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Ugolini, Luigi M.: La Panighina: fonte sacra preistorica
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0276
507
LA PANKÌIIINA
508
La porosità di questo impasto è tale olio il vaso
non potrebbe contenere un liquido. Lo pareti sono di
spessore piuttosto rilevante (circa un centimetro)
e l'andamento della curvatura è tale da poter asse-
gnare al vaso una forma cilindrica a pareti diritte,
e di non grande capacità (circa cm. 16 di diametro).
Contrariamente a tutti gli altri vasi, questi sono dotati
di una grande leggerezza.
Il frammento (ig. 10 (Bert.) è il fìttile di minor
capacità di tutti gli altri della collezione e contem-
poraneamente il più grossolano sotto ogni rapporto.
Le pareti sono irregolari, perche sono a continui alti
e bassi, scabrose, e lasciano qua e là affiorare grossi
tritumi di calcare e di gesso frammischiati all'im-
pasto. L'orlo stesso, leggermente assottigliato, non è
regolare, ma ha delle ondulazioni. E alto circa min. 5'5
ed ha mm. 80 di diametro.
Vasi adibiti alV uso delV acqua.
Questi vasi, che costituiscono il principale gruppo
ceramico, mostrano di essere stati usati alcuni per
attingere l'acqua dal pozzo, altri per berla; di qui la
duplice classificazione in attingitorii e potorii.
A4tingi tori i. Chiamo situletta il recipiente rap-
presentato nella tav. 11,2 (Boi.). Infatti è un vero
e proprio piccolo secchio-di forma cilindrico-svasata,
munito di due anse ottenute con il sollevamento,
sull'orlo, di un lembo di parete attraversato da un
foro, eseguito quando la creta era ancor molle. Le
pareti sono sottili e ancora di minor spessore verso
l'orlo : il colore tende al giallastro. Altezza, eseluse
le anse, cm. 11.
Credo debba essere identificato con questa situ-
letta il frammento di vaso che il Santarelli chiamò
bicchiere, poiché il completamento del vaso avvenne
con restauro eseguito dopo la relazione del Santarelli
e le dimensioni concordano perfettamente (').
Appartenne pure ad un recipiente situliforme
un frammento di vaso cilindrico-svasato, nel quale
manca la porzione di parete forata sopraelevantesi
sull'orlo testò notata, ed il foro per la funicella di
sospensione è stato praticato nel corpo stesso del vaso,
in prossimità dell'orlo. Tale foro fu eseguito prima
(') Santarelli, IoC. cit., fìg. 4.
della cottura del vaso e non deve essere considerato
quale foro di rabbercio (Bert.).
Il recipiente tav. II, 1 (Boi.), presenta una larga
apertura di bocca in contrapposizione al fondo che
è di assai minor diametro. Il colore è nerastro, e
alla manipolazione piuttosto grossolana corrisponde
la qualità dell'impasto. Le pareti sono di spessore
piuttosto rilevante, ma il fondo lo è ancor di più. È
munito di due solide e rozze anse ad anello. In uno
dei punti in cui è rotto, e cioè in una parte di parete
presso l'orlo (nella figura I della tav. IT è segnata
Fig. 11.
Seziono (Tel vaso fig. ?>, tav. TT.
(Dalla scoperta casuale del lf1f):>).
in t ratteggio), è piegata in modo da far supporre che
vi fosse una specie di maggior svasamento costruito
allo scopo di favorire il travaso del liquido in altri
recipienti di stretto orifizio. E che questa supposi-
zione possa esser vera, mi pare si possa ricavare os-
servando che altri attingitoi sono anzi provveduti
di uno speciale beccuccio posto in prossimità dell'orlo.
E alto cm. 18, ed ha 19 cm. di diametro d'orifizio.
Simile a questo è un altro vaso molto più fram-
mentario (Bert.).
Il recipiente tav. II, 4 avente la forma di tronco
di cono rovesciato, è munito di un beccuccio lungo
35 mm., a foro rotondeggiante, del diametro di
2 cm. e situato appena sotto l'orifizio. A 4 cm.
sotto questo sono poste due anse a grosso bitorzolo
bipartito, con due fori verticali distanti circa 4 cm.
l'uno dall'altro. Sul bitorzolo, e tra i duo fori, vi ò
una forte depressione. L'altr'ansa manca per frat-
tura del vaso. Le pareti sono di spessore piuttosto
forte, assottigliate irregolarmente in prossimità del-
l'orlo. Il fondo è inspessito. La, fatturai è tutta poco
LA PANKÌIIINA
508
La porosità di questo impasto è tale olio il vaso
non potrebbe contenere un liquido. Lo pareti sono di
spessore piuttosto rilevante (circa un centimetro)
e l'andamento della curvatura è tale da poter asse-
gnare al vaso una forma cilindrica a pareti diritte,
e di non grande capacità (circa cm. 16 di diametro).
