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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Ugolini, Luigi M.: La Panighina: fonte sacra preistorica
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0330
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615

LA PANIGHINA

616

che ogni anno venivano vuotati e ripuliti (')• A Ba-
ratela, in quel d'Este, nel luogo, cioè, ove si raccolse
rimportantissima stipe votiva paleoveneta, illustrata
dal compianto prof. Ghirardini, fu trovato « un pozzo
circolare rivestito di macigno, costrutto a secco, pro-
fondo otto metri, entro il quale giacevano un pezzo
di tavola, un chiodo e due anse di bronzo, un vaso
fittile di fabbrica romana, e alcuni pezzi di pietra
modinati » (2). Mi pare che si debba pensare ad oggetti
caduti casualmente (3).

Talmente apersero il cuore degli scavatori e del proprietario
a grandissima speranza. Qui la camicia del pozzo aveva fatto
senso al villico scavatore, poiché, tuttoché alla profondità
circa di piedi 80, s'era cambiata in bella e regolare costruzione
di pietroni di cotto a forma circolare. Per la qua! cosa, ed
incontrando altro strato di terra, il villico fecesi coraggio a
progredire più profondamente ; e fu allora che furono trovati
ben uniti, e come simmetricamente commessi, i tre più pre-
ziosi vasi, e vicino a questi due chiavi.

.Ma dopo di ciò il terreno presentò la durezza che ne in-
dica la intensità, e di più la camicia regolare quivi aveva fine;
e fine così, sin'ora, si ebbe lo scavo ».

L'autore non dice dove questo materiale sia andato a
finire, eccezion fatta per due vasi di bronzo « ora (e cioè- nel
1841) nel Reale Museo Bavarese».

Forse l'unico pozzo a mia conoscenza trovato in Italia e
presentante caratteristiche che si possono abbastanza avvi-
cinare al ritrovamento della Panighina, è quello scoperto a
Monte Castagneto, da me citato già alla nota col. 591. Almeno
mi pare che un po' di somiglianza tra alcune circostanze dei
due ritrovamenti possa risultare dalla relazione del Chierici.

Tale pozzo era profondo ni. 8,30 ed aveva un diametro di
m. 1,25. Esso era rivestito di un muro di pietre, a secco, e all'in-
torno girava una fossa ripiena di altro terreno. Il muro posava
« immediatamente sul suolo di roccia marnosa », Vi si trovarono
ossa infrante di bruti; oggetti di selce ; corno di cervo ; anelli ;
armille; fibule; e, verso il fondo del pozzo, « frammenti di oino-
choe », e, « in prevalenza, pezzi di ciotole ».

Io ho creduto bene ricordare qui queste scoperte, che pos-
sono avere qualche analogia col pozzo della Panighina, anche
senza dare la spiegazione della loro singolarità. Il voler pro-
porre risoluzioni a tutti i fatti che si incontrano nel campo della
archeologia — come in quello di altre scienze — alle volte
è cosa assai ardua, altre volte impossibile : le scoperte ci offrono
spesso dati troppo scarsi oppure mal presentati (e sui quali tut-
tavia occorre basarci) per poterne trarre soluzioni soddisfacenti.

Ho messo in nota tali scoperte non perchè io le consideri
di poca importanza, ma perchè si sa poco di sicuro su questi
trovamenti, gli scavatori ed illustratori dei quali essendo o fuor-
viati da idee preconcette o non abili osservatori. Inoltre perchè
tali pozzi ci appaiono colmati intenzionalmente, ognuno può
sincerarsi di ciò osservando l'ordine con cui gli oggetti erano
stati riuniti in gruppi ben distinti, e notando che i pozzi stessi
erano suddivisi in varii ambienti.

(') Frazer, Pausanias's description of Greece, III, pag. 444.

(2) G. Ghirardini, Intorno alle antichità scoperte nel fondo
Baratela, in « Not. scavi », 1888, pag. 4.

(3) Il prof. Orsi, nel suo lavoro su Locri Epizephirii (« Not.
scavi » 1912, Supplem, pag, 46), ha un accenno alla scoperta,

Ma se il gettito dell'offerta avveniva proprio dentro
la fonte stessa, e questa e di piccole dimensioni, allora
anche gli oggetti erano piccoli (come fibule, monete,
anelli) e per di più venivano gettati in piccolo
numero.

Nei già ricordati pozzi di St. Moritz gli oggetti
votivi sono in numero di 5 (tra i quali, due spade di
bronzo). In Francia sono stati trovati pozzi giudicati
sacri, con entro monete ed altri piccoli oggetti : così,
per esempio, nel pozzo delle Fumades. Quando il padre
di Maometto pulì il celebre pozzo di Zamzam, vi trovò
dentro alcune spade rappresentanti donarii. In molte
sorgenti della Estonia c'è l'uso di gettare una moneta
per implorare la guarigione dall'acqua. In Iscozia ed
in Irlanda il culto alle acque è molto in vigore : ma i
donarii consistono o in spilli gettati entro il pozzo, o
in pezzuole fissate agli alberi ed ai cespugli situati nelle
vicinanze di esso. Ed il forestiero, che desidera ritor-
nare a Roma, getta una moneta nell'ampio bacino
della fontana di Trevi (').

avvenuta a Taranto, di « un deposito di ceramiche » « anteriori
alla prima colonizzazione dorica », « la cui precisa destina-
zione sfugge (pozzo, stipe sacra ?) ».

Mi pare che questo trovamento non possa infirmare quanto
ho sostenuto, perchè, a motivo del modo con cui si fece la sco-
perta (la quale avvenne molti anni or sono), non ci sono ben note
le condizioni del giacimento, e perchè tutto ci fa pensare più ad
una favissa che non ad un pozzo da acqua.

Il sig. prof. Orsi, molto gentilmente, mi ha partecipato
questa notizia che è quella più precisa che mi è stato possibile
rintracciare. Sulla suppellettile votiva e sulla sua giacitura,
« poco di preciso si sa ; ma io sentii dire, in quel museo, che i va-
setti erano stati trovati in un pozzetto, come formassero una
favissa ».

Nella col. 621 io presento il ragguaglio di un'altra sco-
perta del quale sono debitore di nuovo alla cortesia del Sena-
tore Orsi. Anche per questo caso, come osserva l'Orsi stesso
trattasi più di favissa che di pozzo vero e proprio.

(') Al Palatino, e, più precisamente, sul Germalo « a nord-
est verso l'alto dell'acropoli » nel 1907 fu trovato « parte di
una grande cisterna, con rivestimento esterno di argilla, nella
quale furono rinvenuti dei vasi, non sappiamo per quali ra-
gioni ivi collocati. Sono di forma elegantissima e dipinta. Ri-
cordano la prima influenza protocorinzia e si debbono attri-
buire al sesto secolo, epoca quindi della cisterna stessa ».
D. Vaglieri, Scavi nel Palatino, II Relazione, « Not. se. » 1907,
pag. 271.

Mi pare che questo rinvenimento (al pari di molti altri
che ometto per brevità) non infirmi quanto ora ho soste-
nuto : più che di un pozzo qui trattasi di una cisterna di varii
metri di diametro, e i vasi sono sette od otto e piccoli: hanno
in media 12 cent, di diametro.

Piuttosto potrebbe osservarsi che alle volte entro pozai
d'età classica si è trovati realmente molto materiale, e talora
 
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