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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Ugolini, Luigi M.: La Panighina: fonte sacra preistorica
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0332

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619

La pANHìinxA

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strata nel proprio giornale di scavo. Questi notò che,
nello strato archeologico n. I, i frammenti ceramici
erano assai abbondanti verso il lato sud-est della
trincea, e che essi diminuivano man mano che aumen-
tava la distanza da tale punto. Orbene : questo lato
sud-est è proprio quello più prossimo al « pozzo rosso »,
contenente la sacra suppellettile.

Da questo fatto, osservato in prossimità del pozzo,
deriva che, se all'atto della scoperta il pozzo fu tro-
vato ripieno di fìttili, il suo circostante soprassuolo,
nelle più immediate vicinanze, era pure in età prei-
storica abbondantemente cosparso di cocciame (1).

E perciò, tirando da queste considerazioni la con-
clusione ultima che credo legittima, io suppongo che,
con tutta probabilità, appunto attorno al puteale del
pozzo venissero deposte le sacre ceramiche, le quali,
rompendosi, avevano lasciati sul posto i loro frammenti.

A prova di ciò dirò che, se si esaminano le scoperte
archeologiche di stipi sacre, i passi che a proposito
hanno scritto alcuni scrittori dell'antichità, ed anche
gli usi analoghi ancora in vigore presso varie popola-
zioni, la mia asserzione riguardante la sistemazione dei
donarii attorno al puteale riceve solida conferma.

Le offerte erano poste spesso vicinissimo all'oggetto
di culto (2), e quindi, nel caso più simile al nostro, ad
una fonte, se questa era di piccola capacità.

Ciò risulta da molti degli esempi già ricordati;
però non credo superfluo citarne altri e più chiari,
presentandoli sotto questo punto di vista.

I già spesso menzionati pozzi della Sardegna, di età
però più recente di quelli della Panighina, avevano i
loro doni ben ordinati presso il dromos che fa parte
dell'edificio stesso del pozzo.

Nelle grotte invece, alle cui acque fu prestato un
culto, i donarii si ritrovano dentro la grotta stessa, per-
chè esse devono essere considerate quali luoghi ampii.

Per esempio, furono trovati molti vasi ed altri
oggetti dentro le grotte sacre della Pertosa (Salerno),

(') Del resto, questa dispersione di cocciame prodotto dal
frantumarsi delle ceramiche votive avveniva anche in età clas-
sica, nei posti destinati a raccogliere le offerte, cioè nei sacri
recinti dei templi: gli scavi archeologici hanno confermato
questo fatto.

Lo si osserverà anche nell'esempio che citerò alla cól. 623.

(a) Presso alcuni popoli selvaggi c'è il costume di affiggere
gli ex-voto (specialmente se in forma di chiodi) addirittura nel-
l'immagine stessa venerata.

di Latronico (Lucania), del Re Tiberio (Imola), delle
Mosche presso S. Galiziano (Trieste) ('). Un'abbondante
e ricca stipo fu pure raccolta dagli illustri professori
Halbherr ed Orsi, nell'antro di Psychrò (2). Neil' isola
di Cos, e, più precisamente, nella parte anteriore della
grotta di Aspripetra, durante gli scavi colà eseguiti
nel 1922 dalla R..Scuola archeologica italiana, si tro-
varono tracce sicure di un culto prestato alle acque
della grotta. Vi si rinvenne, tra l'altro, anche uni
stipe votiva che, dal periodo geometrico, scende fino
all' età ellenistica. Tra il materiale votivo devonsi ri-
cordare numerosi frammenti di vasetti, a varie forme,
d'impasto rozzo e fatti a mano (3).

Interessante sotto questo punto di vista fu il tra-
vamento della stipe votiva avvenuto nella caverna
della località Le Ceso. Qui infatti si trovavano vasi,
idoletti, membra del corpo, ecc. (varianti, per età
dal III al II sec. av. C.) « accatastati specialmente
attorno ad un rozzo idolo femminile seduto, collocato
quasi in una nicchia naturale » (4).

In età a noi più prossima troviamo i templi primi-
tivi del Lazio aventi le favisse incluse nel sacro recinto :
per tutte cito le due favisse del tempio della dea Ma-
tuta a Satricum (5).

(') (t. Patroni, Caverna naturale con avanzi preistorici in
provincia di Salerno (« Mon. ant. Line. », IX, col. 546 e segg.);
U. Rollini, loc. cit. ; G. Scarabelli, Notizie sulla caverna del
Re Tiberio, op. cit.; P. Savini, Vestigia di antiche civiltà nella
valle dell'alto Timavo, « Nuova Ant. » 1915.

(2) F. Halbherr e P. Orsi, Antichità dell''antro di Zeus Ideo,
Firenze, 1888, pag. 217.

Giova pure, a proposito di grotte con sicure tracce di culto,
e con epigrafi votive, leggere lo studio di P. Mingazzini : I culti
delle grotte sacre del lato nord dell'Acropoli (in « Boll, di studi
storico-religiosi », anno I, n. 1-3).

(3) Devo questa notizia all'amico dott. D. Levi che rin-
grazio cordialmente. Egli darà ampio resoconto di questo
interessante scavo nel prossimo numero dell' Annuario della.
R. Scuola archeologica italiana di Atene.

(4) U. Rellini, Cavernette e ripari preistorici in territorio
di Corchiano, « B. P. I. » XLII, p. 76.

Non credo di dover continuare più oltre nel citare simili
esempi, perchè i già ricordati mi sembrano sufficienti. Ma, altri
raccolti, insieme si possono trovare in U. Rellini, Cavernette
e ripari preistorici nell'Agro Falisco; G. Q. Giglioli, Sulle stipi
votive nelle cavernette falische, entrambi in « Mon. aut. Lincei»,
voi. XXVI.

(5) F. Barnabei e R. Mengarelli, Nuovi scavi nel tempio
satricano di Mater Matuta, scoperto sulla collina presso le Ferriere
di Conca, (« Not. se. » 1896, pag. 191-193).

Vedi pure sull'argomento, G. Pinza, Monumenti primitivi
di Roma e del Lazio antico, in « Mon. ant. Line. », voi. XV.
 
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