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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Anti, Carlo: Esplorazioni archeologiche nella Licia e nella Panfilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0361

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671

esplorazioni archeologiche nella licia e nella panfilia

672

mI di sotto e lontano dal Cavagli Dagli. Questo è un
vero e proprio recesso, alto e isolato fra il mare di vette
di questa parte della Licia.

La parte superiore della montagna presenta
enormi e paurosi scoscendimenti a nord, nord-est,
nord-ovest. Invece verso sud presenta un declivio
non dolce, ma neppure troppo ripido, a scaglioni,
simile alla càvea di un grandioso teatro con un raggio
di circa 400 metri, il cui emiciclo di sostegno è so-
stituito dalla montagna strapiombante, le parodoi
da a ltri dirupi, l'orchestra da un burrone che si inabissa
fra gli alberi e le frane. Unico punto di accesso la
sei letta occidentale sopra ricordata.

Le rovine sono disposte nella càvea di questo
teatro naturale e, proprio come in un teatro, a filari
all'ilici rea paralleli che salgono gradatamente verso
La cresta perimetrale (tav. I, 1). Ne risultava un piano
di città naturalmente ItswrQoeióijc.

La città veniva così a trovarsi raccolta in una
conca ben protetta dai venti settentrionali e invece
esposta in pieno al mezzogiorno. Questa disposizione
singolarmente propizia spiega la presenza di un abi-
tato così considerevole a tanta altezza, cosa del resto
non eccezionale nella Licia. Se infatti, come calcolò
il Benndorf; il valico di Giokderò è a "1300 m., le
case più elevate del Cavagh Dagli devono essere di
poco al di sotto dei 2000 metri. È probabile che anche
in pieno inverno bastassero pochi giorni di solo per
liberare la città dalla neve.

Per dare un'idea almeno approssimativa della
conformazione del terreno e della disposizione delle
rovine principali, unisco uno schizzo sommario ese-
guito a vista sul posto, ma senza misurazioni e che
quindi non ha pretesa di esattezza (fig. 3).

Le rovine del Cavagh Dagh possono essere distinte
in quattro gruppi :

1° gruppo, esterno : rovine dei dintorni e lungo
le vie di accesso; prevalgono le opere militari e i mo-
numenti sepolcrali ;

2° gruppo, occidentale: rovine fra la selletta occi-
dentale e il santuario ; monumenti in prevalenza s ieri
e onorarii, fìancheggianti la isqù ódòg di accesso al
tempio maggiore ;

3° gruppo : rovine monumentali del centro religioso
civile della città, al vertice della conca ;

4° gruppo, orientale : rovine a oriente del tempio
principale, riferibili al grosso dei quartieri di abita-
zione della città.

1°. - Monumenti del gruppo esterno.

Tomba rupestre. — Sulla parete occiden-
tale dello Zivindà Dagli è una tomba scavata nella
roccia. Per visitarla conviene recarsi da Zivindà
Tascy alla grande sella fra il Cavagli e lo Zivindà Dagh,
quindi prendere il sentiero che scende a destra, te-
nendosi sempre al piede della roccia. Appena giunti
sul lato occidentale, la tomba è facilmente visibile
in alto, a circa quindici metri dal piede della parete
rocciosa. L'accesso, senza mezzi speciali, ne è estre-
mamente diffìcile e pericoloso (fig. 4).

Nella parete è scalpellata in modo grossolano una
prima incorniciatura di m. 2,50 per 2, e dentro que-
sta una seconda, aderente al margine inferiore della
prima, di metri 1,50 per 1,75, nella quale, spostata
un po' a destra, è l'apertura della tomba : un ret-
tangolo di metri 1 per 0,50 ('). Fra i margini supe-
riori delle due incorniciature sono ricavati dalla roc-
cia due gradini che forse hanno lo scopo di assicurare
lo sgocciolamento dell'acqua impedendo che raggiunga
l'apertura e penetri nella tomba.

L'interno è costituito da una cameretta larga
m. 2,50 per 3,00, alta ni. 1,70. Lungo tre pareti, esclusa
solo quella di facciata, corre una panchina, essa pure
ricavata dalla viva roccia ; nel mezzo del vano si
erge dal suolo un blocco, un letto, alto m. 1,00, largo
0,75, lungo 1,75.

All'interno e all'esterno nessuna traccia di iscri-
zioni, di decorazioni o di materiale mobile.

La tomba è di indubbio carattere licio, ma un
esempio povero delle famose costruzioni dell'epoca
della grande fioritura. Le varie specchiature, che in-
corniciano almeno in parte la porticina di accesso,
sono un ultimo ricordo della tecnica lignea che ha dato
l'aspetto caratteristico agli esempi più famosi. Questo
carattere degenerato mi fa ritenere che la tomba del

(') Tutto le misure relative a questa tomba sono appros-
simative. Solo il gendarme turco di scorta alla Missione, con
molto sforzo e molto rischio, riuscì a raggiungerla, a penetrarvi
e a prenderne le varie misure a palmi, corrispondenti a circa
25 cm.
 
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