611
LA PANIGHINA
612
scoperte archeologiche primitive e classiche e per la
tradizione letteraria si sa che i donarii venivano de-
posti con bell'ordine.
Nei già spesso ricordati pozzi della Sardegna i doni
sono ben ordinati su appositi banchi di sasso, situati
all'imbocco dcldromos. Gli innumerevoli vasi rinvenuti
a S. Pietro Montagnoli (Abano) erano disposti con re-
golarità veramente notevole, perchè erano « ammassati
in linea pressoché continua ed avente forma come di
argine » ('). Ciò si verifica pure nelle grotte con acqua
sacra. In quella della Pertosa furono trovati « circa
300 vasetti allineati e disposti a pilo » (2). Sembra pure
che nella caverna di Latronico i vasi fossero stati de-
posti con cura, specialmente poi in due posti (3). Tale
ordinamento eravi, a quanto pare, anche nella grotta
del re Tiberio, poiché il Tassinari e lo Zauli trovarono
i vasetti raccolti in gran numero in piccolo spazio.
Il prof. Orsi, a proposito di un lago sacro trovato nella
isola di Pantelleria, dice che il nicchiane incavato nella
parete rocciosa, la quale forma lo sbarramento setten-
trionale del lago, era « certo un'edicola per deporvi
anathemata e sacri ricordi » (4). E un' usanza questa in
vigore anche presentemente.
In terzo luogo i vasi si trovarono in numero troppo
rilevante per poterli considerare doni gettati entro la
tubatura lignea : all'atto della scoperta essi riempivano
completamente tutta la tubatura, sicché, se ciò fosse
stato anche nel periodo di tempo in cui il pozzo era in
efficienza, essi avrebbero impedito l'attingere acqua,
ed avrebbero anche resa inutile tutta la difficile costru-
zione lignea, destinata appunto al libero scaturire del-
l'acqua.
Che cosa ci mostrano le analoghe sco-
perte archeologiche e i simili luoghi di
culto. Ed ora, dopo aver preso in considerazione i
fatti offertici dal pozzo stesso, passiamo all' esame di
alcune scoperte archeologiche di stipi ad acqua le quali
più direttamente ci interessino.
Analogamente a quanto si é visto per la stipe rac-
colta nel lago di Albano, che è primitiva, noi consta-
tiamo questo gettito di donarii entro l'acqua anche
(') Pellegrini, loc. cit., p. 12.
(2) Patroni, « Mon. aut. Line. », IX, loc. cit., col. 570.
(3) Rellini, loc. cit., eoi. 408 e 554.
(4) P. Orsi, Pantelleria, in « Mon. ant. Line. », IX, col. 527.
in età classica, purché, però, il bacino raccogliente
tanto l'acqua quanto le offerte sia grande.
Si sa, per esempio, che i cittadini di Poma pre-
sentarono offerte al lago Curzio per ottenere la guari-
gione di Ottaviano Augusto (') ; come, ai loro tempi,
gli Etruschi le avevano fatte al lago Falterona. Plinio
racconta di aver veduto, in fondo alle sorgenti del
Clitunno, delle monete ed altri oggetti gettativi come
donarii (2) ; Seneca narra che i sacerdoti egiziani
gettavano offerte entro il Nilo (3); anche il lago
di Hieropolis riceveva efferte (4Ì ; nel lago di Jupiter,
presso il Gran San Bernardo, gli scavi del 1892 resti-,
tuirono tavolette votive, statuette ed altri ex voto (5).
Pure i moderni selvaggi usano dare offerte di propi-
ziazione o di gratitudine ai laghi, ai fiumi, ma, che
sappia io, non riempiono di donarii luoghi stretti
quali sono i pozzi.
Per contrapposto sappiamo invece che entro i pozzi
- generalmente - non vengono gettate le offerte (").
(') Svet., Aug. 57.
(2) Plin., Ep. VIII, 8, 2.
(3) Sen., Quaest. nat. IV, 2, 7.
(4) Luciano (in Ilegl tfjg Svqiì]; fteov, 47) dice che Giove
discendeva in questo lago per santificarlo.
