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Anti, Carlo: Esplorazioni archeologiche nella Licia e nella Panfilia
DOI Seite / Zitierlink: https://doi.org/10.11588/diglit.12553#0405
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ESPLORAZIONI ARCHEOLOGICHE NELLA LICIA E NELLA PANFILIA
760
e il carattere pubblico di queste possono forse spie-
gare la cosa : i due sarcofagi dovevano costituire un
sepolcreto cumulativo, innalzato da qualche co-
munità.
L'etnico 2oXvfiì,voi non è il solito classico, 2óXv-
fioi,, ma, data la località in cui siamo, non vedo
che si possa dubitare dell'identità dei due etnici. Le
due epigrafi confermano che siamo appunto ne] ter-
ritorio che la tradizione assegnava ai Solymoi e ci
attesta come questi conservassero la loro individua-
lità etnica perfino in epoca imperiale.
Nuovo è il ricordo di un yhQÓrrstov r7j$ Avxiifi.
Sulla reintegrazione non mi pare vi sia dubbio: il si-
gnificato di ysqovaia sembra trasparente, ma yeqóv-
tsiov per ysQovoia non è termine usuale, e, per la
Licia, dal I s'ec. av. f'r. in poi è attestata l'esistenza
di un ovvéóouov, non di una ysgovffi'a.
Mi sembra vano cercare come si potrebbe comple-
tare il toponimo . . . vqtccvócc.
Sul costone a sud-ovest dei sarcofagi sono molti
ricoveri sotto roccia usati anche ora dai pastori come
ripari per le greggi. Sono interrati da un potente
strato di pietre, terriccio ed escrementi animali. Nel-
l'interno dei ripari non ho trovato nulla di interes-
sante; ma un po' sotto, lungo il pendìo, ho raccolto
qualche coccio molto rozzo, ma ben cotto, uno dei
quali decorato con una doppia fila di punteggiature
a stecco. Ho trovato anche una scheggia di selce, ma
senza tracce di lavorazione. 11 luogo meriterebbe una
esplorazione accurata, con mezzi adeguati.
La mulattiera dopo Baarsok passa dovunque fra
avanzi di antiche macerie costruite a sostegno del
terreno.La zona un tempo dovette dunque essere in-
tensamente coltivata, mentre ora è nel più completo
abbandono.
A tre quarti d'ora di marcia da Baarsok si rag-
giunge un pianoro abbastanza vasto e tutto colti-
vato. La direttiva di marcia è, verso nord-ovest.
Davanti, di là da un ultimo cocuzzolo aspro e bo-
scoso, si intravvede Beigik e sullo sfondo si erge al-
tissima la catena dell'Aidoghdp Jacasè : a destra il
terreno strapiomba nella valle del Baarsok Ciai, e il
versante di contro, prima con pendìo abbastanza
dolce poi a grandi balze rocciose, sale e si raccoglie
nel massiccio grandioso del Tachtaly Dagli dalla
vetta quasi sempre nascosta fra le nubi (tav. IV, a).
A sinistra il panorama è molto più vario e ridente ;
il Delik in Dagli tutto verdeggiante di selve, le oscure
vallate dell'Ulubunar e del Dorò Crai, i costoni de-
gradanti dall'Aidoghdo Jacasè sembrano correre
accavallandosi in rapido decrescere, verso Girali,
verso il mare (tav. IV, b). Tre visioni radicalmente
diverse dunque : davanti la catena continua a carat-
tere alpino ; a destra il massiccio enorme che occupa
maestoso il cielo e riassume in sè il paesaggio ; a si-
nistra una regione collinosa varia e fertile, illuminata
nello sfondo dall'azzurro del mare.
Appena si raggiunge il pianoro ricordato, sulla
sinistra, un po' nascosto fra i pruni che limitano i
campi coltivati è un sarcofago del solito tipo con il
coperchio a sagoma licia e con rozze protomi (fig. 33).
Sul lato settentrionale, fra due clipei in una car-
tella, è la seguente iscrizione:
13. Cartella alta m. 0,60, larga 0,63 ; specchio epigrafico
di m. 0,45 X 0,42. Altezza lettere: linee 1 e 5-9, cm. 3,5; linee
2 e 4, cm. 3; linee 3 e 10, cm. 2,5. Ductus e incisione molto
irregolari. La linea 5 è completa, anche se finisce a 0,10 cm.
dall'orlo della cartella, perchè il resto della linea è invaso
dalle lettere della linea 4.
Lin. 2, quartultima lettera forse M : p'mu'iim" K 11 Z •
Lin. 7, altra lettura Al^lGl^AOTE KAI TYTA
oppure Allori AOkl K Air Y1A
Avq(t]Xioq) Tguxóvóac Jrj-
[UjtQi'ov /? rov [ M^axi-
Ttovog xccTtGxsv-
affe TÌjV Guìficcio-
5 xJìjxrp' èaviòj
. .%fj yvraixì........
xcù i t'xroig xaì....
