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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Ugolini, Luigi M.: La Panighina: fonte sacra preistorica
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0310
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LA PASTO ITINA

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di una senti- in un determinato momento, il matonaie
rinvenuto invece nei varii c successivi strati archeo-
logici delio scavo 1911 attesta la quotidiana, semplice,
ininterrotta permanenza di questa gente dall'età neo-
litica alla prima età del ferro, fino cioè al tempo in
cui il pozzo era in piena attività (').

Cosicché dunque la facies di civiltà rappresentata
dalla ceramica del pozzo è quella stessa mostrata dal
materiale uscito dallo strato n. I, se questo vien consi-
derato, come si deve, attraverso l'esame degli oggetti
fittili dei precedenti strati.

Relativamente al popolo.

Vengo ad ammettere quindi che il deposito del ma-
teriale del pozzo e quello dello stato archeologico su-
periore si devono ai tardi discendenti di quella gente
che lasciò ininterrottamente traccie di se dallo strato
inferiore all'ultimo (cioè fino al n. 1).

• 'erto che è assai arduo poter provare questa di-
scendenza degli abitatori della Panighina, viventi al
principio dell'età del ferro, dai loro lontani progenitori
d'età neolitica. Ma qualche provala si può trovare nella
produzione locale dell'industria ceramica, nella conti-
nuità stratigrafica, nella progressiva evoluzione indu-
striale e nella permanenza di forme arcaiche.

Se si sogliono vedere nuove infiltrazioni etniche al-
l'apparizione di nuovi elementi culturali, io credo —
per contrapposto—che, quando queste introduzioni
industriali mancano, la continuazione è probabile.

Ciò non esclude — l'ho già detto — che vi si faces-
sero sentire influssi di altre civiltà, di altri paesi : e però,
accanto agli elementi progrediti, abbiamo visti asso-
ciati accenni a materiali di altri gruppi di stazioni
più o meno lontane per età e località (fondi di capanne,
palafitte occidentali ed orientali, terremare, stazioni
del Sud d'Italia).

Questi riscontri possono venire riuniti insieme e
considerati quali influssi generali della civiltà del
bronzo orinai allontanantesi. perchè cominciava a svi-
lupparsi quella del ferro.

(') [>i|>"i. cioè dallo strato n. i' sino a quello l'erse di età
gallica, noi] si rinvenne nulla di antropozoico; indio spazio
interposto tra questi due strati, aventi sicure tracce di vita,
si inframmette il giallo e potente strato alluvionale che è
azoico.

Ed essi trovano spiegazione per lo speciale periodo
in cui deve essere collocata la Panighina ed anche per la
sua posizione geografica.

Siamo nello spazio di tempo in cui — generalmente
si crede — « avvenivano le emigrazioni dei terrama-
ricoli dal nord al sud d'Italia», ed i:t cui pure cle-
menti di civiltà del sud salivano al nord.

Per ciò che riguarda la posizione geografica, dirò
che pare che i terramaricoli dalla vallata del Po scendes-
sero nell'Italia C'entrale e poi Meridionale per vie di-
stinte, una delle quali appunto era lungo il litorale
Adriatico, come ci attestano le scoperte quivi fatte (').
E la Panighina si troverebbe appunto su questa via,
distando essa 10 km. dal mare, ed essendo proprio alle
pendici ultime degli Appennini.

Quindi i terramaricoli, poco dopo lasciati i loro
eentri del Parmense e del Modenese, senza valicare
l'Appennino, ma seguendone le falde, incontrarono la
Romagna ove del loro passaggio lasciarono tracce in
alcuni elementi industriali e culturali (la Bertarina
di Forlì, posta a pochi chilometri dalla Panighina, può
essere una attestazione di questo transito).

Però, accanto alle influenze delle evolventisi civiltà
limitrofe, abbiamo visto anche la permanenza di ele-
menti arcaici i quali per me — insieme con altre con-
siderazioni sulla stratigrafia e sulla evoluzione della
ceramica — hanno avuto grande valore per la dimo-
strazione della continuità etnica della popolazione.

Questa: persistenza di elementi culturali arcaici
in età posteriori, e strettamente legati ai progrediti,
non è un fatto singolare, sporadico, ma anzi è quello
che comunemente si riscontra in Romagna, ove trovasi
la Panighina.

Basta, per tut te, citare le stazioni a l'ondi di capanne
della Bertarina, e di Villanova nel Forlivese, che arri-
vano fino alle elà del ferro (-) ; quelle di Monte Castel-
laccio (3) e Toscanella (4), Prevosta in quel d'Imola, con

(') Vedi a questo proposito quanto dice il Pigorini in
Necropoli antichissima di cremati nel Pianello (Ancona). « 13.
P. I. » XXXVIIf, p. 181.

(2) Per la Bertarina : A. Santarelli, Stazione preistorica,
scoperta a Yecehiazzano nel Forlivese, Forlì 1884. Per Villa-
nova: A. Santarelli, Seconda memoria stigli avanzi di abitazioni
primitive a Villanova, in «Atti e Meni, della R. Dep. di Storia
Patria per le Prov. di Romagna », sor. Ili, voi. tX.

fi. Scarabelli. Stazione preistorica del Monte del Ca-
stellacelo presso Imola, [mola 1887.

(■') R. Pettazzoni, Stazioni preistoriche, ecc., cui. 216 e sgg.
 
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