(5) Relazione sugli scavi al Pian de Jupiter. in « Meni,
della R. Acc. dei Lincei», dall'anno 1890 al 1894. Vedi spe-
cialmente anno 1892, p. 87 e sgg.
(6) A dire il vero, però, sono stati trovati anche alcuni pozzi
ripieni di materiale ; ma non credo che essi possano infirmare
quanto verrò ora esponendo nel testo, perchè trattasi di casi ben
diversi.
A Sampolo d'Enza (Reggio E.), per esempio, nel 1870 e
1871 furono scoperti 5 pozzi singolari per fattura e per il mate-
riale contenuto. Il Chierici e lo Strobel pubblicarono i due più
importanti nella ricordata Strenna del bollettino di paletnologia
italiana per il 1876, dando anche riproduzioni grafiche del ma-
teriale e sezioni dei due principali pozzi.
Il primo di questi, il più importante, ha ni. 1,25 di diametro,
e a m. 16 di profondità raggiunge la roccia che è stata scavata
a guisa di piccolo bacino. Al di sopra di questo era posta una
costruzione di legno costituita di 8 travi formanti i lati di un otta-
gono. Su di questo cominciava il muro di rivestimento del pozzo,
composto di ciottoli piatti, murati a secco. Ad un metro più
su del tavolato ottagonale, ne è posto un altro, pure di legno. Il
Chierici chiama camera lo spazio di pozzo situato fra questi duo
tavolati. Poi comincia la tromba del pozzo. Queste tre parli
(bacino, camera, tromba) erano ripiene completamente di mate-
riali diversi e variamente collocati. Nel bacino furono trovati
carboni, ossa di bruti ed « il fondo di una situla di bronzo, con
un frammento del manico arcato di ferro, e due vasi d'argilla »,
aventi forma di situle di bronzo. Nella soprastante camera poi,
posta tra i due tavolati, si sono trovate situle fittili a forma sva-
sata, un po'panciuta, con due orecchiette per fissarvi un manico
di fune. Ne furono trovate anche di bronzo, o a lamina inchio-
data oppure fuse in un sol pezzo : hanno i manici snodati e di
LA PANIGHINA
612
scoperte archeologiche primitive e classiche e per la
tradizione letteraria si sa che i donarii venivano de-
posti con bell'ordine.
Nei già spesso ricordati pozzi della Sardegna i doni
sono ben ordinati su appositi banchi di sasso, situati
all'imbocco dcldromos. Gli innumerevoli vasi rinvenuti
a S. Pietro Montagnoli (Abano) erano disposti con re-
golarità veramente notevole, perchè erano « ammassati
in linea pressoché continua ed avente forma come di
argine » ('). Ciò si verifica pure nelle grotte con acqua
sacra. In quella della Pertosa furono trovati « circa
300 vasetti allineati e disposti a pilo » (2). Sembra pure
che nella caverna di Latronico i vasi fossero stati de-
posti con cura, specialmente poi in due posti (3). Tale
ordinamento eravi, a quanto pare, anche nella grotta
del re Tiberio, poiché il Tassinari e lo Zauli trovarono
i vasetti raccolti in gran numero in piccolo spazio.
Il prof. Orsi, a proposito di un lago sacro trovato nella
isola di Pantelleria, dice che il nicchiane incavato nella
parete rocciosa, la quale forma lo sbarramento setten-
trionale del lago, era « certo un'edicola per deporvi
anathemata e sacri ricordi » (4). E un' usanza questa in
vigore anche presentemente.
In terzo luogo i vasi si trovarono in numero troppo
rilevante per poterli considerare doni gettati entro la
tubatura lignea : all'atto della scoperta essi riempivano
completamente tutta la tubatura, sicché, se ciò fosse
stato anche nel periodo di tempo in cui il pozzo era in
efficienza, essi avrebbero impedito l'attingere acqua,
ed avrebbero anche resa inutile tutta la difficile costru-
zione lignea, destinata appunto al libero scaturire del-
l'acqua.
Che cosa ci mostrano le analoghe sco-
perte archeologiche e i simili luoghi di
culto. Ed ora, dopo aver preso in considerazione i
fatti offertici dal pozzo stesso, passiamo all' esame di
alcune scoperte archeologiche di stipi ad acqua le quali
più direttamente ci interessino.
