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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Ugolini, Luigi M.: La Panighina: fonte sacra preistorica
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0269
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LA PANIGHINA

FONTE SACRA PREISTORICA

« Antiquati] exquirite matrem »
Yerg. Aen. Ili, v. (JG.

LNTRODUZTONE

II luogo della scoperta.

Clii da Rimini si reca a Bologna, attraversando
con l'antica via Emilia l'ubertosa pianura romagnola,
vede ergersi repente alla sua sinistra., tra Forlì e Ce-
sena, uno sprone di monte, quasi baluardo degli Apen-
nini. Su la costa di esso si sdraia un paesello ; sulla
cima troneggia una forte rocca clic domina tuttala
Romagna, da Pesaro a Cornacchie : questo è Berti-
noro « alto e ridente » ('), cittadina piccola e di poca
importanza oggi, ma in passato forte, potente, e sede
gradita al fiore della gentilezza d'Italia (2).

(1) G. Carducci, La chiesa di Polenta (Ode).

(2) Cfr. il Novellino ossia Fiore di parlar gentile, nella no-
vella: Della gran cortesia dei gentiluomini di Brettinoro.

Se di questo glorioso passato medioevale non rimangono
che scarse vestigia, di romano poi nulla si è fin qui trovato
nell'area occupata presentemente dalla città.

Invece qualche cosa si rinviene nelle campagne circo-
stanti: a Monte del Pino; a Dorgagnano (località vicinissima
alla Panighina) ; al Melatello ove fu trovato un sepolcreto
l'ornano (C I. L. XI, 582, 585; ed anche P. Amaducci, Su le
origini di Bertinoro, Bologna, 1910); a Monte Casale, e Ca-
sticciano.

Per la storia primitiva bertinorese fu interessante il rin-
venimento avvenuto nella località detta Ferragalla (notare la
seconda parte di cui è formata la parola). Si trovò qui un
cadavere sepolto in nuda terra, senza ripari, con attorno al-
cuni vasi di argilla grossolana mista a lamine di mica, latti a
mano e ben cotti. Però di tale scoperta non rimangono presso

Descrizione geologica del luogo. Tutta
la serie di colline del Comune di Bertinoro, per la
indefessa operosità degli abitanti, è ora trasformata
in verdeggianti campi, soprattutto coltivati a vigneti
producenti la rinomata albana. Ma sotto V humus
e negli scoscendimenti ove questo manca, appare
il sottosuolo costituito di marne note ai geologi col
nome di subappennine, di color chiaro turchiniccio,
molto fini, un poco sabbiose, spesso a strati sottili
schistosi e sfogliosi, e importanti per la grande abbon-
danza dei fossili. Tali marne, riferibili al Pliocene
astigiano, mentre nelle restanti zone della provincia
di Forlì decrescono sensibilmente verso il mare, « giac-
ché le masse del Miocene superiore, disposte forse a
guisa di gran lente, vi occupano più spessore a di-
scapito delle marne », nel Comune di Bertinoro invece
>• giacciono in piena concordanza sul calcare tufaceo,
avendone la stessa sua direzione», e formano una
serie molto potente che forse oltrepasserà i 100 metri.
Il calcare del pliocene piacentino, giacente sotto le
marne, assume l'aspetto alquanto terroso, grossolano,
e, conosciuto sotto il nome locale di spungone, e?so
viene usato come materiale da costruzione edilizia.

l'archivio comunale se non tre armille di bronzo (delle quali,
due grandi a sezione esagona); una fibula ad arco sem-
plice ingrossato alla metà; cuspidi di lancia con costola me-
diana, e un giavellotto di ferro. In tale scoperta il Santarelli
intravide .(elementi italo—gallici «. f.\. Santarelli, Anticlmtà
scoperte nel Comune di Bertinoro; in «Not. se.», die. 1887)..
 
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