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LA panighina
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mento fig. 32 che ci presenta una serie di losanghe,
una accanto all'altra.
Questo secondo motivo, a differenza di tutti gli
altri, è, come già è stato osservato, graffito sulla creta
già indurita.
In quanto alla localizzazione degli ornati, osservo
che alcun i esemplari hanno un tratto di ornamentazione
solo da una parte dell'ansa, e generalmente a sinistra.
È poi naturale che nei boccali migliori, perchè co-
struiti con più cura, accanto a buone sagome si asso-
ciasse anche un belio stile.
Sembra di vedere il figlilo, libero dagli impacci
di una « materia sorda », intento solo a dare ai suoi
manufatti maggiore sicurezza ed eleganza di forme e
di linee, il che costituisce uno stile progredito. Infatti
man mano che il tipo vascolare si perfeziona, osser-
viamo una progressiva e studiata trasformazione della
decorazione da semplice a tettonica, da abbondante
a rara o addirittura assente. Non si perita il vasaio
di dare al recipiente un profilo composto contempo-
raneamente di più linee curve con andamento dif-
ferente e opposte l'una all'altra.
I migliori di questi boccali, per le loro buone qua-
lità stilistiche, per le pareti sottili, per essere privi
di ingobbio ed invece composti di un'ottima creta
nera a tinta unita, e dotati di un leggiero nitore, pos-
sono venir considerati tra i remoti prototipi del buc-
chero tanto prediletto e perfezionato dagli Etruschi.
D. Raffronti tipologici.
II materiale della Panighina non si presenta adun-
que con tipi, sagome, impasto ed ornati uniformi,
ma invece appare dotato di svariate qualità, dando
così luogo a diversi raggruppamenti.
Abbiamo visto l'impasto tanto cenerognolo quanto
nero, cupo ; ora impuro, ora decantato o quasi ; ora
rivestito d'ingobbio ed ora no perchè inutile.
I vasi, alle volte, sono di tipo comune; altre volte
invece sono di forma piuttosto rara.
Altrettanto può dirsi della sagoma che è tanto sem-
plice, quanto evoluta.
Infine vi è quel gruppo di cocci con ornati eseguiti
col polpastrello delle dita : gruppo questo che, pur
essendo di impasto simile alla rimanente ceramica,
se ne discosta pei' questi stessi ornati.
11 materiale della Panighina si presta quindi a
confronti con gruppi di stazioni preistoriche piutto-
sto diversi.
E perciò, prima di venire alle conclusioni relative
all'età e alla civiltà, è bene avvicinare questo mate-
riale ad ognuno di quei gruppi di stazioni ben definiti
per età e civiltà, i quali abbiano rapporto col mate-
riale in esame. Vedremo così in che cosa il materiale
della Panighina si avvicina ed in che cosa esso se ne
allontana ; quali spiegazioni trovino queste somi-
glianze e dissomiglianze e a quale gruppo lo si debba
veramente collegare.
Uguaglianze e differenze esistenti tra
il materiale della Panighina e quello
neolitico del Reggiano. Il Santarelli avvicinò
la ceramica uscita dal « pozzo rosso » a quella resti-
tuita dai fondi di capanna del Reggiano.
A dir il vero, ci può essere in tale ravvicinamento
qualche cosa di fondato, poiché vi sono elementi co-
muni contemporaneamente al materiale della nostra
scoperta e a quello dei fondi di capanna neolitici.
Cito per esempio i vasi a tronco di cono rovesciato,
e quelli cilindrici, leggermente svasati: questi esem-
plari hanno il fondo un po' rinforzato ricordante il ro-
busto tacco delle basi dei vasi neolitici.
Sono pure di tipo neolitico le anse canaliculate,
spesso a foro assai stretto, e ora verticale, ora oriz-
zontale.
Molti ornati fanno pensare a quelli di cui sono
provvisti i vasi usciti dai fondi di capanna più primi-
tivi ; per esempio i bitorzoli di cui sono provveduti
alcuni esemplari, tra i quali varii frammenti di boc-
cale; ed anche i segmentini di linea curva posti l'uno
accanto all'altro ed in triplice ordine.
Inoltre Tornato a punteggio, riempito o no di
materia bianca, trova molti' riscontri nella ceramica
eneolitica, perchè appunto durante questo periodo
pare compaia tale tipo ornamentale.
Ma i confronti di somiglianza, che il Santarelli
istituì tra il materiale della Panighina e quello dei
fondi di capanna del Reggiano, furono basati special-
mente sulla forma dei boccali, che il Santarelli avvi-
cinò strettamente ai fiaschi usciti dalle stazioni di
Campeggine ed Albinea.
E qui mi pare che l'illustre archeologo non co-
gliesse nel vero: lo somiglianze tra questi due tipi di
LA panighina
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mento fig. 32 che ci presenta una serie di losanghe,
una accanto all'altra.