Contrariamente a tutti gli altri vasi, questi sono dotati
di una grande leggerezza.
Il frammento (ig. 10 (Bert.) è il fìttile di minor
capacità di tutti gli altri della collezione e contem-
poraneamente il più grossolano sotto ogni rapporto.
Le pareti sono irregolari, perche sono a continui alti
e bassi, scabrose, e lasciano qua e là affiorare grossi
tritumi di calcare e di gesso frammischiati all'im-
pasto. L'orlo stesso, leggermente assottigliato, non è
regolare, ma ha delle ondulazioni. E alto circa min. 5'5
ed ha mm. 80 di diametro.
Vasi adibiti alV uso delV acqua.
Questi vasi, che costituiscono il principale gruppo
ceramico, mostrano di essere stati usati alcuni per
attingere l'acqua dal pozzo, altri per berla; di qui la
duplice classificazione in attingitorii e potorii.
A4tingi tori i. Chiamo situletta il recipiente rap-
presentato nella tav. 11,2 (Boi.). Infatti è un vero
e proprio piccolo secchio-di forma cilindrico-svasata,
munito di due anse ottenute con il sollevamento,
sull'orlo, di un lembo di parete attraversato da un
foro, eseguito quando la creta era ancor molle. Le
pareti sono sottili e ancora di minor spessore verso
l'orlo : il colore tende al giallastro. Altezza, eseluse
le anse, cm. 11.
Credo debba essere identificato con questa situ-
letta il frammento di vaso che il Santarelli chiamò
bicchiere, poiché il completamento del vaso avvenne
con restauro eseguito dopo la relazione del Santarelli
e le dimensioni concordano perfettamente (').
Appartenne pure ad un recipiente situliforme
un frammento di vaso cilindrico-svasato, nel quale
manca la porzione di parete forata sopraelevantesi
sull'orlo testò notata, ed il foro per la funicella di
sospensione è stato praticato nel corpo stesso del vaso,
in prossimità dell'orlo. Tale foro fu eseguito prima
(') Santarelli, IoC. cit., fìg. 4.
della cottura del vaso e non deve essere considerato
quale foro di rabbercio (Bert.).
Il recipiente tav. II, 1 (Boi.), presenta una larga
apertura di bocca in contrapposizione al fondo che
è di assai minor diametro. Il colore è nerastro, e
alla manipolazione piuttosto grossolana corrisponde
la qualità dell'impasto. Le pareti sono di spessore
piuttosto rilevante, ma il fondo lo è ancor di più. È
munito di due solide e rozze anse ad anello. In uno
dei punti in cui è rotto, e cioè in una parte di parete
presso l'orlo (nella figura I della tav. IT è segnata
Fig. 11.
Seziono (Tel vaso fig. ?>, tav. TT.
(Dalla scoperta casuale del lf1f):>).
in t ratteggio), è piegata in modo da far supporre che
vi fosse una specie di maggior svasamento costruito
allo scopo di favorire il travaso del liquido in altri
recipienti di stretto orifizio. E che questa supposi-
zione possa esser vera, mi pare si possa ricavare os-
servando che altri attingitoi sono anzi provveduti
di uno speciale beccuccio posto in prossimità dell'orlo.
E alto cm. 18, ed ha 19 cm. di diametro d'orifizio.
Simile a questo è un altro vaso molto più fram-
mentario (Bert.).
Il recipiente tav. II, 4 avente la forma di tronco
di cono rovesciato, è munito di un beccuccio lungo
35 mm., a foro rotondeggiante, del diametro di
2 cm. e situato appena sotto l'orifizio. A 4 cm.
sotto questo sono poste due anse a grosso bitorzolo
bipartito, con due fori verticali distanti circa 4 cm.
l'uno dall'altro. Sul bitorzolo, e tra i duo fori, vi ò
una forte depressione. L'altr'ansa manca per frat-
tura del vaso. Le pareti sono di spessore piuttosto
forte, assottigliate irregolarmente in prossimità del-
l'orlo. Il fondo è inspessito. La, fatturai è tutta poco