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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Ugolini, Luigi M.: La Panighina: fonte sacra preistorica
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0299

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LA PANIGItlNA

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Orbene, secondo il mio modo di vedere, questa
promiscuità di elementi arcaicizzanti e progrediti
fusi insieme, e le somiglianze tipologiche piuttosto
svariate, caratterizzano la facies di civiltà, che va
posta accanto all'età già assegnata al materiale cera-
mico della Panighina.

Le caratteristiche più progredite ci hanno mostrato
il progresso massimo raggiunto dalla ceramica ed
hanno servito di base per le determinazioni dell'età;
quelle arcaicizzanti ci rivelano la continuazione di
forme appartenenti ad età o civiltà di già oltrepas-
sate ; infine le somiglianze o affinità con materiale
di altre stazioni ci dimostrano le relazioni tra la
Panighina e queste località. Perciò il materiale del
« pozzo rosso » è dei primissimi albori dell' età del
ferro, ma serba ancora le tracce della oltrepassata
civiltà paesana, ed ha risentito gli influssi delle diverse
civiltà svolgentisi all'intorno.

Con tutto quanto io ho fin qui esposto, 6 stalo
dato uno sguardo al materiale ceramico rinvenuto
entro il «pozzo rosso» e ne sono state tirate le con-
seguenze.

Ma siccome alla tipologia da sola non si deve
dare eccessivo valore, vediamo ora se con qualche
altro fattore si possono convalidare oppure si deb-
bano scartare le deduzioni già tratte.

CAPITOLO II.
(«li scavi regolari nel 1911.

A. Storia dello scavo.

L'importanza della scoperta, che già si raccoman-
dava di per se stessa, ed il desiderio degli studiosi,
mossero la R. Soprintendenza agli Scavi e Musei ar-
cheologici di Bologna ad intraprendere degli scavi
regolari alla Panighina.

Ed infatti, sotto la direzione del compianto ed
illustre prof. Ghirardini, fu iniziato un saggio di
scavo nell' anno 1909, durante il quale fu aperta
una trincea di m. 4x6 alla distanza di m. 16 dal
«pozzo rosso» (fig. 1 bis, lett. B).

Ma disgraziatamente, per le incessanti e torren-
ziali pioggie che caddero in quel periodo di tempo
(5-23 ottobre), non si potò condurre fino al terreno

Monumenti Antichi — Vol. XXIX.

vergine la trincea, la quale, del resto, fino allora
aveva dato poco ed insignificante materiale (qualche
frammento informe di legname ed un solo coccio
preistorico).

Per questo motivo, non vedendo cioè soddisfatto
il desiderio proprio e quello degli studiosi, il prof.
Ghirardini due anni dopo, nel 1911, fece intraprendere
una nuova campagna di scavi.

Questi, con sagace e provvido accorgimento,
furono fatti vicinissimo al «pozzo rosso», onde non
fossero discosti, come quelli del 1909, dal luogo del
primo casuale rinvenimento. Ed infatti una buca,
di 25 m. di luce, fu aperta a m. 2 di distanza dal
pozzo (fig. I, a sinistra, ove ò la crocetta; e fig. 1 bis,
lett. C).

La messe degli oggetti trovati, anche qui, non
corrispose certo all'aspettativa degli studiosi, poiché
non si rinvennero vasi interi o quasi, ma solo fram-
nienti, piuttosto piccoli, e scarsi di numero.

Del materiale uscito, la parte più importante tro-
vasi ora esposta nella vetrina della II sala ch'I Museo
Civico di Bologna; la parte meno degna di nota è
nei magazzeni di detto museo.

Alla tavola I trovasi, a sinistra della ricostruzione
del rinvenimento casuale del 1902, la sezione dalla
buca del 1909 ; ed a destra quella della principale
trincea di scavo del 1911.

D'ora in poi mi atterrò esclusivamente allo scavo
del 1911, poiché questo solo fu eseguito nella quasi im-
mediata vicinanza del pozzo (m. 2 di distanza) : perchè
fu condotto sino a raggiungere il vergine ; infine per-
chè solamente da questo uscì materiale veramente
degno di considerazione.

Prima di passare alla descrizione di questi oggetti,
premetto ancora che io conservo, a ciascuno strato
archeologico di età preistorica, la numerazione che
gli fu già assegnata dal sovrastante lo scavo, la quale,
è bene notarlo, non ha inizio a partire dallo strato
vergine, e quindi secondo l'ordine di naturale forma-
zione e successione degli strati, ma incomincia invece
col primo incontro dello strato con materiale preisto-
rico verificatosi durante il progressivo lavoro di
approfondimento della trincea.

Ho conservato tale ordino di numerazione, perchè
nel Musco di Bologna il materiale è stato esposto in
base a questo ordinamento: e perchè non ho creduto

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