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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Ugolini, Luigi M.: La Panighina: fonte sacra preistorica
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0331

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617

lA PANIGHINA

(ilS

Inoltre troviamo spesso delle vasche costruite ap-
positamente per ricevere le offerte, come per esempio
ad una fontana di S. Maria presso Tolosa. A questa
sorgente vengono attribuiti poteri salutari ed anche
un culto che ha uno speciale rituale : tra le varie parti-
colarità, che deve compiere il malato richiedente salute
alla fonte, vi è quella di gettare frammenti del vaso, nel
quale ha bevuto, entro l'apposito bacino della fonte.

Altri esempi saranno da me addotti poco più in
avanti.

Conviene escludere che il materiale
votivo, originariamente, stesse entro il
pozzo. Come risultato di questo diverso modo di
procedere nell'esame riguardante la presente que-
stione, ricordando che entro il pozzo si trovò mate-
riale deteriorante l'acqua; che ia suppellettile riem-
piva letteralmente tutto il pozzo ; infine che il
materiale votivo trovavasi accatastato alla rinfusa;
ed inoltre, tenendo presente che uno studio sulla gia-
citura delle stipi e di oggetti offerti ad acque sacre
ci mostra come il gettito di numerosi e grandi do-
narii non avvenisse dentro stretti pozzi ; come ciò ac-
cadesse solo nel caso in cui i donarii erano pochi e
consistenti in piccoli oggetti ; come molti ex voto si
trovino depositati in acqua sacra, solo se questa è
raccolta in ampi bacini; come sovente vi fosse un
luogo apposito per raccogliere le offerte ; come, final-
mente, queste venissero deposte in bell'ordine, noi,
credo io, dobbiamo venire alla conclusione che non
era possibile che tutto il materiale giacesse entro il
pozzo, nel modo in cui fu trovato per caso nel 1 £02,
anche quando la sorgente, nei suoi remoti tempi, era
in efficienza.

Sua collocazione originaria. La conclu-
sione ora presentata fa sorgere un nuovo problema
che è quello della ricerca del luogo ove la stipe
giacesse prima di venire a trovarsi entro il pozzo ;

anche di dimensioni considerevoli, quali epigrafi e frammenti
di statue marmoree.

Non mi pare che neanche questi casi vengano a scemare
il valore di quanto sto ora sostenendo, poiché i consimili casi
da me esaminati mi hanno portato alla conclusione che tale
materiale trovato entro i pozzi vi fu buttato in un secondo
tempo, cioè quando il pozzo venne in disuso e non per de-
porre entro di esso i sacri ricordi. Non è certo fuori posto
ricordare qui che i primitivi cristiani, nelle distruzioni dei
luoghi sacri dei pagani, erano soliti gettare entro i pozzi ciò
che apparteneva al culto detestato.

Monumenti Antichi — Vol. XXIX,

e d'altra parte non ha ancora risolto il perchè della
giacitura ultima del materiale entro la tubatura.

Fermiamoci ancora un po', prima di giungere al
quesito del perchè della giacitura, per rispondere a
quello sórto ora (ricerca del luogo di collocamento
della stipe).

Avendo io già escluso che la suppellettile potesse
trovarsi originariamente entro il pozzo ed esservi
stata gettata così abbondantemente edalla rinfusa, ne
deriva che essa dovesse trovarsi sopra terra (cioè sul
suolo battuto dall'uomo preistorico che usava l'acqua).

Mi pare che ciò sia ovvio ; però è troppo vago.

Ed allora cercherò di andar più oltre e di deter-
minare con sufficiente precisione il posto ove veniva
collocato il materiale offerto.

Vi sono due circostanze che mi pare possano in-
stradarmi in questa ricerca.

La prima è questa.

Parlando dell'altezza della tubatura e di quella,
della tromba del pozzo (coli. 585 e 5S9) ho espresso la
convinzione che l'orlo superiore dell'intera tubatura
fosse poco al di sotto dei 5 m. di attuale profondità;
e che invece l'orifizio della tromba del pozzo fosse
più basso, cioè un po' prima dei 6 m., e in corrispon-
denza quindi al suolo battuto dall'uomo che usava
dell'acqua (strato n. I degli scavi regolari, il quale
aveva gli oggetti archeologici più verso i 6 m. di
profondità che verso i 5).

Da ciò deriva che l'estremità dell'elemento di tubo
superiore (il così detto « mozzino ») doveva cena-
mente emergere dal suolo che lo contornava. Veniva
quindi a costituire un parapetto di forma tubolare ;
un puteal cioè nel suo uso e valore primitivo di pro-
teggere il pozzo dalle impurità del soprassuolo, e, so-
prattutto, testimoniare che la sorgente d'acqua aveva,
un carattere sacro (').

La seconda circostanza di cui bisogna tener conto è
la seguente. Di essa siamo debitori ad un'osservazione
del solerte sovrastante lo scavo del 1911, e regi-

(') Forse ha valore sacro il bel puteale testaceo, ornato di
pesci e onde, trovato nell'atrio della casa dell'insula IX di Mar-
zabotto (Brizio, op. cit., col. 339, e Tav. IX. fig. 4).

Certo, per lo meno, hanno carattere sacro alcuni puteali di
erà classica. Nel Bolognese si trovò un puteale dedicato ad Apollo
(Paciaudi, Puteus sacer agri bnnoniensis). Ad Ostia se n'è trovato
uno con la dedica a Cerere ed alle Ninfe. È certamente sacro anche
il puteale della Fonte Giuturna del Foro Romano, ecc.

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