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ESPLORAZIONI ARCHEOLOGICHE NELLA LICIA E NELLA PANFILIA
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e il carattere pubblico di queste possono forse spie-
gare la cosa : i due sarcofagi dovevano costituire un
sepolcreto cumulativo, innalzato da qualche co-
munità.
L'etnico 2oXvfiì,voi non è il solito classico, 2óXv-
fioi,, ma, data la località in cui siamo, non vedo
che si possa dubitare dell'identità dei due etnici. Le
due epigrafi confermano che siamo appunto ne] ter-
ritorio che la tradizione assegnava ai Solymoi e ci
attesta come questi conservassero la loro individua-
lità etnica perfino in epoca imperiale.
Nuovo è il ricordo di un yhQÓrrstov r7j$ Avxiifi.
Sulla reintegrazione non mi pare vi sia dubbio: il si-
gnificato di ysqovaia sembra trasparente, ma yeqóv-
tsiov per ysQovoia non è termine usuale, e, per la
Licia, dal I s'ec. av. f'r. in poi è attestata l'esistenza
di un ovvéóouov, non di una ysgovffi'a.
Mi sembra vano cercare come si potrebbe comple-
tare il toponimo . . . vqtccvócc.
Sul costone a sud-ovest dei sarcofagi sono molti
ricoveri sotto roccia usati anche ora dai pastori come
ripari per le greggi. Sono interrati da un potente
strato di pietre, terriccio ed escrementi animali. Nel-
l'interno dei ripari non ho trovato nulla di interes-
sante; ma un po' sotto, lungo il pendìo, ho raccolto
qualche coccio molto rozzo, ma ben cotto, uno dei
quali decorato con una doppia fila di punteggiature
a stecco. Ho trovato anche una scheggia di selce, ma
senza tracce di lavorazione. 11 luogo meriterebbe una
esplorazione accurata, con mezzi adeguati.
La mulattiera dopo Baarsok passa dovunque fra
avanzi di antiche macerie costruite a sostegno del
terreno.La zona un tempo dovette dunque essere in-
tensamente coltivata, mentre ora è nel più completo
abbandono.
A tre quarti d'ora di marcia da Baarsok si rag-
giunge un pianoro abbastanza vasto e tutto colti-
vato. La direttiva di marcia è, verso nord-ovest.
Davanti, di là da un ultimo cocuzzolo aspro e bo-
scoso, si intravvede Beigik e sullo sfondo si erge al-
tissima la catena dell'Aidoghdp Jacasè : a destra il
terreno strapiomba nella valle del Baarsok Ciai, e il
versante di contro, prima con pendìo abbastanza
dolce poi a grandi balze rocciose, sale e si raccoglie
nel massiccio grandioso del Tachtaly Dagli dalla
vetta quasi sempre nascosta fra le nubi (tav. IV, a).
A sinistra il panorama è molto più vario e ridente ;
il Delik in Dagli tutto verdeggiante di selve, le oscure
vallate dell'Ulubunar e del Dorò Crai, i costoni de-
gradanti dall'Aidoghdo Jacasè sembrano correre
accavallandosi in rapido decrescere, verso Girali,
verso il mare (tav. IV, b). Tre visioni radicalmente
diverse dunque : davanti la catena continua a carat-
tere alpino ; a destra il massiccio enorme che occupa
maestoso il cielo e riassume in sè il paesaggio ; a si-
nistra una regione collinosa varia e fertile, illuminata
nello sfondo dall'azzurro del mare.
Appena si raggiunge il pianoro ricordato, sulla
sinistra, un po' nascosto fra i pruni che limitano i
campi coltivati è un sarcofago del solito tipo con il
coperchio a sagoma licia e con rozze protomi (fig. 33).
Sul lato settentrionale, fra due clipei in una car-
tella, è la seguente iscrizione:
13. Cartella alta m. 0,60, larga 0,63 ; specchio epigrafico
di m. 0,45 X 0,42. Altezza lettere: linee 1 e 5-9, cm. 3,5; linee
2 e 4, cm. 3; linee 3 e 10, cm. 2,5. Ductus e incisione molto
irregolari. La linea 5 è completa, anche se finisce a 0,10 cm.
dall'orlo della cartella, perchè il resto della linea è invaso
dalle lettere della linea 4.
Lin. 2, quartultima lettera forse M : p'mu'iim" K 11 Z •
Lin. 7, altra lettura Al^lGl^AOTE KAI TYTA
oppure Allori AOkl K Air Y1A
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