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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Anti, Carlo: Esplorazioni archeologiche nella Licia e nella Panfilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0367
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683

ESPLORAZIONI ARCHEOLOGICHE NELLA LICIA E NELLA PANFILIA

684

lare, con una marcata tendenza alla regolarità nella
disposizione dei piani, mentre vi è alquanta libertà
in quella delle giunture verticali. La regolarità dei
letti piani è cercata usando talvolta due assise di
blocchi minori per eguagliare l'altezza dei maggiori.
Non mancano giunture oblique che ricordano la tec-
nica trapezoidale, nò qualche blocco maggiore che
ha regolare solo il piano inferiore, ultimo ricordo della
tecnica ciclopica.

Le affinità maggiori con questa costruzione sono
presentate dalle mura che fiancheggiano la porta dei
leoni a Micene (J) e dalla parte inferiore del bastione
di Tirinto (*), ma con maggiore varietà di blocchi.
Questi confronti, naturalmente, non pretendono an-
che a un parallelismo cronologico. A parte l'eccen-
tricità del sito, che già da sola può giustificare un uso
alquanto tardo di questa tecnica, è ovvio ammet-
tere che i blocchi della terrazza siano stati cavati e
lavorati nelle sue immediate vicinanze, tagliando ver-
ticalmente i banchi calcarei del monte. Anche que-
sta circostanza, che, se caratteristica del miceneo,
era tuttavia troppo ovvia in qualsiasi epoca poste-
riore, in un ambiente come quello del Cavagh Dagh,
può spiegare l'aspetto della nostra costruzione indi-
pendentemente da una possibile antichità molto alta.
Ad ogni modo bisogna convenire che il suo aspetto
è schiettamente primitivo. Ad uno scavo il risolvere
con sicurezza il problema.

Nell'ambiente licio un esempio abbastanza vicino
alla tecnica di questo terrazzo è offerto dalle fortifi-
cazioni di Gilewgì (3), che tuttavia mostrano una tec-
nica alquanto più regolare. Non se ne conosce l'età,
e quindi il confronto perde quasi ogni valore.

Maggiori affinità offrono le fortificazioni di Jasos
nella Caria anch'esse purtroppo a cronologia
molto discussa, e alcune costruzioni lelego-carie (5).

Il lato di sud-ovest (tav. II, a) ha uno sviluppo
di metri 24, dallo spigolo meridionale fin contro la

(') D. Fimmen, Kretiseh-mikeniséhe Kultur, Lipsia 1921,
fig. 20 a pag. 32.

(2) Fimmen, op. cit. figg. 22, 23, pag. 34 seg.

(:ì) Petersen-von Liischan, op. cit. tav. XXIII e pag. 165.

(4) G. Guidi, Viaggio di esplorazione in Caria, I, in An-
nuario se. d'Atene, IV-V (1924), pag. 346 e figg. 2, 3, 5.

(6) A. Maiuri, Viaggio di esplorazione in Caria, li, in Ann.
se. d'Atene, IV-V (1924), pag. 425 segg. e figg. 41, 43, 47, 55.

roccia, che poco dopo strapiomba nella Goiniik Bogh-
azè. Non presenta nessun accesso alla spianata. Il
lato di sud-est (tav. II, 6) ha uno sviluppo di circa
m. 15 (m. 13,40 normali al lato lungo, più un piccolo
gomito di m. 1,80) e la sua altezza va rapidamente
decrescendo movendo dallo spigolo meridionale, per-
chè lungh'esso si svolge la Ì6gà óóòg, che appunto lo
risale e lo gira per sboccare nella spianata del tempio.

La muraglia, ancora tutta a posto alle due estre-
mità, rispettivamente dove si appoggia alla roccia
e dove è girata dalla tsgà òóòg, è invece in parte
crollata presso l'angolo meridionale, dove mancano
due corsi di blocchi principali, per un'altezza di
m. 1,50. I blocchi si vedono franati all' intorno e lungo
il pendio sottostante. L'altezza massima della mu-
raglia era appunto allo spigolo meridionale, dove
sopravanza tuttora dal terreno per m. 4,50 e rag-
giungeva quindi in origine almeno i m. 6.

Nella spianata, parallelamente al lato sud-orien-
tale del muro di sostegno (fig. 7 e tav. Ili, a), nel tratto
non franato, si nota un lastricato largo m. 3, limitato
verso l'interno da una bordura con incastro, che fa
pensare a un qualche sistema di balaustra. Di questo
lastricato non vi è traccia lungo il lato sud- occiden-
tale e quindi si deve ritenere terminasse contro questo.

Presso la sua estremità orientale è ancora in posto
una base frammentata per statua in bronzo, sul
piano superiore della quale è ancora conservato un
cassello a tutta pianta per la piombatura dei piedi,
del tipo in uso dalla fine del V sec. av. Cr. in poi. La
base è a profilo molto semplice, con breve risega a
mezza altezza e semplice cornicetta in alto (listello,
guscio rovescio, listello).

Lì presso giacciono rovesciate altre basi consimili,
e altre due sono rovinate lungo la strada. Queste in
origine dovevano essere collocate nella metà ora crol-
lata del lastricato.

In alcune di queste basi sono incavati legger-
mente dei riquadri o cartelle per iscrizioni, ma la
superficie del marmo è saltata per azione del fuoco
e non mi ò stato possibile avvertire nessuna traccia
di iscrizioni.

Presso le due ultime basi ricordate ne giace rove-
sciata anche una terza, alta circa un metro, a forma,
all'ingrosso, di omphalos, lavorata come ad imitare
uno scoglio roccioso. Sul vertice è un largo incasso
 
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