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La panigi1inà
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stianesimo allo scopo d'impedire che i fedeli persi-
stessero nelle pratiche di riti riprovabili. Non solo,
ma noi possiamo anche avere chiare testimonianze
della ininterrotta perpetuazione di culto alle ac-
que, sia nei risultati di alcuni scavi archeologici; sia
nella tradizione letteraria, specialmente poi di carat-
tere folkloristico ; sia nella narrazione della vita
ed opere dei primi apostoli del cristianesimo ; sia in-
fine in editti degli imperatori convertiti a questa
nuova religione (1).
(') Queste testimonianze tutte sono molto note : tuttavia
credo opportuno ricordare, solo accennandoli, alcuni luoghi di
culto che hanno presentato prove archeologiche di tale per-
sistenza.
Alcune stipi laziali scendono dall'età del ferro sino all'età
romana ; il materiale votivo trovato alle acque Apollinari
cominciò a essere depositato in tempi anteriori alla storia e
coni inuò fino al IV sec. dopo Cr.; la ricordata stipe della grotta
della Pertosa fu incominciata, pare, nell'età del bronzo e ar-
rivò fino ai tempi di Giustiniano, ed il Patroni riconobbe che
il culto a S. Michele Arcangelo continuava quello di Somele e
Dionysos di cui egli trovò un gruppo fittile : a Lilibeo, in Sicilia,
il culto indigeno primitivo fu sostituito da quello greco della
Sibilla, sul quale poi si sovrappose quello di S. Giovanni; pure
E perciò, partendo appunto da questi presupposti,
io ho creduto di non essere fuori dall'argomento pre-
sentando esempi di tutte le età e di tutti i luoghi.
Naturalmente però ho cercato sempre di offrire, come
primi e di maggior valore, gli esempi che cronologi-
camente e topograficamente si trovavano più viciui
alla nostra fonte.
Occorre spesso « far servire la luce de' secoli sus-
seguenti all'oscurità dei secoli antecedenti »
P.ertinoro (Forlì) 1924.
L. M. Ugolini.
in Sicilia il culto ai demoni Paliki di alcuni laghetti di acque
sulfuree presso Pelagonia aveva sostituito quello pregreco,
e vigeva ancora all'epoca del Basso Impero (i ruderi del tempio
rimasero visibili fiuo al sec. XVI) ; in Sardegna poi intrave-
diamo tali persistenze di culto nei nomi di santi dati a luoghi
ove sorgono pozzi sacri di civiltà nuragica; in Iscozia, Estonia,
Finlandia ecc., tali persistenze fino ai giorni nostri, come ho
già detto, sono assai comuni; e altrettanto può affermarsi per
la Francia.
(') A. L. Muratori, Ant. Est. I.
La panigi1inà
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stianesimo allo scopo d'impedire che i fedeli persi-
stessero nelle pratiche di riti riprovabili. Non solo,
ma noi possiamo anche avere chiare testimonianze
della ininterrotta perpetuazione di culto alle ac-
que, sia nei risultati di alcuni scavi archeologici; sia
nella tradizione letteraria, specialmente poi di carat-
tere folkloristico ; sia nella narrazione della vita
ed opere dei primi apostoli del cristianesimo ; sia in-
fine in editti degli imperatori convertiti a questa
nuova religione (1).
(') Queste testimonianze tutte sono molto note : tuttavia
credo opportuno ricordare, solo accennandoli, alcuni luoghi di
culto che hanno presentato prove archeologiche di tale per-
sistenza.
Alcune stipi laziali scendono dall'età del ferro sino all'età
romana ; il materiale votivo trovato alle acque Apollinari
cominciò a essere depositato in tempi anteriori alla storia e
coni inuò fino al IV sec. dopo Cr.; la ricordata stipe della grotta
della Pertosa fu incominciata, pare, nell'età del bronzo e ar-
rivò fino ai tempi di Giustiniano, ed il Patroni riconobbe che
il culto a S. Michele Arcangelo continuava quello di Somele e
Dionysos di cui egli trovò un gruppo fittile : a Lilibeo, in Sicilia,
il culto indigeno primitivo fu sostituito da quello greco della
Sibilla, sul quale poi si sovrappose quello di S. Giovanni; pure
E perciò, partendo appunto da questi presupposti,
io ho creduto di non essere fuori dall'argomento pre-
sentando esempi di tutte le età e di tutti i luoghi.
Naturalmente però ho cercato sempre di offrire, come
primi e di maggior valore, gli esempi che cronologi-
camente e topograficamente si trovavano più viciui
alla nostra fonte.
Occorre spesso « far servire la luce de' secoli sus-
seguenti all'oscurità dei secoli antecedenti »
P.ertinoro (Forlì) 1924.
L. M. Ugolini.
in Sicilia il culto ai demoni Paliki di alcuni laghetti di acque
sulfuree presso Pelagonia aveva sostituito quello pregreco,
e vigeva ancora all'epoca del Basso Impero (i ruderi del tempio
rimasero visibili fiuo al sec. XVI) ; in Sardegna poi intrave-
diamo tali persistenze di culto nei nomi di santi dati a luoghi
ove sorgono pozzi sacri di civiltà nuragica; in Iscozia, Estonia,
Finlandia ecc., tali persistenze fino ai giorni nostri, come ho
già detto, sono assai comuni; e altrettanto può affermarsi per
la Francia.
(') A. L. Muratori, Ant. Est. I.