Analogamente a quanto si é visto per la stipe rac-
colta nel lago di Albano, che è primitiva, noi consta-
tiamo questo gettito di donarii entro l'acqua anche
(') Pellegrini, loc. cit., p. 12.
(2) Patroni, « Mon. aut. Line. », IX, loc. cit., col. 570.
(3) Rellini, loc. cit., eoi. 408 e 554.
(4) P. Orsi, Pantelleria, in « Mon. ant. Line. », IX, col. 527.
in età classica, purché, però, il bacino raccogliente
tanto l'acqua quanto le offerte sia grande.
Si sa, per esempio, che i cittadini di Poma pre-
sentarono offerte al lago Curzio per ottenere la guari-
gione di Ottaviano Augusto (') ; come, ai loro tempi,
gli Etruschi le avevano fatte al lago Falterona. Plinio
racconta di aver veduto, in fondo alle sorgenti del
Clitunno, delle monete ed altri oggetti gettativi come
donarii (2) ; Seneca narra che i sacerdoti egiziani
gettavano offerte entro il Nilo (3); anche il lago
di Hieropolis riceveva efferte (4Ì ; nel lago di Jupiter,
presso il Gran San Bernardo, gli scavi del 1892 resti-,
tuirono tavolette votive, statuette ed altri ex voto (5).
Pure i moderni selvaggi usano dare offerte di propi-
ziazione o di gratitudine ai laghi, ai fiumi, ma, che
sappia io, non riempiono di donarii luoghi stretti
quali sono i pozzi.
Per contrapposto sappiamo invece che entro i pozzi
- generalmente - non vengono gettate le offerte (").
(') Svet., Aug. 57.
(2) Plin., Ep. VIII, 8, 2.
(3) Sen., Quaest. nat. IV, 2, 7.
(4) Luciano (in Ilegl tfjg Svqiì]; fteov, 47) dice che Giove
discendeva in questo lago per santificarlo.
(5) Relazione sugli scavi al Pian de Jupiter. in « Meni,
della R. Acc. dei Lincei», dall'anno 1890 al 1894. Vedi spe-
cialmente anno 1892, p. 87 e sgg.
(6) A dire il vero, però, sono stati trovati anche alcuni pozzi
ripieni di materiale ; ma non credo che essi possano infirmare
quanto verrò ora esponendo nel testo, perchè trattasi di casi ben
diversi.
A Sampolo d'Enza (Reggio E.), per esempio, nel 1870 e
1871 furono scoperti 5 pozzi singolari per fattura e per il mate-
riale contenuto. Il Chierici e lo Strobel pubblicarono i due più
importanti nella ricordata Strenna del bollettino di paletnologia
italiana per il 1876, dando anche riproduzioni grafiche del ma-
teriale e sezioni dei due principali pozzi.
Il primo di questi, il più importante, ha ni. 1,25 di diametro,
e a m. 16 di profondità raggiunge la roccia che è stata scavata
a guisa di piccolo bacino. Al di sopra di questo era posta una
costruzione di legno costituita di 8 travi formanti i lati di un otta-
gono. Su di questo cominciava il muro di rivestimento del pozzo,
composto di ciottoli piatti, murati a secco. Ad un metro più
su del tavolato ottagonale, ne è posto un altro, pure di legno. Il
Chierici chiama camera lo spazio di pozzo situato fra questi duo
tavolati. Poi comincia la tromba del pozzo. Queste tre parli
(bacino, camera, tromba) erano ripiene completamente di mate-
riali diversi e variamente collocati. Nel bacino furono trovati
carboni, ossa di bruti ed « il fondo di una situla di bronzo, con
un frammento del manico arcato di ferro, e due vasi d'argilla »,
aventi forma di situle di bronzo. Nella soprastante camera poi,
posta tra i due tavolati, si sono trovate situle fittili a forma sva-
sata, un po'panciuta, con due orecchiette per fissarvi un manico
di fune. Ne furono trovate anche di bronzo, o a lamina inchio-
data oppure fuse in un sol pezzo : hanno i manici snodati e di