattative fra le due parti devono aver
durato alquanto tempo nella importuosa rada di
Locri ; e conviene credere che tutta la spedizione sia
sbarcata, tirando le navi in secco. Fu in questa, sia
pur breve, dimora a Locri che i Samio-Zanclei semi-
narono i germi di quella fioritura ionica, che vedremo
dare frutti mirabili d'arte negli anni successivi; 6 anzi
lecito sospettare che, delle varie migliaia di Ionii che
stavano a bordo della flotta, non pochi abbiano pre-
ferito, alla incertezza di nuove avventure, di restare
definitivamente a Locri, e tra essi furono certamente
degli artisti che dalle sedi asiatiche portavano car-
toni e forse anche forme fittili. Ma come si spiega
l'amichevole accoglienza fatta dai Locresi ai nuovi
venuti ed il permesso di appoggiare in rada e di sbar-
care ? Per chiarire questo punto un po' oscuro,
conviene rivangare un po' nella vecchia storia di
Locri.

La ricchezza favolosa di Sibari proviene, come è
noto, dai suoi diuturni commerci con Mileto. Secondo

(') L'impresa di Zancle è stata diffusamente trattata da
C.H. Dodd, The Samians ai Zanclc-Messana, in Journal hell.
studies, 1908, pag. 66. Veggasi anche Freeman, History of
Sicily, voi. IT, pag. 110 e sgg.
 
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