Questo secondo motivo, a differenza di tutti gli
altri, è, come già è stato osservato, graffito sulla creta
già indurita.
In quanto alla localizzazione degli ornati, osservo
che alcun i esemplari hanno un tratto di ornamentazione
solo da una parte dell'ansa, e generalmente a sinistra.
È poi naturale che nei boccali migliori, perchè co-
struiti con più cura, accanto a buone sagome si asso-
ciasse anche un belio stile.
Sembra di vedere il figlilo, libero dagli impacci
di una « materia sorda », intento solo a dare ai suoi
manufatti maggiore sicurezza ed eleganza di forme e
di linee, il che costituisce uno stile progredito. Infatti
man mano che il tipo vascolare si perfeziona, osser-
viamo una progressiva e studiata trasformazione della
decorazione da semplice a tettonica, da abbondante
a rara o addirittura assente. Non si perita il vasaio
di dare al recipiente un profilo composto contempo-
raneamente di più linee curve con andamento dif-
ferente e opposte l'una all'altra.
I migliori di questi boccali, per le loro buone qua-
lità stilistiche, per le pareti sottili, per essere privi
di ingobbio ed invece composti di un'ottima creta
nera a tinta unita, e dotati di un leggiero nitore, pos-
sono venir considerati tra i remoti prototipi del buc-
chero tanto prediletto e perfezionato dagli Etruschi.
D. Raffronti tipologici.
II materiale della Panighina non si presenta adun-
que con tipi, sagome, impasto ed ornati uniformi,
ma invece appare dotato di svariate qualità, dando
così luogo a diversi raggruppamenti.
Abbiamo visto l'impasto tanto cenerognolo quanto
nero, cupo ; ora impuro, ora decantato o quasi ; ora
rivestito d'ingobbio ed ora no perchè inutile.
I vasi, alle volte, sono di tipo comune; altre volte
invece sono di forma piuttosto rara.
Altrettanto può dirsi della sagoma che è tanto sem-
plice, quanto evoluta.
Infine vi è quel gruppo di cocci con ornati eseguiti
col polpastrello delle dita : gruppo questo che, pur
essendo di impasto simile alla rimanente ceramica,
se ne discosta pei' questi stessi ornati.
11 materiale della Panighina si presta quindi a
confronti con gruppi di stazioni preistoriche piutto-
sto diversi.
E perciò, prima di venire alle conclusioni relative
all'età e alla civiltà, è bene avvicinare questo mate-
riale ad ognuno di quei gruppi di stazioni ben definiti
per età e civiltà, i quali abbiano rapporto col mate-
riale in esame. Vedremo così in che cosa il materiale
della Panighina si avvicina ed in che cosa esso se ne
allontana ; quali spiegazioni trovino queste somi-
glianze e dissomiglianze e a quale gruppo lo si debba
veramente collegare.
Uguaglianze e differenze esistenti tra
il materiale della Panighina e quello
neolitico del Reggiano. Il Santarelli avvicinò
la ceramica uscita dal « pozzo rosso » a quella resti-
tuita dai fondi di capanna del Reggiano.
A dir il vero, ci può essere in tale ravvicinamento
qualche cosa di fondato, poiché vi sono elementi co-
muni contemporaneamente al materiale della nostra
scoperta e a quello dei fondi di capanna neolitici.
Cito per esempio i vasi a tronco di cono rovesciato,
e quelli cilindrici, leggermente svasati: questi esem-
plari hanno il fondo un po' rinforzato ricordante il ro-
busto tacco delle basi dei vasi neolitici.
Sono pure di tipo neolitico le anse canaliculate,
spesso a foro assai stretto, e ora verticale, ora oriz-
zontale.
Molti ornati fanno pensare a quelli di cui sono
provvisti i vasi usciti dai fondi di capanna più primi-
tivi ; per esempio i bitorzoli di cui sono provveduti
alcuni esemplari, tra i quali varii frammenti di boc-
cale; ed anche i segmentini di linea curva posti l'uno
accanto all'altro ed in triplice ordine.
Inoltre Tornato a punteggio, riempito o no di
materia bianca, trova molti' riscontri nella ceramica
eneolitica, perchè appunto durante questo periodo
pare compaia tale tipo ornamentale.
Ma i confronti di somiglianza, che il Santarelli
istituì tra il materiale della Panighina e quello dei
fondi di capanna del Reggiano, furono basati special-
mente sulla forma dei boccali, che il Santarelli avvi-
cinò strettamente ai fiaschi usciti dalle stazioni di
Campeggine ed Albinea.
E qui mi pare che l'illustre archeologo non co-
gliesse nel vero: lo somiglianze tra questi due tipi di