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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 29.1923

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Anti, Carlo: Esplorazioni archeologiche nella Licia e nella Panfilia
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https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0373
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695

ESPLORAZIONI ARCHEOLOGICHE NELLA LICIA E NELLA PANFILIA

696

buzione del santuario al culto di Mitra, avremo in esso
uno dei più preziosi documenti di tale religione.

*

* *

In ovvia connessione con il tempio ora studiato de-
vono essere due altre costruzioni, anche se material-
mente escluse dal recinto principale (fig. 7). A destra
e a sinistra di quello, là a monte, qui a valle in ambe-
due i casi con un dislivello di circa sei metri, vi sono
altre due grotticelle o, meglio, anfrattuosita rocciose,
recinte e chiuse anteriormente con opere in pietra. La
torma molto irregolare esclude possa trattarsi di abi-
tazioni o di edifici civili ; invece, per l'evidente impor-
tanza che ha nella costruzione il recesso roccioso, deve
trattarsi di edifici sacri.

L'ingresso al tempietto inferiore si incontra lungo
la tega òSbg, là dove il muro lungo di sostegno si
salda alla roccia. L'ingresso al tempietto superiore
è pure lungo la isqù òó'òg, ma dopo che questa ha
immesso nello spianato del ré[.tevog: esso resta un po'
a sinistra della strada e in alto, così che vi si accede
per mezzo di gradini, alcuni dei quali intagliati nella
roccia. Le opere manufatte di ambedue i tempietti
sono eseguite nella stessa tecnica del tempio princi-
pale: tecnica primitiva, a irregolari parallelepipedi
in calcare del sito, senza nessun elemento di sapore
greco.

Sulla destra della tega èóòg, poco prima del tem-
pietto superiore, è una piccola costruzione quadrango-
lare, e dietro di essa, affondata nel suolo, una grande
cisterna per raccolta d'acqua (fig. 3, 10). Cisterne
simili a questa si trovano sparse sull'area di tutta
la città, cosa ovvia data la necessità di tesoreggiare
le acque piovane in un sito che per la sua aspra alti-
tudine non poteva contare su ricche sorgenti natu-
rali. Queste cisterne sono tutte dello stesso tipo, facil-
mente riconoscibili, anche se conservate in modo va-
rio. Sono cilindriche; misurano in media m. 3 di
diametro; hanno le pareti rivestite di blocchi calcarei
di media grandezza, disposti in filari uniformi, e sono
coperte da una falsa volta conica costruita col me-
todo degli strati aggettanti. Non ho visto nessuna
di queste cisterne tuttora integra, ma alcune sono
conservate in buona parte. Non ricordo di aver no-
tato stuccatura interna, particolare indispensabile
per assicurare la tenuta delle cisterne, ma penso sia

scomparsa e che non si debba scorgere in questo
fatto un motivo di dubbio sulla loro destinazione,
perchè una di esse, come vedremo, al 22 ottobre,
e cioè quasi al limite estremo della stagione secca,
forniva ancora un po' di acqua.

In capo alla isgà èóòg, proprio lungo il mar-
gine che precipita sulla Goinuk Boghazè, si stende un
altro gruppo di edifici, di sicuro carattere pubblico e che
io non esito a mettere in relazione con tutto il complesso
monumentale precedentemente descritto, come costi-
tuente con esso il centro politico-religioso della città.

Lungo l'orlo del burrone sono allineati dieci am-
bienti, diversi per forma e proporzioni e che general-
mente hanno tutte le mura perimetrali indipendenti
fra loro (fig. 3, 12,13). Non si tratta dunque di un
edificio unico, diviso in dieci ambienti, ma di più co-
struzioni indipendenti.

La più interessante è la prima a sinistra, mentre le
altre sono tutte uguali, semplici ambienti quadrangolari.
Quella è sicuramente un locale per riunioni ; queste, per
la forma, le proporzioni, l'allineamento e la vicinanza
al santuario fanno pensare ai d-rjdavQoì dei sacri re-
cinti greci, in particolare al consimile allineamento
sulla terrazza di Olimpia ('). Tutti sono costruiti con
la solita tecnica primitiva non ellenica.

Un più attento studio merita l'accennato locale per
riunioni (fig. 3,12 e fig. 8). È un ambiente di forma ir-
regolare con tre lati rettilinei e il quarto, quello a sini-
stra di chi entra, leggermente arcuato. A destra e a sini-
stra sono due gradoni, alti ciascuno circa trenta centi-
metri e sormontati da una spalliera. A destra essi sono
ricavati da appositi blocchi di calcare, dei quali uno è
ancora in posto e un altro è frammentario ; a sinistra
sono scalpellati nella viva roccia e perciò conservati
quasi per intero. Anche su questo lato un buon tratto
del gradone inferiore presso il lato di ingresso è lavo-
rato a parte. La parete di fondo non esiste, ma ivi il
terreno precipita subito nel burrone, nè vi sono indizi
che i gradoni girassero anche su questo lato. Non è
chiaro come fosse chiusa la parete frontale. Il pavimento
è coperto di lastre in calcare di varie proporzioni. I
gradoni hanno evidente funzione di sedili, ma sono
troppo ristretti per ammettere che su ciascun lato po-
tessero prendere posto due file di persone. L'inferiore

(») Olympia, Karten # Piane, Berlino 3897, tav. III.
 
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