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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Ugolini, Luigi M.: La Panighina: fonte sacra preistorica
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la panighina

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materiale misto ('). Ad esse si possono aggiungere (incile
del Bolognese : cioè di Castel dei Britti, di porta d'Aze-
glio, di porta Saragozza, di villa Bosi, del Serbatoio, di
Trebbo Sei Vie, di S. Ilario d'Enza, ecc. (2J.

Queste speciali facies di civiltà, generalmente (3),
sono spiegate con la presenza di nuclei umani stanzia-
tisi in quelle località in età neolitica, e sopravvissuti
all'invasione terramai'icola. Di questa invasione essi
avrebbero accolto solamente gli elementi culturali ed
industriali (la metallurgia, l'ansa cornuta, ecc.), perchè
continuarono ancora l'antico modo d'abitare in fondi
di capanne, anziché adottare la « terramare», ed anche
serbarono il sistema di inumare col cadavere rannic-
chiato anziché accogliere la cremazione f1).

(') Brizio E., Villaggio preistorico scoperto urli'/malesi',
<> Atti e Mem. della li. Deput. ili stor. patr. per le prov. delle
Romagne », a. 1883, serie HI, n. 2, pag. 120.

(2) R. Pettazzoni, Stazioni preistoriche ecc., già citato.
Tale facies di civiltà non è propria solo della Romagna,
poiché si è riscontrata anche in altre parti d'Italia : a Romei,
Fiastri e Monte Venera nel Reggiano; Monte della Pieve. Monte
I.onato, Demorta e Bigarello nel Mantovano : Marendole nel
Padovano ; Monte Luffa nel Veronese : Colombo dei Mori, Ca-
stello di Pierno, Rovereto, Monticelli. Enticlar e Castel Pra-
daglia nel Trentino; le Connelle e Fra sassi, nel Marchigiano;
Toppo S. Filippo in provincia di Benevento; ecc.

E questo fatto, riconosciuto universalmente dai paletno-
logi, si avvera in tutte le età: così il dott. Antonielli ultima-
mente ha messo in chiara luce la permanenza delle l'orme paleo-
litiche anche in età neolitica (La scuola italiana di paletnologia,,
in «Ausonia» X, 1921, pag. 2G). Ciò fu pure osservato dal (Io-
lini nei fondi di capanni' della Valle della Vibrata.

Le stazioni del Forlivese con elementi neolitici continuano
lino « alla prima età del ferro ed anche più oltre » (Colini, De-
terminare in quali regioni ecc. loc. cit., pag. 2(5, e « B. P. 1. »,
XXXIII, p. 149).

Il Pigorini ha, espresso chiaramente questa opinione,
e con lui era pienamente d'accordo il Colini che sposso ri-
tornò sulla questione. H Pettazzoni pine ritiene che da Imola,
sin forse all'estremità della Terra d'Otranto, sopravvivessero
i discendenti dei popoli prearii che adottarono parzialmente
la nuova civiltà del bronzo. Anche il Peei parla ili remains of
the old race nell'Emilia Orientale. Ivi il De Sanctis stesso, pur
dando una interpretazione etnica diversa da quella (die è solita
esser data dai paletnologi, osserva tale persistenza di elementi
arcaici di popolazioni.

Vedere : Pigorini, La. grotta di Prosassi presso Fabriano, in
« B. P. I.», XXI, pag. 109; A. Colini, Determinare in finali re-
gioni italiane si abbiano prove certe della civiltà del bronzo, in
«Atti del Congr. internaz. di scienze storielle », Roma. 1903,
pag. 26; R. Pettazzoni, loc. cit., col. 27G; T. E. Peet. The
storie and brame ages in Itali], Oxford, 1909, pag. 381-382. ;
G. De Sanctis, Storia dei Romani, Voi. I, cap. III. Torino,
1907,

(') Per le abitazioni a l'ondi di capanna ho già citate la
Bertarina, Monte Castellacelo, Toscanerìa ecc., e per il rito

Orbene, poiché questa permanenza di nuclei umani
discendenti direttamente dagli antichi neolitici si ri-
scontra, durante l'età del bronzo e del ferro, in varie lo-
calità da Bologna ad Ancona, io credo non si possa pen-
sare diversamente per gli abitatori della Panighina,
poiché ne danno testimonianza i vari indizi culturali
già ricordati e perchè la Panighina è appunto sii nata,
nel cuore di questa caratteristica zona d'Italia.

C. Considerazioni cronologicilf,

culturali ed etniche.

Riassumendo: a mio modesto avviso, alla Pani-
ghina ci troviamo alla presenza di una gente che vi
prese stanza in età neolitica (strato n. VI) e vi rimase
fino agli albori della prima età del ferro (strato n. I,
e relitti rinvenuti nel pozzo). Durante la lunga per-
manenza in questo luogo, tale gente sentì, ed in parte
subì, le irradiazioni di civiltà che le provenivano dalle
popolazioni fornite di una civiltà superiore alla sua.

Questa è la convinzione mia personale, che mi sono
formato dopo lungo e paziente esame oggettivo sia dei
prodotti industriali, sia delle osservazioni sulla strati-
grafia.

Ma questa non è la stessa enunciata dai valenti pa-
letnologi che, prima di me, presero a trattare l'argo-
mento.

Il Santarelli (') dando del nostro ritrovamento
una breve ma accurata relazione giudicò gli oggetti
rinvenutivi di età neolitica e li avvicinò pure a quelli
usciti dalle pili antiche palafitte.

Quantunque si basasse su questa relazione, il Pi-
gorini (2) giustamente alzò la data del travamento :
da neolitica la portò alla «pura e primitiva età del
bronzo » ed insiste maggiormente sui raffronti col ma-
teriale delle palafitte, sia per le speciali sagome di al-
cuni vasi, sia per la presenza di pali nel luogo del
ritrovamento ed in varii punti del predio Panighina.

Dirò subito che per quest'ultima prova egli fu
fuorviato dalla relazione del Santarelli.

funebre basta ricordare la necropoli di Novilara di Pesaro e
le alile dell'Anconetano (eccezion fatta di quella del Pia nello
che è a cremazione e sarebbe quindi dei terramaricoli).

(') Santarelli, « Noi. Se. », 1902, loc.. cit., pag. 550 e sgg.

(2) Pigorini, « B. P. I. » XXXIV, loc. cit., pag. 179 e sgg.
 
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